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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
24 feb 2020
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Bottega Veneta: classicismo moderno, con un pizzico di Palladio

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
24 feb 2020

Bottega Veneta ha fatto sfilare sabato sera una collezione classica con la giusta dose di impertinenza. In sole tre stagioni, il suo direttore artistico, Daniel Lee, si è affermato come uno dei principali protagonisti della moda milanese contemporanea. Una dimostrazione di estetica ambientata in una cornice meravigliosa, un set che mostrava un montaggio digitale composito di grandi ville classiche, tutte disegnate dal più grande architetto della storia, Andrea Palladio. Ma le statue virtuali di guerrieri e antiche dee semi-vestite si muovevano durante lo show.

Bottega Veneta - Autunno-Inverno 2020 - Womenswear - Milano - © PixelFormula


Il movimento era proprio il tema centrale di questa collezione impeccabile, in cui molti abiti rifiniti con frange fluttuavano seguendo le andature dei modelli – a partire dal superbo trio di cappotti di montone, il cui orlo si prolungava in dozzine di frange, fino agli abiti fluenti con maniche a pipistrello ricoperti di paillette acidule.
 
La sfilata era mista, e Daniel Lee l’ha aperta con molti modelli uomini, avvolti in lunghi cappotti con polsini molto larghi, tagliati in un cashmere double face costosissimo. Un'armonia di forme che avrebbe sicuramente soddisfatto Vitruvio, l'architetto romano: ogni dettaglio degli abiti sembrava scelto con cura, dal primo bottone dorato fino alle bretelline di chiusura sul retro. I pantaloni erano leggermente svasati alle caviglie, così come i polsi: tutto trasudava eleganza, ma anche qualcosa di un po' sfacciato — Quel ragazzo non indossava un corsetto sotto i pantaloni?

Le ragazze Bottega Veneta si vestono in maniera abbastanza simile per il giorno, come nell’abito lungo da donna in carriera indossato da Kaia Gerber. Alla sera, si mettono abiti lunghi, con lustrini e senza cuciture, o abitini drappeggiati, con orli bordati di rifiniture metalliche, e li indossano insieme a un trench di tela cerata, in stile Barbour. Un atteggiamento affascinante e sovversivo allo stesso tempo.
 
La sfilata si è svolta sull’immensa pista di pattinaggio del Palazzo del Ghiaccio ed era accompagnata dal magnifico duo del violoncellista Patrick Belaga e della violinista Kai Kight. E tutta la musica elettronica ascoltata nelle ultime settimane a New York, Londra e Milano improvvisamente sembrava superata: da Bottega Veneta, l'accompagnamento musicale era di tale qualità...

Bottega Veneta - Autunno-Inverno 2020 - Womenswear - Milano - © PixelFormula


“Volevo trovare un mio spazio tra un guardaroba super-formale e lo spirito street, che detta l’estetica delle sfilate odierne. Creare abiti che ti permettano di sentirti elegante e ben vestito, rimanendo a tuo agio. Da Bottega Veneta, c'è una forma di moderazione in tutto ciò che facciamo. Ma questa volta, abbiamo cercato davvero di lasciarci andare. Un mix di libertà e rigore”, ci ha confidato Daniel Lee, nel dietro le quinte angusto e privo di aerazione — con una decina di guardie di sicurezza che premevano sui giornalisti, tanto da sembrare assurde comparse di un film di Guy Ritchie. A proposito, la principale celebrità nel backstage era Sigourney Weaver.
 
Ovviamente, Daniel Lee ha fatto sembrare nuovamente cool la famosa pelle intrecciata "intreccio" di Bottega Veneta, anche ai giornalisti, non solo ai buyer. Questo mese era impossibile andare a una sfilata senza vedere almeno un paio di stivali col tacco intreccioai piedi di una buyer. La sua nuova proposta (più morbida, imbottita) della famosa tecnica d'intrecciatura — declinata su scarpe, pochette, shopper o enormi borse da weekend —dovrebbe incontrare il medesimo successo, non ne dubitiamo.
 
“Per trovare la forma di queste borse, ho cercato negli archivi e nel patrimonio di Bottega Veneta. Il motivo ad intreccio con cui viene realizzata la pelle è una formidabile fonte di ispirazione. Per me è stato il momento di celebrare l'intreccio più tradizionale, di esplorare le ragioni del suo successo”, racconta Daniel Lee.

Bottega Veneta - Autunno-Inverno 2020 - Womenswear - Milano - © PixelFormula


Alla domanda sul perché ha voluto ricreare una villa in stile classico in video all'interno di questa gigantesca pista di pattinaggio (1.800 metri quadrati) degli anni ‘20, lo stilista inglese risponde: “Mi sono chiesto: a cosa serve fare moda, a cosa serve essere un artista, e ho avuto l'idea di uno scenario molto teatrale. Quello che volevo mostrare è il potere di trasformazione della moda: da una location abbastanza anonima a un luogo sublime. E poi avevo voglia di costruire un arredo interamente riciclabile, che non lasci alcuna traccia fisica. Dunque mi sono servito esclusivamente di strumenti digitali”.
 
Quasi certamente, Palladio e Vitruvio avrebbero approvato.

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