Boss: oltre le frange
Bisogna riconoscere una cosa a Boss: sanno come costruire una messinscena potente. E domenica a Milano ce ne hanno offerto un nuovo esempio, con un numero impressionante di modelli che sfilavano attorno a una pedana enorme, al centro di un tendone dal soffitto molto alto.
Sul palco, l'orchestra indie diretta dal compositore francese Henri Scars Struk suonava al di sotto di un piccolo gruppo di luci in forma di stalattiti. Immerso nello stesso alone viola dell'auditorium e del podio progettati su misura, i musicisti hanno suonato un pezzo elegiaco dominato dagli archi, che si adattava a meraviglia all'opulenza dei capi proposti.
Questa atmosfera sonora ha dato ulteriore fierezza a una collezione di grande successo, piena di riferimenti all'età dell'oro del marchio degli anni '70, ma anche agli anni ‘20 – una delle principali tendenze di questa stagione.
Molti creatori hanno mostrato un'ossessione per gli Anni Ruggenti e uno degli elementi emblematici di quell’epoca: le frange. E il direttore del marchio Boss, Ingo Wilts, più di chiunque altro. Come con le frange usate in guisa di finiture su abiti in feltro grigio antracite, e ancora su tailleur maschili da businesswoman, su sciarpe in cashmere, tuniche in lana pregiata o borse in pelle intrecciata (soprattutto nel primo outfit presentato in assoluto).
Ingo Wilts si è concentrato sul periodo d’oro di Hugo Boss, quello degli anni ‘70, quando il marchio ha definito la silhouette potente dell’epoca. Il risultato: una delle collezioni Boss più sorprendenti da diversi anni.
In questa sfilata mista, abbiamo potuto ammirare impeccabili completi da uomo d’affari, grandi cappotti di pelle brillante ed eleganti pantaloni da jogging per i ragazzi; abiti da sera monocromatici in seta fluida, camicie di pelle stile seconda pelle e blazer perfettamente tagliati per le ragazze.
Entrambi i sessi indossavano anche abiti, tailleur e cappotti a doppio petto in uno stampato zebrato destrutturato con enorme brio. In una parola, vestiti estremamente facili da indossare, in ufficio come di sera.
“La nostra idea era di incrociare le generazioni. Capi del nostro passato, mescolati con novità. La nostra azienda ha particolarmente segnato la tradizione degli anni '70 e '80. Quindi siamo partiti dalle campagne pubblicitarie di quell’epoca, mescolandole con gli anni ’20 e le loro frange. Si è trattato di far rivivere il passato, ma con freschezza”, ha spiegato Ingo Wilts, che sfoggiava ancora le ultime tracce di abbronzatura dalle sue vacanze nelle Filippine per l’anno nuovo.
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