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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
8 gen 2020
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Borsalino si mostra ambizioso al Pitti Uomo

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
8 gen 2020

Un anno fa, Borsalino veniva comprato dal fondo Haeres Equita, che lo gestiva dal dicembre 2015. Dopo una profonda ristrutturazione per modernizzare la produzione e riorganizzare i team, il leggendario marchio di cappelli, 100% Made in Italy, comincia a risalire la china. Il risultato è palpabile nello stand dell’azienda al Pitti Uomo, che è sempre pieno.

Borsalino dà maggiore risalto ai suoi modelli da donna - ph Dominique Muret


Basandosi su un'immagine rinnovata e una collezione arricchita, con un'offerta femminile migliorata, il marchio è fermamente deciso a riconquistare la propria leadershipe ora punta sull’espansione all’estero. L'anno scorso si è concentrato sui suoi mercati principali. Vale a dire l'Italia, che resta il primo sbocco, seguita da Giappone ed Europa (Paesi nordici in testa). Nel 2019, si è sviluppato negli Stati Uniti, dove pianifica di aprire un negozio a New York o Miami, mentre quest’anno intende approdare in Cina.
 
Dopo un fatturato di 17 milioni nel 2018, Borsalino dovrebbe chiudere il 2019 a 18 milioni. L’azienda impiega 140 persone e continua ad assumere. Oggi conta 9 boutique, 8 delle quali in Italia e una a Parigi, in rue de Grenelle, con la Francia che costituisce un mercato importante. Il marchio è anche distribuito attraverso 550 rivenditori multimarca, per la maggior parte specialisti dei cappelli. L’obiettivo è ormai quello di “dialogare maggiormente con i negozi di moda multimarca”. Ecco perché lo stile e la comunicazione sono stati affidati a Giacomo Santucci, un veterano del lusso che ha lavorato per le maggiori griffe, da Gucci a Dolce & Gabbana.

“Da 18 mesi sto lavorando ad un’immagine più contemporanea e sulla segmentazine dell’offerta. La collezione composta da quasi 200 modelli per uomo e donna ora ha tre anime. Una classica, basata su modelli storici, una più sportswear e contemporanea rivolta ai viaggiatori, e una più sofisticata e d’alta gamma”, spiega Giacomo Santucci. Quest’ultima linea, chiamata “Art & craft”, mette in primo piano i know-how, l’artigianato, ma anche uno spirito Belle Epoque “che esalta la gioia di vivere e la natura”.
 
“È un po’ un cappello-gioiello realizzato in uno spirito sartoriale. Questo ci consente di indirizzarci verso diversi tipi di clientela. Vogliamo riposizionare il cappello come un accessorio importante, che dev’essere bello e particolare”, sottolinea ancora il Creative Curator. I prezzi spaziano da 180 euro, per gli articoli di base gamma, ai cappelli di feltro, venduti attorno ai 750 euro, fino a capi a 1.500 euro, come alcuni modelli in paglia, per esempio il panama “Montecristi”.

Giacomo Santucci, il Creative Curator di Borsalino - ph Dominique Muret


“Lo scopo è di realizzare il sogno del fondatore, Giuseppe Borsalino, di mettere un cappello sulla testa di tutti”, precisa l’azienda, che vuole mantenere la produzione in Italia. L’offerta donna è stata particolarmente ampliata e vede crescere le vendite ogni anno di più, rappresentando ormai il 40% del fatturato totale. La società realizza tutti i cappelli in feltro nel suo storico stabilimento piemontese di Spinetta, alle porte di Alessandria. Per i cappelli di paglia recupera i semilavorati da un fornitore autorizzato che si trova in Ecuador.
 
Fondato 163 anni fa, nel 1857, il marchio prosegue il suo rilancio con nuovi progetti. Quest’anno svelerà un nuovissimo sito Web con e-commerce. Inoltre, un museo dedicato a Borsalino dovrebbe nascere nella sede storica di Alessandria. Il sito, acquistato dalla città, sarà gestito dall'azienda attraverso una fondazione.

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