Borbonese 1910 si rinnova a Milano, e apre un negozio a Parigi
In ogni stagione, a Milano, trovano un marchio storico da far rivivere. Questa volta è toccato a Borbonese 1910, e siamo pronti a scommettere che gli effetti di questa risurrezione siano destinati a durare nel tempo.
Dopo aver sonnecchiato per vari decenni, la casa di moda è riemersa questo weekend nel corso di una presentazione intelligente, che ha rappresentato un revival robusto e solido, al meraviglioso ed iconico cinema milanese Teatro Manzoni.
Il prossimo passo sarà l’apertura di una nuova boutique del brand in rue Boissy-d'Anglas 32, in occasione della prossima Fashion Week di Parigi. “Per esistere al centro dell’universo della moda, dovevamo essere presenti con un negozio ben posizionato a Parigi”, ha spiegato il CEO Alessandro Pescara, che dirige la società dallo scorso aprile.
Sono in corso delle trattative anche per aprire dei pop-up store ai Printemps e alle Galeries Lafayette.
Borbonese 1910 è molto famoso per il motivo che costituisce la sua firma tipica, l'Occhio di Pernice, che si poteva apprezzare in foto d’archivio di borse iconiche della firma italiana, e persino in uno sfarzoso interno di una vettura sportiva illuminato nella hall del cinema.
Come il CEO Alessandro Pescara, la maison Borbonese è nata a Torino, ma ha conosciuto il suo apogeo tre decenni fa a Milano. Il brand mantiene i team di creazione e marketing a Milano, sebbene i suoi siti produttivi siano localizzati presso Bologna. Oggi Borbonese appartiene alla famiglia italiana Mambrini.
“Borbonese è il glamour della borghesia milanese, con un tocco d’impertinenza in più”, ha detto la svelta Candela Pelizza, influencer italiana molto cool da mezzo milione di follower, ingaggiata da Pescara come Digital Director.
Anche se presentata in un ambiente assurdamente oscuro, la collezione è sembrata impressionante: abiti comodi con spallone accentuate, indossati con gonne a matita e leggings in pelle col motivo Occhio di Pernice. Come un remake di Dallas in Lombardia. Bluse da immaginario arcadico-bucolico, camicie maschili e abiti fazzoletto; superbi piumini con stampe naturali e varie calzature particolarmente riuscite, frutto di una collaborazione con Moon Boot.
“Volevamo far rivivere lo spirito vivace che regnava nella Milano degli anni ’80 — l’età dell’oro del Quadrilatero della Moda di questa città — creando una moda new retrò contemporanea, che fosse su misura per l’era digitale”, ha precisato lo stilista Dorian Tarantini, mentre il cast di modelle sfilava lungo la passerella retroilluminata.
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