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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
18 mag 2023
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Boohoo resta ottimista nonostante cifre in rosso

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
18 mag 2023

Il gruppo Boohoo ha pubblicato i suoi risultati annuali. Non sorprende che l’esercizio finanziario 2023, che si è concluso a febbraio di quest’anno, sia stato caratterizzato da un calo dei ricavi dell'azienda dell'11% su base annua, a 1,768 miliardi di sterline (2,04 miliardi di euro), che diventa addirittura del 13% escludendo gli effetti dei cambi valutari. Ma su base triennale, le sue entrate sono cresciute del 43%.

Debenhams


Anche il margine lordo si è ridotto, scendendo al 50,6% dal 52,5% di un anno prima e dal 54% di tre anni fa.

Collocandosi a 63,3 milioni di sterline (72,94 milioni di euro), l'EBITDA rettificato del proprietario di Debenhams, Karen Millen, Nast e PrettyLittleThing è crollato del 49% rispetto allo scorso anno e del 50% rispetto all'anno fiscale 2020. Questo valore ha risentito del calo delle vendite, dell'inflazione che incide sui costi di trasporto e logistica e dell’aumento delle spese per manodopera ed energia. Gli investimenti strategici in corso hanno ulteriormente eroso i profitti, ma dovrebbero dare risultati nel medio termine.

Le perdite rettificate al lordo delle imposte si sono attestate a 1,6 milioni di sterline (1,84 milioni di euro), rispetto all’utile di 82,5 milioni di sterline (95,07 milioni di euro) registrato un anno fa. Le perdite statutarie ante imposte hanno raggiunto i 90,7 milioni di sterline (104,50 milioni di euro), rispetto ai 7,8 milioni di sterline (8,99 milioni di euro) dello scorso anno nello stesso periodo.

L'azienda ha scelto di concentrarsi sulle buone notizie: ha guadagnato quote di mercato significative negli ultimi tre anni, ha automatizzato con successo la sua struttura di Sheffield, “con prestazioni operative conseguentemente ottimizzate e significativi risparmi sui costi”, ha compiuto “progressi significativi” nella predisposizione del suo progetto del centro di distribuzione che dovrebbe aprire quest'anno negli Stati Uniti, ha “riposizionato il magazzino, ora scremato, reso meno denso e più rapido” con una diminuzione del 36% delle proprie scorte, e ha aumentato la posizione di cassa.

Ma diamo un'occhiata alle cifre più da vicino. Il calo totale delle entrate è dell'11%. Nel Regno Unito, è “solo” del 9% su base annua. A tre anni, l'aumento è del 61%. I ricavi dall'estero sono in calo del 13% rispetto al 2022, ma in crescita del 22% rispetto al 2020.

Il Regno Unito rimane il mercato più importante per il gruppo, generando il 62% del suo fatturato. Le percentuali di resi sono aumentati nel Paese e in altre regioni, superando i livelli pre-pandemia, a causa di un rimpasto nell'offerta di prodotti a seguito della revoca della maggior parte delle restrizioni sanitarie. Logicamente, gli abiti da sera vengono restituiti più spesso dei vestiti per riposare in casa. Sul bilancio ha pesato anche l'introduzione di nuovi marchi dal posizionamento di prezzo più elevato, più soggetti ai resi. Infine, si sono fatti sentire anche i macrotrend dei consumi.

Il margine lordo è diminuito dal 49,4% al 47,9%, a causa delle maggiori spese per le consegne e dei maggiori costi di produzione dei prodotti.

Nel tentativo di compensare questo fenomeno, sono stati aumentati i prezzi di alcune categorie, ma l'azienda ha dovuto comunque “stare attenta a proporre prezzi sempre competitivi con quelli della concorrenza, perché anche i clienti risentono dell'inflazione e dell’aumento del costo della vita”.

La performance nel Regno Unito dei marchi recentemente acquisiti da Boohoo è “incoraggiante”. Il grande magazzino Debenhams continua a crescere. Il gruppo ha anche guadagnato quote di mercato negli ultimi tre anni.

Negli Stati Uniti i risultati sono stati inferiori alle aspettative, con ricavi in ​​calo del 19% su base annua. In tre anni, invece, la crescita è del 38%. I tempi di consegna negli Stati Uniti “sono ancora più lunghi rispetto a prima della pandemia”, il che incide negativamente sulla domanda, anche se la situazione “sta gradualmente migliorando con una ripresa della crescita nell'ultimo bimestre dell'anno”. Anche l'apertura di un magazzino negli States nel 2023/24 dovrebbe migliorare le prestazioni dell'azienda nella regione.

In Europa (escluso il Regno Unito), le vendite sono in calo del 6% rispetto al 2022, ma in aumento del 10% rispetto al 2020. Il mercato europeo è attualmente stagnante rispetto ai livelli pre-pandemia. “Fortunatamente, i nostri marchi recentemente acquisiti stanno facendo grandi progressi, ma partono da lontano”, ricorda l'azienda.
 
Nel resto del mondo il fatturato è in calo del 2% rispetto al 2022, ma in crescita del 3% rispetto al 2020. Marketplace e wholesale “hanno visto una forte crescita in Medio Oriente” e alcuni mercati, come l'Australia, iniziano a presentare miglioramenti grazie alla riduzione dei tempi di consegna.

Nel 2023, il gruppo ha identificato 18 milioni di clienti attivi, in netto aumento rispetto ai 13 milioni del 2020. “Il nostro mercato di riferimento potrebbe raggiungere fino a 500 milioni di potenziali clienti”, afferma Boohoo.

PrettyLittleThing x Kappa


Il gruppo riferisce ancora della possibilità di “sviluppare un'infrastruttura globale in grado di sostenere un fatturato netto di oltre 4 miliardi di sterline (4,61 miliardi di euro)”, anche se probabilmente non sarà necessaria fin da subito.

L'azienda accoglie con favore il “notevole progresso del grande magazzino digitale Debenhams, con quasi 1.600 marchi disponibili e il riuscito rilancio della categoria cosmetici”.
 
L'ottimizzazione dei costi si traduce anche nella semplificazione della struttura dell'organizzazione e della rete dei magazzini, con conseguente risparmio di materiali.

La strategia di sostenibilità è stata rafforzata con il lancio della piattaforma di rivendita PrettyLittleThing e l'implementazione del programma di audit Fast Forward “all’avanguardia del settore” presso tutti i suoi fornitori nel Regno Unito.

Quindi, quando tornerà a crescere Boohoo? Si tratta della “priorità strategica” per l'anno in corso. Gli investimenti per l'accelerazione dello sviluppo prodotto, l'automazione della logistica e l'apertura di un centro di distribuzione locale negli Stati Uniti (secondo mercato del gruppo), prevista entro la fine dell'anno, dovrebbero contribuire al raggiungimento di questo obiettivo.

Tuttavia, le entrate dell'anno in corso dovrebbero ristagnare nella migliore delle ipotesi, o diminuire del 5% nella peggiore, nonostante i maggiori sforzi per rendere redditizie le vendite.
 
Nel primo semestre, il calo dovrebbe essere compreso tra il 10 e il 15%. Ma una crescita dovrebbe tornare a presentarsi nella seconda metà dell’anno.
 
L'EBITDA rettificato per l'esercizio 2024 dovrebbe migliorare, collocandosi fra 69 e 78 milioni di sterline (79,50 e 89,87 milioni di euro), che è anche ciò che gli economisti si aspettano.

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