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12 apr 2022
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Bonprix spinge sulla sostenibilità e si evolve come marchio di moda verticalizzato

Pubblicato il
12 apr 2022

Giunto al 25° anno di attività Bonprix, gruppo tedesco specializzato nell’e-commerce di abbigliamento con quartier generale situato a Valdengo, nel biellese, ovvero nel cuore del distretto italiano del tessile, continua a rinnovare il suo impegno per una produzione più sostenibile per l’ecosistema. Il suo obiettivo dichiarato è di arrivare ad utilizzare il 75% di fibre e materiali sostenibili entro il 2025 e il 100% entro il 2030. “Quando capisci di essere parte del problema, occorre che ti impegni per diventare parte della sua soluzione. E lo sforzo deve essere collettivo”, spiega a tale proposito a FashionNetwork.com Cyril Ninnemann, il manager tedesco 34enne che lo scorso novembre ha preso il timone della filiale italiana di Bonprix. “L’intera nostra compagnia, non solo un dipartimento interno, lavora costantemente all’ottenimento di una migliore sostenibilità. Perciò prima ancora di raggiungere queste percentuali, intendiamo ridurre le nostre emissioni totali di CO₂ del 40% entro la fine del 2025 rispetto al dato del 2018”.

Homepage del sito di Bonprix Italia


Per adeguarsi in tempi record agli standard ambientali imposti dalla Commissione Europea nel dicembre 2019 con il “Green Deal europeo”, Bonprix intende quindi diventare “CO₂ neutrale” entro il 2030. Bearing Point, società di consulenza specializzata in questo settore, ha messo a punto una soluzione dotata di strumenti analitici in grado di misurare l’impronta di carbonio di un'azienda nell’ambiente. La soluzione è stata adottata anche da Bonprix esclusivamente per la propria filiera italiana. Nello specifico, verranno tracciate, in modo accurato e conforme alle normative vigenti, le emissioni in CO₂ a livello di processo, operazioni e azienda, per giungere gradualmente alla neutralità, con i dati rilevati totalmente trasparenti. “Ci stiamo anche impegnando per una tracciabilità totale della nostra supply chain, e lo facciamo lavorando fianco a fianco con i nostri fornitori, che andiamo anche a formare sulle pratiche di lavorazione più eco-sostenibili”, tiene a sottolineare Ninnemann.
 
Recentemente il 75% dell’assortimento di scarpe e il 95% delle borse a marchio Bonprix sono stati certificati come vegani dalla PETA (People for Ethical Treatment of Animals), la più grande organizzazione internazionale per i diritti degli animali, e da qualche anno l’azienda impiega materiali vegetali, come Lyocell,Tencel o Modal, per i propri prodotti, oltre a realizzare collezioni sostenibili con capi realizzati in cotone organico, bottiglie in PET, poliestere riciclato, Lenzing ed Ecovero, attualmente la fibra di viscosa più ecologica sul mercato. Nel 2021 inoltre, si sono aggiunti alla sua gamma di prodotti green ben 160 articoli per neonati.

“La trasformazione che Bonprix sta portando avanti è davvero unica, perché siamo partiti da un mindset da retailer per diventare sempre più un vertical fashion brand. E lo stiamo facendo digitalmente”, si entusiasma Ninnemann, che prima di vedersi affidata l’Italia ha condotto la riorganizzazione del team Russia di Bonprix, azienda che fa parte del gruppo tedesco di retail e servizi Otto, che con ricavi online per circa 9,9 miliardi di euro (sui suoi 15,6 miliardi totali) si distingue come uno dei più grandi rivenditori online al mondo. “Non mi vengono in mente esempi simili al nostro - nel settore della moda in Europa - di retailer che si impegnano a diventare marchi verticali. Attualmente ci stiamo focalizzando sul migliorare il nostro time-to-market ed essere molto efficienti. Dall’altro lato, diventare un brand significa anche dover suscitare emozioni e creare fedeltà al marchio, ascoltando i propri clienti. Nonché essere presenti nei canali giusti, con i contenuti più adatti. Queste sono le principali trasformazioni cui stiamo andando incontro, sia nel back end che nel front enddel nostro business”.

Cyril Ninnemann - Bonprix


Bonprix è arrivato a coprire quasi tutto il Vecchio Continente, e non prevede una distribuzione al di fuori dell’Europa per il momento, “in quanto vediamo ancora un ottimo potenziale nei mercati in cui siamo già presenti”, spiega Ninnemann, “anche se saremmo in grado di avere anche altrove un rapido time-to-market".

Al gruppo Bonprix Italia, diretto da Ninnemann, fanno capo le filiali di Italia, Austria, Svizzera, e Spagna, dove Bonprix si è lanciato due anni fa, ma anche il mercato della Scandinavia, dove Bonprix lo scorso anno è approdato in Finlandia. La branca italiana di Bonprix segue anche i mercati di Grecia e Slovenia.
 
Principali sbocchi commerciali di Bonprix sono il mercato di casa della Germania, che genera all’incirca il 40% delle vendite, seguito da Francia, Paesi Bassi e al quarto posto da Italia e Cechia a pari merito. “L’Italia ha registrato un picco di vendite durante la pandemia, ma ha ancora grandi potenzialità per veder crescere esponenzialmente il proprio business digitale, in quanto ha sviluppato in ritardo la dimensione online, e così la sua percentuale di vendite sul Web rispetto al totale del mercato, soprattutto nella moda, è ancora piuttosto bassa rispetto a quella delle altre grandi nazioni europee”, assicura Ninnemann, che è entrato a far parte del gruppo Otto nel novembre 2012 come consulente e successivamente ne è diventato Project Manager/Responsabile di reparto, gestendo per più di 6 anni vari progetti strategici per il colosso di Amburgo.
 
“Inoltre”, prosegue il dirigente tedesco, “abbiamo differenti costi operativi a seconda delle nazioni e cerchiamo di essere molto differenziati nel nostro approccio di marketing da mercato a mercato. Certamente nelle nazioni che mostrano resi più alti negli acquisti online (fino al 40-50% a volte) il margine iniziale nel prezzo deve essere più alto, ma non è il caso dell’Italia, che ha percentuali di reso fra i più bassi”.

Bonprix


Al termine dell’esercizio 2021, il gruppo Bonprix ha ottenuto un fatturato a livello globale di oltre 2 miliardi di euro, +13% sul 2020. L’Italia è salita solo del 4% a causa soprattutto di un calo registrato anche online, nella seconda metà dell’anno, della predisposizione ai consumi per i prodotti moda e percepito da tutto il mercato, ma anche per l’elevata base comparativa, vista la forte crescita (+25%) che era stata ottenuta nel 2020.
 
Nonostante Bonprix venda abbigliamento uomo, bambino e tessile casa, il suo focus rimane sull’universo femminile. “Poniamo la cliente donna al centro delle nostre attenzioni. La moda femminile è il nostro DNA, tanto che non abbiamo in mente di ampliare le nostre categorie di prodotti”, conclude Cyril Ninnemann.

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