4 mar 2020
Blumarine, sul piano di rilancio pesano 61 esuberi
4 mar 2020
Blumarine alle prese con il riassetto. A pochi mesi dal cambio di proprietà, il brand donna di punta del distretto moda carpigiano ha aperto una procedura di licenziamento collettivo per 61 dipendenti.

La scelta è motivata da difficoltà di bilancio, spiega una nota della Cisl-Emilia, con un fatturato sceso a 23 milioni di euro nell’esercizio 2019 a fronte di perdite per 14 milioni. La casa di moda occupa nel complesso 97 persone, di cui 74 a Carpi e 23 a Milano.
La crisi Blumarine ha origini antiche e in questi anni sono già usciti oltre 50 lavoratori, ricorda la sigla sindacale. L’ultima cassa integrazione straordinaria è terminata lo scorso novembre e i sindacati, dopo l’incontro con l’azienda del 27 febbraio, stanno valutando la possibilità di attivare altri ammortizzatori sociali.
A gestire la nuova fase è Marco Marchi, patron di Liu Jo e fondatore della Holding Eccellenze Italiane, che ha rilevato il marchio lo scorso dicembre dalla fondatrice Anna Molinari e dalla famiglia Tarabini. La prima mossa per il rilancio del brand è stata la nomina alla direzione creativa del giovane e talentuoso stilista Nicola Brognano, che debutterà con la resort a giugno 2020 prima di scendere in passerella a Milano il prossimo settembre.
Intanto, le parti sociali chiedono un nuovo incontro per confrontarsi sul piano industriale e sul numero dei licenziamenti, considerato eccessivo. “Stiamo aspettando il piano per vedere il progetto di rilancio dell’azienda e la disponibilità a effettuare i necessari investimenti”, afferma Roberto Giardiello (Femca Cisl Emilia Centrale). “In ogni caso chiediamo che i licenziamenti siano volontari, con incentivi e ricollocazioni sul territorio”.
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