9 mar 2023
Bikkembergs evolve la licenza orologi/gioielli con l’italiana Arkano lanciando gli smartwatch
9 mar 2023
La griffe di sport couture Bikkembergs si è recentemente impegnata in un processo di riorganizzazione delle proprie licenze per riportarsi su un posizionamento elevato, che l’ha portata a perfezionare un accordo per l’abbigliamento con la toscana Factory S.r.l. (quella che produce il marchio Drome), dopo gli accordi per le borse con Principe SpA e per le scarpe con il Calzaturificio Zengarini. Il deal riguardante orologi e gioielli – a livello mondiale – è invece stato finalizzato nel 2020 con la società Arkano S.r.l., di Conegliano (TV).
“Siamo partiti dal gioiello, nostro main business da 30 anni”, racconta a FashionNetwork.com Antonio Babolin, che ha fondato Arkano nel 1992. “Per molti anni abbiamo realizzato gioielli in oro e diamanti dall’alto valore intrinseco. Poi però il mercato è cambiato. L’uomo si è rivolto verso gioielli più fashion. Perciò, senza rinunciare alla nostra filosofia produttiva, siamo ‘scesi’ di livello, mantenendo le nostre creazioni sempre ben fatte, artigianali e realizzate a mano, ma rendendole più accessibili. Per aggiungere valore alla nostra produzione, optammo quindi per acquisire la licenza di un brand di moda. E siamo stati scelti da Bikkembergs, griffe che ha dato ai nostri gioielli quella rappresentatività, quell’alone di fascino in più che un bracciale in oro fine a se stesso non può dare”.
Dopo la realizzazione dei gioielli (che ora sono in acciaio e diamanti), da questo inizio 2023 Arkano ha prodotto e lanciato la prima linea di orologi, più precisamente smartwatch, per il marchio fondato negli anni ’80 dallo stilista belga Dirk Bikkembergs. Sono 3 referenze (un modello piccolo, uno medio, uno grande) con un’elevata serie di varianti di colore dei cinturini e delle casse.
In pieno stile Bikkembergs, che propone da sempre una filosofia stilistica di moda sport-couture di qualità premium, ma accessibile, i gioielli vengono venduti al pubblico a prezzi che spaziano da 49 euro a 250 euro, mentre gli smartwatch costano da 119 a 159 euro.
Arkano, che ha 20 dipendenti in Italia e 300 nello stabilimento manifatturiero che possiede in Cina, produce internamente questi articoli, avvalendosi per alcuni passaggi di una rete di terzisti. “Al termine di quest’anno contiamo di superare in Italia i 1.000 punti vendita in cui commercializzeremo gli smartwatch, i gioielli, e anche la pelletteria Bikkembergs (perché noi distribuiamo anche quella, prodotta però da Principe) e di arrivare a diffonderli in oltre 50 nazioni”, afferma il CEO di Arkano. Per la pelletteria, Arkano e Bikkembergs hanno scelto una strategia simile a quella di Montblanc. “Abbiamo individuato un’affinità merceologica importante per i punti vendita di gioielleria. Questi prodotti in pelle vanno infatti a completare l’offerta di Bikkembergs e stuzzicano i clienti classici delle gioiellerie con nuove opportunità d’acquisto. Sta arrivando anche il profumo”, assicura Babolin.
E il brand Arkano? Da alcuni anni non fa più parte dell’azienda di Conegliano. “Nel momento in cui ci siamo rimessi in discussione adottando la licenza, ci siamo proiettati esclusivamente su questo universo. Il valore aggiunto che deve offrire un brand che vende un gioiello accessibile deve essere talmente elevato che un’azienda piccola, o comunque concentrata solo su una licenza, come la nostra, non può sopportare altre produzioni”, racconta Antonio Babolin, “perciò il marchio Arkano lo abbiamo venduto diversi anni fa, mantenendone il nome solo per la nostra società. Nel 2002 prendemmo come testimonial Flavio Briatore, e Arkano ottenne un certo successo di vendita internazionale, arrivando persino a 5 milioni di euro di giro d’affari, ma non è mai riuscito ad essere visto come un brand, ma come una collezione di stampo artigianale”, spiega l’imprenditore.
Bikkembergs, che viene distribuito in circa 400 multimarca e 20 store monobrand nel mondo, è reduce da un riassetto aziendale guidato dalla cinese Modern Avenue Group, salita al 100% del suo capitale a febbraio 2019. La casa di moda, al lavoro per una nuova location su Milano, punta sul “progetto franchising all’estero, con Middle East, Nord Europa (Olanda, Benelux...) e Spagna come mercati target”, ha rivelato in una recente intervista a FashionNetwork.com l’Amministratore Delegato Dario Predonzan.
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