Reuters
28 nov 2019
Big del Web: nel 2018 versati al fisco italiano 64 milioni di euro
Reuters
28 nov 2019
Nel 2018 i giganti del web e del software, tra cui Google, Amazon, Facebook e Microsoft in Italia hanno fatturato 2,4 miliardi di euro, versando al fisco 64 milioni di euro al netto delle transazioni legate ad accordi con le autorità italiane.
E’ quanto emerge dalla ricerca ‘I Giganti del WebSoft’ a cura dell’area Studi di Mediobanca, che ha analizzato i bilanci delle controllate italiane dei 25 principali colossi del web, che pagano un’aliquota media (tax rate) del 33%, contro il 30% circa delle altre imprese.
Il fatturato aggregato delle controllate italiane pesa appena lo 0,3% rispetto al totale mondiale, mentre dal punto di vista occupazionale il settore in Italia conta poco meno di 10.000 occupati (lo 0,5% del settore a livello globale).
I dati, spiegano dall’ufficio studi, risentono del fatto che la gran parte del giro di affari generato dalle attività italiane viene ‘spostato’ in Paesi con fiscalità agevolata. In Italia, spiega il rapporto, rimane solo il 14% della liquidità totale, mentre attraverso il sistema del cash-pooling circa l’85% va a confluire in Paesi con fiscalità agevolata.
Secondo l’indagine, nel quinquennio 2014-2018 circa la metà dell’utile ante-imposte questi colossi è stato tassato in Paesi con fiscalità agevolata, con conseguente risparmio fiscale accumulato di 49 miliardi di euro.
Sulla questione è intervenuta la stessa Amazon, per cui “è fondamentalmente errato equiparare tutte le aziende digitali senza tenere in considerazione le differenze dei business in cui operiamo: l’imposta sulle società - prosegue l'azienda - si basa sui profitti, non sui ricavi, e i nostri profitti sono rimasti bassi sia perché il business consumer retail è un business con margini ridotti sia per i continui, forti investimenti di Amazon in Italia che, dal 2010, ammontano a oltre 1,6 miliardi di euro.
“Nel caso di Amazon”, specifica il gruppo di Bezos, “la nostra aliquota fiscale effettiva globale dal 2010 al 2018 è stata mediamente del 24% e la nostra attività di business consumer è in perdita. E questo rapporto ignora anche il record di investimenti e la continua creazione di posti di lavoro in Italia, che aggiungerà ulteriori 1.000 dipendenti a tempo indeterminato ai 6.500 entro la fine del 2019 – dipendenti che lavorano in 20 sedi diverse con tutti i livelli di esperienza, istruzione e competenze.
Secondo il gigante dell'e-commerce, il “Rapporto dell'Area Studi Mediobanca ‘Multinationals: Financial Aggregates’ si basa su una ricerca non corretta sulle società ‘Websoft’ e trae conclusioni errate, almeno per quanto riguarda Amazon. Il rapporto non ha preso in considerazione l’impatto di tutte le entità italiane, ma solo 7 delle 11 società con cui Amazon opera in Italia che hanno ricadute in termini di gettito sia a livello locale sia a livello nazionale. Inoltre, Amazon paga tutte le tasse dovute in Italia e in tutti i Paesi in cui operiamo e le tasse pagate in Italia sono più alte rispetto a quelle dichiarate nel rapporto in quanto, da maggio 2015, abbiamo una succursale italiana di Amazon EU Sarl che registra tutti i ricavi, le spese, i profitti e paga le imposte dovute in Italia per le vendite al dettaglio, non in Lussemburgo”.
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