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Pubblicato il
9 mag 2023
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Bidayat compra e rilancia il marchio Walter Albini

Pubblicato il
9 mag 2023

Bidayat, piattaforma di investimento fondata dal CEO del fondo d’investimento qatarino Mayhoola (che possiede tra gli altri Valentino, Balmain e Pal Zileri), Rachid Mohamed Rachid, ha acquisito proprietà intellettuale e una parte sostanziale degli archivi dello stilista italiano Walter Albini.

Un ritratto di Walter Albini nel 1971 - Gian Paolo Barbieri


La piattaforma Bidayat sta avviando in queste settimane una collaborazione con diversi musei, istituzioni culturali, curatori, editori, testate massmediatiche e consulenti del lusso per creare awareness e riconoscibilità intorno all’eredità di Walter Albini e all’impatto che il designer nato il 3 marzo del 1941 a Busto Arsizio (VA) e morto il 31 maggio del 1983 a Milano è riuscito a dare all’industria della moda, seppur nella sua breve vita, con l’intenzione di rilanciarne l’omonimo marchio.
 
La notizia pare intersecarsi con una delle vicende più controverse e commentate dall’universo fashion negli ultimi tempi. Secondo indiscrezioni riportate da alcune testate della stampa italiana, infatti, lo stilista Alessandro Michele, al momento inattivo dopo la sua chiacchieratissima uscita da Gucci lo scorso novembre, sarebbe stato contattato dal fondo Mayhoola proprio per rilanciare stile ed immagine del brand Walter Albini a partire dal 2024. Contattati a tale proposito da FashionNetwork.com, i rappresentanti di Bidayat hanno rifiutato qualsiasi commento.

Antesignano del gender fluid, il designer Walter Albini divenne celebre tra la metà degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Ottanta per il suo approccio avanguardista e innovativo. All’epoca riconosciuto a livello internazionale come uno dei più grandi stilisti italiani, a Walter Albini si deve la diffusione del concetto di “Made in Italy” nel mondo, oltre ad essere stato uno dei pionieri del movimento del ready-to-wear ed aver contribuito ad impostare il concetto di total look in un fashion show del 1971 in cui ha riunito per la prima volta cinque produttori di diversi settori sotto un'unica collezione di prêt-à-porter, racconta un comunicato di Bidayat.

Lo stile del brand Walter Albini nei primi anni '70 - Alfa Castaldi


Diplomatosi all’istituto “Italo Cremona” di Torino a soli 16 anni, Walter Albini comincia a lavorare come illustratore presso giornali e riviste. Vive a Parigi dal 1961 al 1965, lavorando per le agenzie di styling di Maimè Arnodin e Denise Fayolle, per le quali disegna stampe e pattern per i tessuti. Nel 1963 crea la sua prima collezione per Gianni Baldini. Dopo aver conosciuto Mariuccia Mandelli, lavora 3 anni per Krizia a Milano dove esplora costruzioni, tecniche e materiali, e durante la sua ultima stagione collabora con un giovane Karl Lagerfeld. Alla fine degli anni '60 disegna anche per alcune delle altre case di moda italiane più influenti dell'epoca, tra cui Billy Ballo, Cadette, Cole of California, Montedoro, Misterfox, Glans, Annaspina, Paola Signorini e Trell, collaborando poi con Etro sui tessuti stampati e successivamente con Ferré sulla bigiotteria.
 
Dopo i debutti di successo dei primi anni ’70 con sfilate elogiate da pubblico, critica e colleghi, Albini prende la coraggiosa decisione di essere il primo stilista a lasciare lo storico Palazzo Pitti di Firenze a favore di Milano, dando vita di fatto alle “Collezioni Donna” milanesi. Il suo lavoro pionieristico e il suo atteggiamento trasformativo hanno segnato la nascita del movimento prêt-à-porter in Italia. Con l'aiuto di Joan Burnstein, proprietaria della rinomata boutique Browns a Londra, presenta nel 1973 una sfilata nella capitale inglese in cui introduce la giacca destrutturata. Dopo la collezione unisex Autunno-Inverno 1975/76 e gli anni di co-lab con Trell molto apprezzati, Albini sperimenta nuovi formati di fashion show o presenta le sue collezioni sotto forma di mostre fotografiche in gallerie d’arte, continuando a disegnare (anche haute couture) dopo la conclusione del sodalizio con Trell e il rilancio del suo marchio eponimo, fino all’inizio degli anni ’80.
 
Albini ha anche introdotto nuove pratiche di couture e sartoriali. Sebbene il nome e il marchio dello stilista fossero stati presto dimenticati, a causa della sua morte precoce all’età di 42 anni, le sue straordinarie creazioni e la trasformazione che portò nel mondo della moda continuano a ispirare alcuni dei più ricercati stilisti e talenti artistici del mondo.
 
Il contenuto degli archivi di Walter Albini era in precedenza di proprietà di Barbara Curti, la cui madre, Marisa Curti, fu una collezionista di lunga data di Walter Albini, sin dagli esordi dello stilista. Secondo Barbara Curti, citata nel comunicato, la “ricerca della perfezione” di Walter Albini “ha cambiato l’intero ecosistema della moda italiana”. L’archivio rappresenta il più ampio catalogo di capi e accessori del marchio e include capi d’abbigliamento caratterizzati dalle stampe particolarissime di Walter Albini, da accessori in tessuto, ma anche da gioielli, disegni originali e fotografie. Barbara Curti continuerà a seguire il progetto in qualità di curatrice dell’archivio e consulente per Bidayat.

Rachid Mohamed Rachid - Bidayat


“Siamo onorati di aver riscoperto questo gioiello nascosto della moda italiana e stiamo attualmente studiando i vasti archivi di Walter Albini per porre le basi per il futuro del brand omonimo. Walter Albini merita di veder rivendicato il suo posto tra i più importanti brand del panorama internazionale della moda”, ha annunciato il fondatore e presidente di Bidayat, Rachid Mohamad Rachid. “La vera sfida sarà trovare una squadra direttiva del giusto calibro per concretizzare la nostra visione e ambizione”.
 
La piattaforma Bidayat è nata per supportare finanziariamente le start-up più promettenti dell’area MENA (Medio Oriente e Nord Africa), ma anche dell’Europa. Non a caso, Bidayat SA è basata in Svizzera, a Lugano, in Via Guglielmo Marconi, 4. Altri uffici societari si trovano a Milano, Parigi, Londra, Il Cairo ed Istanbul.
 
La società madre di Bidayat, Alsara Investment Group, sempre fondata e guidata da Rachid Mohamed Rachid, ha precedentemente investito nel player dell’occhialeria di lusso Akoni Group, e nello specialista italiano dei piumini Khrisjoy. Bidayat possiede anche quote di minoranza, acquisite di recente, di due marchi egiziani: Azza Fahmy (gioielli) e Okhtein (borse e accessori), nonché la piattaforma collaborativa di designer originari del Qatar FROMM.

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