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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
29 gen 2020
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Bernard Arnault prevede una “congiuntura redditizia” nel 2020 per LVMH

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
29 gen 2020

LVMH, il gruppo del lusso più grande al mondo, ha archiviato un’annata 2019 “record”, generando un fatturato globale di 53,7 miliardi di euro, in crescita del 15% rispetto al 2018.

Il CEO di LVMH, Bernard Arnault - LVMH


In crescita organica, il colosso francese ha annunciato questo martedì a Parigi che le sue vendite sono aumentate del 10%. Anche se parzialmente indebolite dagli eventi di Hong Kong, le vendite sono salite del 12% nell’ultimo trimestre. Anche il risultato operativo corrente è aumentato, del 15%, a 11,5 miliardi di euro, mentre il margine operativo corrente raggiunge il 21,4%. L'utile netto del gruppo ammonta a 7,2 miliardi di euro, in crescita del 13%.
 
“LVMH ha vissuto un’altra annata record, sia in termini di ricavi che di utili. La desiderabilità dei nostri marchi, la creatività e la qualità dei nostri prodotti, l'esperienza unica offerta ai nostri clienti, il talento e l'impegno dei nostri team sono la forza del gruppo e ancora una volta hanno fatto la differenza”, ha dichiarato il PDG e azionista di maggioranza di LVMH Bernard Arnault, durante una presentazione nel quartier generale di LVMH, in avenue Montaigne a Parigi.

Evocando il futuro, Bernard Arnault ha dichiarato: “Per il 2020, penso che, come in altri anni, la congiuntura economica sarà redditizia... Ma esiste sempre la possibilità di una crisi economica, soprattutto quando i tassi di interesse sono vicini allo zero... Ci dovrà obbligatoriamente essere un riassestamento un giorno”.
 
Poco prima della conferenza, LVMH ha annunciato di essersi impegnata a versare 16 milioni di renminbi (2 milioni di euro) all’associazione cinese della Croce Rossa per l’acquisto di materiale medico a Wuhan. Alla richiesta di una sua opinione sull’epidemia, Bernard Arnault ha detto che: “È molto presto per avere una risposta sulle conseguenze che avrà. Detto questo, il virus è apparentemente un po' meno aggressivo di quello della SARS di Hong Kong (nel 2003, ndr.). Inoltre, il governo cinese ha reagito in maniera estremamente solida e la sua efficienza nella gestione di tutto quanto ruota attorno all'epidemia dovrebbe avere un impatto eccellente. Abbiamo l'impressione che l'epidemia dovrebbe essere sotto controllo entro la metà di marzo, secondo quello che ho letto. Finalmente!”.
 
Moda e pelletteria pesano per un terzo sulle vendite del gruppo
 
Analizzando le vendite per categorie di prodotti, il settore chiave di LVMH, moda e pelletteria, realizza una progressione delle vendite del 20%, a 18,455 miliardi di euro, pari a un terzo del fatturato totale di LVMH, e tre volte la cifra della divisione profumi e cosmetici, che ha raggiunto i 6,092 miliardi di euro. La divisione vini e liquori si attesta a 5,143 miliardi di euro e gli orologi e gioielli a 4,123 miliardi di euro. La seconda maggiore divisione del gigante del lusso è il settore della distribuzione selettiva, che ha generato vendite per 13,646 miliardi di euro.
 
Parlando dal suo podio, davanti a 300 tra analisti, giornalisti e dirigenti, Bernard Arnault si è rallegrato del “grande successo” dei due direttori artistici di Louis Vuitton, Nicolas Ghesquière e Virgil Abloh, dello sviluppo della rete di punti vendita e della visibilità del marchio.

Louis Vuitton - Autunno-Inverno 2020 - Menswear - Parigi - © PixelFormula


“Vuitton è il marchio punto di riferimento per il lusso nel mondo. Abbiamo aperto due nuove fabbriche in Francia e negli Stati Uniti, ma non sono ancora sufficienti per soddisfare la domanda”, si vanta, parlando in francese.
 
Kim Jones e Maria Grazia Chiuri “eccellenti”
 
Passando al “secondo marchio di moda”, Christian Dior, Arnault sottolinea lo storico successo della mostra londinese “Christian Dior: Designer of Dreams” che ha attirato oltre 600.000 visitatori; si congratula anche con i due direttori artistici della casa di moda transalpina, Kim Jones e Maria Grazia Chiuri, aggiungendo con un sorriso: “Sono entrambi eccellenti”.
 
Per Fendi, il PDG di LVMH rimpiange la triste scomparsa dello storico stilista del marchio, Karl Lagerfeld, mentre per Loewe elogia il designer Jonathan Anderson, che definisce “estremamente talentuoso, il che fa sì che Loewe goda di una crescita notevole, anno dopo anno”.
 
Infine, ha speso qualche parola positiva per Berluti, che fa “un prêt-à-porter per uomo formidabile” e per Rimowa, per “la sua notevole crescita da quando l'abbiamo acquisito”, affermazioni che hanno fatto sorridere i CEO delle due aziende, che sono i suoi figli maggiori, Antoine e Alexandre.
 
Lo scorso novembre, LVMH ha preso il controllo di Tiffany & Co, il gioielliere americano noto per gli anelli di fidanzamento e le collane di diamanti, per la somma di 16,2 miliardi di dollari (14,7 miliardi di euro). Questa transazione in contanti ha contrassegnato la più grande acquisizione mai effettuata dal CEO di LVMH Bernard Arnault (l’uomo più ricco d’Europa). Un’operazione che mette la società francese in diretta concorrenza con il gruppo Richemont, proprietario tra l’altro di Cartier, per il predominio del mercato della gioielleria. Nonostante questa enorme acquisizione, il flusso di cassa di LVMH è molto buono e l'indebitamento netto rettificato è solo del 16,2%.
 
Menzionando questa operazione, Bernard Arnault ha anche parlato di Bulgari, il suo più grande marchio di orologi e gioielli, facendo notare che da quando LVMH ha acquistato la casa italiana nel 2011, le vendite sono più che raddoppiate e gli utili quintuplicati: “Se succederà la stessa cosa con Tiffany, allora avremo fatto un ottimo lavoro”, ha insistito.
 
“Vero miglioramento” per Marc Jacobs
 
Rispondendo alle domande dei presenti, Arnault ha difeso il suo protetto negli Stati Uniti, Marc Jacobs: “C'è stato un vero miglioramento. Abbiamo lanciato una nuova fragranza che è magnifica e Marc sta lavorando molto duramente con un nuovo team di gestione”.
 
Quindi respinge la domanda di un giornalista italiano su una possibile acquisizione da parte di LVMH della squadra di calcio del Milan. “Questa storia è davvero un mistero. Il Milan è un club formidabile con giocatori eccezionali, ma credo sia la sesta o la settima volta che mi viene posta la domanda. E ripeto: non abbiamo alcun interesse per questo club!”. Poi devia un'altra domanda italiana su un possibile acquisto di Prada da parte di LVMH, liquidandola con un sibillino: “La stampa italiana scrive molto, eh!”.
 
Quando viene menzionato Internet, Arnault pone fine alle critiche che osservano come LVMH non performi abbastanza bene sul web (che in effetti contribuisce a una percentuale molto piccola delle vendite complessive del gruppo): “Sono un po' scettico a proposito del lusso sul web. Sapete, quando si guardano da vicino questi grandi siti di moda, si scopre che tutti perdono soldi. Quindi noi ci stiamo sviluppando in modo più garbato e stiamo cercando un modo per fare soldi”, ha risposto.

Un anello della collezione "Bee My Love" di Chaumet


LVMH possiede 75 marchi, un notevolissimo elenco di grandi nomi quali Christian Dior, Louis Vuitton, Givenchy, Hennessy, Bulgari, TAG Heuer, Guerlain, Dom Perignon, Veuve Clicquot e Sephora.
 
Bernard Arnault ha anche difeso la joint venture con Rihanna, le cui vendite stanno partendo molto lentamente, secondo quanto indicherebbero i rivenditori al dettaglio. Interpellato da FashionNetwork.com circa le voci di un’offerta che sarebbe stata fatta da LVMH per Techworld, l’azienda partner di Rihanna per il marchio di lingerie in crescita esponenziale Savage X Fenty, il PDG ha solamente risposto: “È una casa di moda nuova di zecca, quindi lasciamo un po' di tempo a Rihanna”.
 
Nella divisione bellezza e cosmetici, Arnault ha sottolineato “l’eccellente dinamismo” delle linee iconiche di Dior e la “progressione rapida” dei trattamenti di bellezza Prestige: “Li ho provati anch’io di persona ed è stato davvero bello”, ha aggiunto, facendo ridere i presenti.
 
Infine, per quanto riguarda orologi e gioielleria, Arnault è sembrato particolarmente felice dei risultati raggiunti da Chaumet, e più in particolare dalla linea “Bee My Love”, poiché è stato fiero di dire – per una volta in inglese: “It’s out of stock!”.

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