25 gen 2013
Berlino: Premium, la nuova locomotiva?
25 gen 2013
Berlino ha visto svolgersi la sua Fashion Week e una pletora di altri saloni. Una settimana, osservata da vicino da giornalisti e buyer, che ha visto la première del Panorama, salone dedicato ai marchi affermati, il riposizionamento del Bread&Butter, il cambio di location del Bright e soprattutto i dieci anni del Premium.
In totale, la stampa tedesca parla di 200.000 visitatori individuati nella capitale, gli stessi dello scorso luglio. "La mia impressione è che al Premium ci sia stata complessivamente meno gente, ma i clienti dettaglianti erano contenti. Le corsie sono organizzate in modo che tutti i visitatori passino davanti ad ogni stand o quasi; il che è positivo, tranne forse per il fatto che talvolta si ha l'impressione di trovarsi in una stazione ferroviaria", valutava Arielle Lévy dl Herbe Rouge, che esponeva anche all'Ethical Fashion Show.
Sia il Premium che il Bread&Butter hanno deciso da tempo di non fornire più alcuna cifra. Le ultime del Premium risalgono al 2011, con 60.000 presenze registrate. In quest'ultima edizione, l'incremento è stato ufficialmente del 5%, ma il dato è preso rispetto a luglio. Le due società organizzatrici evidenziano il lato internazionale del loro appuntamenti. Il Bread&Butter parla di un 70% di visitatori esteri. Il Premium precisa che tedeschi, austriaci e svizzeri hanno rappresentato il 36% del totale degli intervenuti. I cittadini del Benelux e della Francia insieme sono stati il 20%, ma i non europei solamente il 6%.
Di sicuro, a Berlino Premium ha guadagnato in potere e ha approfittato del ritorno del Bread & Butter nella capitale tedesca nel 2009. Completando la loro visita del Bread&Butter, vari buyer vengono alla ricerca di brand tedeschi o scandinavi e di capi femminili. Un altro fenomeno del quale ha beneficiato il Premium: alcune case madri hanno lasciato il Bread & Butter, mentre le loro controllate sono tornate al Premium, che ha anche attirato i produttori di jeans americani (True Religion, 7 For All Mankind, J Brand).
La fiera della stazione è stata storicamente percepita come meno festosa e più dedita al concludere ordini. «Il fatto di esporre qui è una nostra iniziativa e non una decisione dell'Italia. Siamo qui per toccare con mano il top dei buyer del Paese. In compenso però, l'atmosfera è meno festosa. I dettaglianti sono molto seri e rimangono concentrati sul come fare l’assortimento per la prossima stagione», commenta Thorsten Link, AD di Diesel Germania, intervenuto con la linea Black Gold.
Al Seek, il salone underground simile all'estetica di un Capsule e vicino del Premium, gli espositori erano contenti. "Questa location è più confidenziale, ma corrisponde al nostro posizionamento", puntualizza Simon di Veja.
C'erano molte persone nei corridoi del Bright, così sullo stand di Hub, Marije Buren, la responsabile marketing di questo marchio di calzature originario dei Paesi Bassi, è contenta della partecipazione; mentre invece, per un buyer proveniente dal Sud della Francia questa folla di gente dai look iperbolici aveva più a che fare con lo spettacolo che col business.
Comunque, i visitatori a Berlino si perdono nella moltitudine di eventi organizzati, impossibili da vedere tutti in soli tre giorni. Il Bread & Butter, per una volta, aveva giocato di squadra, spostando le date in avanti al martedì e permettendo così ai retailer di avere una giornata in più nella metropoli. Ma per il dispiacere di Karl-Heinz Müller, fondatore del Bread&Butter, solamente il Bright è stato alle regole, mentre le altre manifestazioni si sono allineate alle date del Bread&Butter.
Bruno Joly (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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