19 feb 2019
Benetton colora la fashion week milanese con Castelbajac
19 feb 2019
Benetton ha debuttato il 19 gennaio sulle passerelle milanesi, aprendo la settimana della moda donna con la prima sfilata di United Colors of Benetton, sotto la nuova Direzione Artistica di Jean-Charles de Castelbajac. “The Rainbow Machine”, questo il nome della prima collezione firmata dallo stilista e artista francese, un omaggio all’arcobaleno e ai suoi colori, elementi che accomunano Luciano Benetton e Jean Charles de Castelbajac, e un omaggio alla tradizione industriale dell’azienda veneta.
È stato proprio il colore ad avvicinare i due personaggi storici del mondo della moda: “Alla fine della scorsa estate, l’amore per il colore che abbiamo in comune ha portato a un connubio tra me e il patron di Benetton e devo dire che si tratta di una delle più belle esperienze della mia vita”, ha raccontato a FashionNetwork.com de Castelbajac. “L’arcobaleno e i colori hanno sempre fatto parte del mio stile: nel 1981 ho creato la maglia di Iceberg (brand di cui è stato co-fondatore, ndr) con i cartoon, che ha spopolato in tutto il mondo. Nel 1997 ho avuto l’onore, in quanto direttore artistico del Vaticano, di far indossare l’arcobaleno a Giovanni Paolo II durante la sua sua visita a Parigi; anche i vescovi, 5.000 preti e 1 milione di ragazzi hanno indossato l’arcobaleno in quell’occasione”.
Lo stilista parla di “cultura della bellezza, ma con democraticità”: “Per Benetton ho utilizzato il colore come cemento della democrazia e dello stile, riuscendo a fare una moda inventiva e democratica. Per me Benetton è una leggenda costruita nel tempo; oltre al colore, ci accomuna l’ironia”.
Tra i capi più emblematici della collezione creata da Castelbajac per UCB, il piumino rivisitato, con il grande logo in diagonale composto con lettere di colori diversi, gli stivali imbottiti a strisce colorate, o ancora la maglia jacquard con il logo Benetton e un ironico Topolino. “Oltre all’arcobaleno (arc en ciel in francese, ndr) volevo creare anche un ‘arco in terra’, riprendendo nuance che si ispirino alle tinte della terra”, ha proseguito il designer. “Vestiamo tutte le età e per noi è fondamentale la trasversalità tra le collezioni uomo e donna, che devono avere coerenza cromatica, di spirito e di stile. Abbiamo lavorato su pezzi basici e altri di livello più alto, con prezzi che vanno dai 9 euro di una t-shirt a 200/300 euro. Abbiamo contaminato tutta la collezione con il ‘virus’ del pop”. Una selezione della linea AI 2019-20 firmata de Castelbajac, circa 20/25 pezzi, sarà in vendita nei negozi Benetton sin da subito.
Raccontando la prima sfilata di United Colors of Benetton, lo stilista ha commentato: “La definisco più una performance che una sfilata. Volevo esprimere il concetto di solidarietà, del fare un prodotto insieme, per tutti. Ho quindi messo all’interno di una gabbia di neon, come Francis Bacon che cristallizzava i suoi soggetti con la pittura, uomini e macchine che lavorano insieme, come accade realmente negli stabilimenti Benetton. Macchine che creano arcobaleni, prodotti Made in Italy, belli e ben fatti”.
Presenti quindi in passerella delle vere e proprie macchine per maglieria, nella cornice di un set con enormi close-up di prodotto fotografati da Oliviero Toscani. Per la sua prima sfilata, UCB ha scelto solo una parte della sua collezione per il prossimo autunno/inverno, quella che rappresenta meglio il nuovo corso del brand: sono i “basici updated” di de Castelbajac, che ha individuato i pezzi forti del DNA Benetton per creare una collezione contemporanea e concettuale, ma che affonda le radici nell’heritage del marchio, esaltandone le caratteristiche diventate parte della storia del costume degli ultimi 30 anni: il logo, il colore, in particolare il verde, la maglia tinta in capo, il mood sportivo ed easy chic.
“Non basta il savoir faire, bisogna anche 'faire savoir'”, ha concluso de Castelbajac con un gioco di parole. "È iniziata una nuova era per Benetton, e dobbiamo, vogliamo, farlo sapere a tutti".
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