Benetton: accordo con i sindacati sui 206 esuberi

Le organizzazioni sindacali delle categorie tessili di Cgil, Cisl e Uil di Treviso hanno sottoscritto con il Gruppo Benetton un'intesa per la gestione di un piano di 206 esuberi annunciato dall'azienda all'inizio di febbraio quale conseguenza di un piano di trasformazione produttiva.

In una nota congiunta, i sindacati spiegano che "l'accordo prevede anche una diversa organizzazione dei laboratori esterni italiani, che pur in un contesto di razionalizzazione e ridimensionamento relativo al numero, continueranno a fornire un supporto di servizio all’attività aziendale".

"Per quanto riguarda l’esubero di personale determinato dal processo di riorganizzazione”, si legge ancora, “l’accordo ne ha ridotto i numeri e ha previsto in via prioritaria l’utilizzo dei contratti di solidarietà e solo per una parte del personale il ricorso alla cassa integrazione straordinaria".

L'intesa prevede inoltre "una serie di misure quali la riqualificazione professionale, la mobilità volontaria e, per i pensionandi, mobilità interna, formazione, outplacement, misure che potranno permettere una significativa riduzione del numero degli esuberi".

Sono anche previste "periodiche verifiche sull’avanzamento e i risultati del piano industriale e sul piano di riduzione, recupero, ricollocazione dei lavoratori esuberanti". "Verranno avviate le procedure", concludono infine i sindacati, "per la definizione in sede ministeriale degli ammortizzatori sociali previsti".

"L’accordo che abbiamo siglato con i sindacati ci permette di proseguire questo percorso di profonda trasformazione, mettendo le basi perché il business possa ritornare a crescere nel lungo termine ed essere di nuovo competitivo", ha detto l'amministratore delegato di Benetton Group Biagio Chiarolanza al termine dell'incontro.

"L’obiettivo del piano di trasformazione", ha aggiunto l'AD, "è di adeguare il nostro modello di business a dinamiche di settore che sono profondamente cambiate nel corso degli anni. Questo cambiamento", ha concluso Chiarolanza, "era diventato per noi necessario e imprescindibile".