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Ansa
Pubblicato il
28 ott 2014
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Bellezza è potere, l'eredità Helena Rubinstein in mostra a NY

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Ansa
Pubblicato il
28 ott 2014

Dalle umili origini di una cittadina polacca ad un impero di cosmetici che ha fatto di lei un'icona dell'imprenditoria al femminile. 'Helena Rubinstein: Beauty is Power', in mostra al Jewish Museum di New York fino al 22 marzo 2015, per la prima volta esplora le idee, le innovazioni e l'influenza della leggendaria imprenditrice morta nel 1965 a 92 anni.

Foto: thejewishmuseum.org


Con un impero di cosmetici esteso in quattro continenti, la Rubinstein di fatto è stata la prima donna d'affari 'self made' oltre ad essere una delle prime mecenati dell'arte moderna europea, sud americana ed in particolare africana.

Con oltre 200 oggetti, la mostra non solo esplora come la famosa 'Madame' ha oltrepassato i confini tra commercio, arte, moda, bellezza e design, ma presenta anche una serie di opere d'arte della sua collezione che comprendono capolavori di Picasso, Frida Kahlo, Joan Miro', Henri Matisse.

Senza eguali anche una collezione di 30 oggetti di arte africana e oceanica. Alcune opere vengono esposte per la prima volta negli Stati Uniti come una dozzina di una serie di trenta ritratti che Picasso fece della Rubinstein. I ritratti ritraggono Madame in diversi modi e atteggiamenti mettendone in evidenza i diversi aspetti della sua personalità.

"Non si può dare un valore a questa collezione - ha detto Mason Klein, curatore della mostra - perchè è talmente vasta da essere incalcolabile ma penso che la sua eredità oggi è che le donne dovrebbero cercare la loro propria identità e personalità in se stesse. E' questo ciò che le porterà alla loro bellezza senza adeguarsi necessariamente ad uno stile".

Il titolo della mostra prende spunto da uno dei primi slogan che la Rubinstein usò per promuovere i suoi cosmetici. La campagna 'Beauty is Power' comparì per la prima volta su un giornale australiano nel 1904. All'epoca fu considerata una frase audace perchè l'uso del trucco e dei cosmetici in generale veniva associato alla prostitute o alle attrici. Da paladina dell'indipendenza della donna quale era, la Rubinstein invece respinse totalmente il concetto e iniziò a produrre e a commercializzare i modi in cui le donne potevano trasformare se stesse. La Rubinstein mise in discussione il mito della bellezza e del gusto come innati o come qualcosa di appannaggio esclusivo della classi più ricche e incoraggiò le donne ad autodefinirsi come individui in grado di esprimere la loro personalità. Un'idea che ha aperto la strada al potere per le donne. Incarnazione di questo concetto furono anche i suoi saloni di bellezza, non solo dei luoghi dove andare a farsi un'acconciatura o un massaggio, bensì soprattutto ambienti dove scambiarsi idee progressiste ed imparare a migliorare se stesse anche dal punto di vista del gusto.

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