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Pubblicato il
18 feb 2019
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Beauty: +14% di fatturato nel triennio 2016-18, export +30%

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Adnkronos
Pubblicato il
18 feb 2019

"Alta competitività" per la bellezza Made in Italy. Nel triennio 2016-18 il fatturato del settore è aumento del 14%, trainato da un export in progressione di circa il 30%. Con un EBIT margin pari all'8,8% nel 2017 (2,7 punti percentuali in più rispetto al manifatturiero tricolore), il comparto è secondo per redditività solo a quello farmaceutico (9,6%). Sono alcuni dei dati emersi da un'analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, condotta su più di mille imprese italiane specializzate nella produzione e distribuzione all'ingrosso di cosmetici, con un volume d'affari complessivo vicino agli 11,6 miliardi di euro.

Instagram/Cosmoprof


Secondo i risultati diffusi a Milano, nella Penisola opera un buon numero di aziende cosmetiche di dimensioni medie e grandi: sono 115 le imprese con un fatturato compreso tra 10 e 50 milioni di euro, e 43 quelle con un giro d'affari superiore ai 50 milioni. Particolarmente positive le performance sui mercati esteri, tanto che in pochi anni la cosmetica italiana ha portato il proprio avanzo commerciale sopra i 2,5 miliardi di euro, partendo da un saldo lievemente negativo nella prima metà degli anni '90. Quanto alla redditività, gli elevati margini unitari hanno permesso alle aziende del settore di rafforzare la propria patrimonializzazione, salita al 30% circa, 5 punti percentuali in più rispetto al 2015.

L'analisi descrive per il comparto una "eccellenza" confermata dall'alto numero di “imprese champion per crescita e redditività: sono più di 130 le aziende cosmetiche che nel triennio 2015-17 hanno registrato un aumento del fatturato superiore al 15%, creando occupazione e registrando nel 2017 un EBIT margin superiore all'8%. La diffusione di “imprese champion” sul totale delle aziende di settore è pari a circa il 20%, quasi doppio rispetto alla media manifatturiera (10,5%), con punte superiori al 30% tra le aziende medie e grandi.

"La presenza di un ambiente particolarmente favorevole all'industria della cosmesi”, ha commentato Giovanni Foresti della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, curatore dello studio, “è evidente anche dalla vitalità del suo tessuto produttivo, che nel tempo ha visto il consolidamento delle imprese storiche e la continua nascita di nuovi attori altamente competitivi".

"Gli ultimi dati di bilancio confermano questa dinamica", aggiunge: "Basti pensare che le quasi 200 imprese italiane specializzate nella cosmetica e nate tra il 2010 e il 2014 hanno registrato un aumento di fatturato doppio rispetto alle imprese mature. È presto per dire se saranno i leader del domani”, precisa Foresti, “ma certamente la loro rapida affermazione, se accompagnata da un adeguato rafforzamento patrimoniale, potrà dare un contributo importante al successo italiano sui mercati internazionali".

"Questi risultati non sono casuali”, evidenzia il curatore dell'analisi, “ma sono il frutto di mirati investimenti in comunicazione, qualità, sostenibilità, sicurezza, internazionalizzazione, tecnologia e capitale umano. La quota di imprese della cosmetica con marchi registrati a livello internazionale, certificati di qualità, brevetti, partecipate estere e certificati ambientali è significativamente più alta rispetto al complesso del manifatturiero italiano. Non a caso”, conclude, “in questo comparto il peso delle immobilizzazioni immateriali è 4 volte tanto il dato medio italiano".

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