Barbara Milano: 20 monomarca a inizio 2014 e poi 50-80 all'anno in Cina

Di

Gianluca Bolelli

Pubblicato il
20 set 2013

Dopo il rilancio del brand avvenuto nel corso del penultimo Mipel, con il riacquisto dell'azienda da parte della precedente proprietà (la famiglia Corani), prende davvero vita e spessore il piano di espansione del marchio di pelletteria e accessori italiano in tutto il mondo. Dopo il rafforzamento della distribuzione in Russia, grazie al partner Moda Italia Gallery, “siamo in procinto di chiudere un accordo con un grosso gruppo cinese per aprire una grande quantità di negozi monomarca nell'ex Celeste Impero già dal 2014. Ma il piano coprirà anche la diffusione in Corea del Sud, Hong Kong, Taiwan e Singapore”, rivela a FashionMag.com Marco Corani, AD del brand nato negli anni '70 con sede a Opera (MI).

In un primo tempo, vale a dire subito a inizio 2014, Barbara Milano partirà con l'inaugurazione di una cifra variabile fra i 10 e i 20 negozi monobrand in Asia: “Fra le location interessate, ci saranno sicuramente Pechino, Guangzhou, Shanghai, Hong Kong, e così via”, puntualizza Corani, “poi ogni anno seguiranno dalle 50 alle 80 inaugurazioni nell'area”.

Anche dall'altra parte del globo il marchio italiano nutre molte ambizioni, a cominciare dalla Cechia e comunque dall'Europa dell'Est in generale, ma anche negli Emirati Arabi. L'orizzonte 2015 è infatti quello di aprire vari shop monomarca anche in quelle aree, tanto è vero che a fine ottobre, i professionisti di Barbara Milano parteciperanno alla fiera Buy Brand 2013 di Mosca.

Il fatturato 2013 di Barbara Milano crescerà del 25% rispetto al 2012. La previsione 2014 è di ottenere un incremento del 35%. Il dato è generato per l'80% all'estero, per i 20% in Italia. Il 1° mercato del brand è la Russia, seguito da Cina, Europa (Germania e Austria come primi Paesi) e poi dagli USA. “C'è un nostro cliente anche in Australia”, aggiunge Corani, “e intanto siamo anche diventati più social: le nostre nuove pagine Facebook e Instagram si sono infatti aggiunte a quelle già esistenti di Twitter e Pinterest”.

Gianluca Bolelli