APCOM
3 mag 2013
Bangladesh: due stragi di operai in 6 mesi e Walt Disney se ne va
APCOM
3 mag 2013
Già prima del crollo a Dacca di un edificio che ospitava aziende di abbigliamento, costato la vita a oltre 400 persone, la Walt Disney Company aveva deciso di lasciare il Bangladesh. Lo scorso novembre, infatti, altri 112 operai erano morti in un incendio scoppiato in uno stabilimento. Due disastri in sei mesi che hanno portato alla ribalta le condizioni di lavoro in cui sono costretti migliaia di operai, per un salario spesso inferiore ai 40 dollari mensili.

Una fonte della Disney ha fatto sapere al New York Times che la Disney aveva inviato già il 4 marzo scorso una lettera a migliaia di concessionari e venditori in cui fissava nuove regole per la produzione all'estero dei propri prodotti. Il quotidiano precisa che meno dell'1% delle aziende usate dai fornitori della Disney si trovano in Bangladesh. L'iniziativa riguarda infatti anche Pakistan, Bielorussia, Ecuador e Venezuela, dove il colosso americano cesserà ogni attività entro il 31 marzo 2014. Il caso Disney rispecchia il dilemma che si trovano ad affrontare oggi le aziende occidentali con interessi in Paesi come il Bangladesh, sottolinea il Nyt. Aziende che sono costrette a mettere sul piatto della bilancia i profitti e la reputazione. "Si tratta di questioni globali complicate e non c'è una soluzione valida per tutti", ha sottolineato il Presidente di Disney Comsumer Products, Bob Chapek.
Walmart, Gap e altre aziende hanno annunciato ieri di aver già avviato iniziative per garantire maggiori condizioni di sicurezza agli operai, ma le organizzazioni di tutela dei lavoratori premono per azioni più incisive. "Le aziende si sentono ora sotto una forte pressione - ha detto Scott Nova, direttore dell'organizzazione Worker Rights Consortium, con sede a Washington - i marchi di abbigliamento e i venditori rischiano molto a livello di reputazione quando vengono associati a condizioni di lavoro illegali e pericolose in Bangladesh".
Fonte: APCOM