18 gen 2013
Banca CR Firenze e Gucci insieme per la filiera
18 gen 2013
Banca CR Firenze e Gucci hanno annunciato una collaborazione innovativa per rendere più fluido l’accesso al credito bancario per le imprese appartenenti alla filiera prodotto finito pelletteria Gucci. questa collaborazione si basa sulla condivisione informativa tra banca e azienda leader di filiera a favore dei fornitori e subfornitori della filiera stessa.
Il progetto si pone tra gli altri l’obiettivo di dare impulso alla crescita di queste imprese in un momento di difficoltà del mercato globale e locale.
Grazie all’accordo tra Gucci e Banca CR Firenze - banca di riferimento del gruppo Intesa Sanpaolo sul territorio - per le imprese della filiera produttiva del prodotto finito della pelletteria Gucci verrà valorizzato anche la valutazione della qualità del fornitore effettuata da Gucci. Un esempio del tutto nuovo di collaborazione di cui beneficeranno i fornitori ed i subfornitori di Gucci, compresi quelli appartenenti alle reti d’impresa di cui l’azienda è sponsor.
Il rating qualitativo formulato da Gucci si basa su diversi parametri, tra cui l’affidabilità del fornitore e la qualità delle sue performance, la capacità di rispettare gli standard quali/quantitativi fissati nel contratto di filiera e l’appartenenza ad un indotto produttivo di rilievo. Banca CR Firenze valorizzerà questi aspetti intangibili che costituiscono il primo patrimonio di un’azienda e rappresentano la sua migliore garanzia di successo per il futuro.
L’accordo è stato presentato oggi presso l’Auditorium di Banca CR Firenze alle oltre 600 aziende che fanno parte della filiera Gucci da Patrizio di Marco, Presidente e Amministratore Delegato di Gucci e da Luciano Nebbia, Direttore Regionale Toscana Umbria Lazio e Sardegna di Intesa Sanpaolo, insieme a Luca Severini, Direttore Generale di Banca CR Firenze.
Secondo l'agenzia Ansa in occasione della presentazione dell'accordo, Patrizio Di Marco, presidente e amministratore delegato di Gucci, avrebbe dichiarato:"Sarebbe doveroso che il Governo e le istituzioni facessero quello che deve essere fatto relativamente al Made in Italy, ma se questo non succede per tanti motivi, è fondamentale per il mondo privato fare la propria parte" e ha aggiunto: Invece di dire 'come sarebbe bello se il Governo aiutasse le Pmi', noi le aiutiamo".
Così l'osservazione dell'amministratore delegato si aggiunge a quelle già ascoltate nei giorni scorsi in occasione di Milano Moda Uomo per bocca di Giorgio Armani e Renzo Rosso sull'opportunità di sostenere un settore non solo vitale per l'economia italiana, ma anche estremamente vittorioso nonostante le condizioni economiche avverse. Recentissimi infatti i dati che indicano indicano l'export italiano in aumento del 5% nel 2012. Export che, naturalmente, è in buona parte costituito dalle aziende del tessile, dell'abbigliamento, del manifatturiero di alta qualità e del lusso.
E proprio a queste osservazioni circa i risultati dell'export sembrano rifarsi le successive considerazioni dell'AD Gucci: "Il settore del lusso non è più come tanti anni fa, dove c'era una sorta di non correlazione rispetto all'economia. Oggi risente di come va l'economia" ha detto infatti Di Marco, osservando quindi come vecchi schemi siano ormai da superare e allo stesso modo sottolineando quanto questo settore non sia poi tanto di nicchia per la nostra economia dati i risultati dell'export e il deludende andamento della domanda interna di questi ultimi mesi. "Sicuramente - ha ammesso - i tassi di crescita che abbiamo sono tassi che probabilmente in molti altri settori farebbero gli scongiuri per avere". Secondo Di Marco "la ripresa è in gran parte esogena, dovuta alla prepotente crescita dei mercati dell'Asia e della Cina, che crescerà come dimensioni, e come livello di maturazione del cliente cinese: sappiamo tutti che i cinesi rappresentano la prima nazionalità ad acquistare all'estero, e il loro numero crescerà perché ci sarà maggiore facilità per i cinesi di ottenere il visto". Tuttavia, ha concluso il presidente di Gucci, rimane "assolutamente fondamentale continuare a pensare a tutti i mercati: una crescita sana è tale se bilanciata ed equilibrata".
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