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12 feb 2020
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Badon (Assocalzaturifici): “2019 in chiaroscuro, bene l’export grazie al lusso e le sneaker”

Pubblicato il
12 feb 2020

Intervenuto in occasione della conferenza stampa di presentazione di Micam 89, il Presidente di Assocalzaturifici Siro Badon non ha esitato a esprimere le proprie preoccupazioni, commentando i dati preliminari relativi all’andamento del comparto nel 2019, elaborati dal Centro Studi di Confindustria Moda.

Siro Badon, Presidente di Assocalzaturifici

 
“Nonostante un record nelle esportazioni, che hanno superato i dieci miliardi di euro a valore grazie al traino delle griffe del lusso, molti elementi sono poco rassicuranti, come la frenata, seppur contenuta, dei volumi venduti, le difficoltà di varia natura, anche politica, sui mercati internazionali, la perenne recessione del mercato interno, il divario sempre più ampio tra grandi e piccole imprese del settore, le problematiche occupazionali”, ha dichiarato Badon. “L’unica categoria che ha registrato segnali positivi è quella delle calzature sportive, le sneaker”.
 
Lo scorso anno le esportazioni di calzature italiane sono aumentate del +6,8% a valore e il saldo commerciale del +10,3%, ma la produzione è calata del -3,1% in quantità. “Sei aziende su dieci hanno denunciato un calo della produzione”, ha precisato Badon. “Diversi mercati storicamente importanti per il comparto sono in difficoltà, a partire da Germania, Russia ed ex CSI”.

In dettaglio, il mercato russo è sceso del -15,3% in quantità nei primi 10 mesi del 2019, la Germania del -9,3%, condizionata dal rallentamento dell’economia, il Medio Oriente del -9,2% e il Giappone del -6,7%, pur con un +6,8% in valore.
 
Risultati favorevoli invece in Francia, +6,4% in volume e +9,3% in valore; aumenti attorno al +10% in valore negli USA e in Cina, e di quasi il +20% in Sud Corea, ancora in crescita a doppia cifra. Al netto dei flussi diretti in Svizzera (oggi primo Paese di esportazione, cresciuto di quasi il +27% in valore e +4,4% in quantità) e Francia, che assorbono un terzo delle vendite estere in valore in quanto destinazioni principali delle produzioni conto terzi, l’aumento registrato dall’export italiano di calzature nei primi 10 mesi si ridurrebbe dal +7,1% al +2,6%, con una flessione attorno al -3% in volume.
 
Continua inoltre il trend negativo dei consumi interni, con gli acquisti delle famiglie che registrano un calo sia in quantità (-3,2%) che in spesa (-2,3%). Dal punto di vista produttivo, le regioni più colpite dall’andamento altalenante del settore nel 2019 sono state le Marche (-15%), l’Emilia Romagna (-18%), il Veneto e la Toscana (-9% per entrambe).
 
“Per il 2020 le incognite sono tantissime, dalle tensioni geopolitiche, come la guerra in Libia e l’escalation militare tra America e Iran, agli effetti della Brexit fino all’emergenza sanitaria legata al coronavirus, che, tra l’altro, ci fa prevedere una calo tra il 5 e il 7% delle presenza a Micam 89”, conclude Badon. “Gli imprenditori intervistati hanno ribadito una previsione di rallentamento, la raccolta ordini del primo trimestre è in calo, non ci sono segnali di ripartenza di domanda interna e si prevedono purtroppo ripercussioni a livello occupazionale”.

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