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23 dic 2020
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Assopellettieri: “La valigeria è al collasso, ma al Governo non interessa”

Pubblicato il
23 dic 2020

È un messaggio forte quello che Assopellettieri invia alle istituzioni, colpevoli, secondo l’associazione che riunisce le aziende italiane della pelletteria, di ignorare il dramma di un comparto tra i più colpiti dalla crisi causata dal Covid-19: la valigeria.

Franco Gabrielli, Presidente di Assopellettieri

 
Se nel suo complesso, la pelletteria ha registrato quest’anno una perdita di fatturato pari al 40%, le imprese di valigeria hanno subito un colpo ancora più pesante, con cali delle vendite nell’ordine dell’80%, a causa del drastico calo dei flussi turistici e dalle limitazioni alla circolazione delle persone imposte dalla normativa anti-covid. Un mercato, dunque, sostanzialmente paralizzato, che rischia di collassare, con un conseguente problema a livello occupazionale, se non si interviene subito.
 
“Il Governo sta adottando una serie di soluzioni per nulla strutturali e senza considerare gli effetti delle stesse sull’economia reale. In particolare, quelle dei DL Ristori: sono stati distribuiti soldi a pioggia e un po’ a caso, si pensi al tema dei codici Ateco, per tamponare la ferita ma senza pensare alla cura, all’‘Italia del 2030’”, ha sottolineato Franco Gabbrielli, Presidente di Assopellettieri. “Faccio due esempi. Primo, lo ripetiamo da marzo: gli effetti di questa crisi si sentiranno per 20 anni, gli imprenditori del nostro settore hanno bisogno di accedere al credito da restituire in almeno 20 anni; i 6 anni del DL Liquidità sono un palliativo. Secondo, nell’analisi del Governo sembra che il comparto del turismo si riduca ad alberghi e ristoranti: ma che succede se gli aerei non volano e le persone non possono spostarsi? Succede che le persone non comprano neppure le valigie”.

A titolo esemplificativo, Gabbrielli cita il caso di alcune tra le principali aziende del settore, Bric’s, Roncato, Samsonite, Carpisa, che normalmente realizzano buona parte del proprio fatturato grazie a vendite che usufruiscono del regime di ‘Tax Refund’, effettuate a di cittadini extra-comunitari che alla dogana si fanno rimborsare l’Iva. “Oggi tali vendite sono pari a zero”, sottolinea Gabbrielli. “Questo segmento ha bisogno di essere ‘ristorato’ esattamente come alberghi e ristoranti, ma il Governo ha lasciato il problema agli imprenditori”.

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