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10 dic 2021
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Assopellettieri crea il centro formativo ISPEL in collaborazione con Gi Group

Pubblicato il
10 dic 2021

Assopellettieri, l’Associazione dei Pellettieri Italiani, mette al centro della propria attività la formazione, dopo l’inaugurazione questa settimana a Milano dell’ISPEL (Istituto Superiore di Pelletteria), nuovo percorso formativo destinato al training di addetti del settore. Il centro formativo è stato realizzato in collaborazione con ASLAM, cooperativa sociale accreditata presso Regione Lombardia operante nel settore della formazione, dell'orientamento e dei servizi al lavoro, e con il sostegno di alcuni imprenditori associati ad Assopellettieri, come Paolo Amato, Andrea Bonfanti, Carlo e Roberto Briccola.

Franco Gabbrielli è il Presidente di Assopellettieri


L’istituto avrà sede e sarà parte attiva del “Training Hub”, il nuovo polo di formazione multidisciplinare voluto da Gi Group, una delle principali realtà nei servizi dedicati allo sviluppo del mercato del lavoro coi suoi 6.000 dipendenti dislocati in 58 Paesi (ma headquarter a Milano) e un 2021 che chiuderà ad oltre 3 miliardi di euro di fatturato. L’ambizioso progetto prenderà il via già a partire dal primo semestre 2022 con corsi tecnici dedicati alla formazione di addetti da inserire direttamente nelle aziende produttrici.
 
“Pensiamo che essere presenti in un contesto d’avanguardia a Milano - città simbolo della ripartenza e dell’internazionalità - possa essere un elemento di grande valore per fare conoscere il nostro patrimonio professionale e attrarre l’interesse delle nuove generazioni”, ha spiegato Franco Gabbrielli, Presidente di Assopellettieri. “Rappresentiamo un comparto strategico con un fatturato annuo pre-Covid di circa 9 miliardi di euro e in ripresa. Ecco perché crediamo che creare un istituto scolastico superiore dedicato al training di professionalità per il mondo della pelletteria, proprio a Milano, possa essere vincente per assicurare un futuro a una filiera importante, tramandando competenze tradizionali a giovani sempre più digitali”.

In effetti, la pelletteria rappresenta un comparto produttivo vitale che contribuisce in maniera consistente alla bilancia commerciale italiana. Tuttavia, una recente indagine del centro studi di Confindustria Moda ha rivelato che nei prossimi cinque anni saranno circa 10.000 i lavoratori del comparto che andranno in pensione; è, dunque, fondamentale assicurare un ricambio in tal senso, investendo sui giovani, in scuole e percorsi che possano favorire il ricambio generazionale.
 
“La collaborazione con Assopellettieri permette di dare avvio all’ISPEL nella città della moda, un progetto davvero straordinario perché porta la bellezza e il saper fare italiano nel mondo della formazione dei giovani”, ha aggiunto Carlo Carabelli, Amministratore Delegato di ASLAM, società attiva da oltre 25 anni. “Con il progetto Training Hub ora è possibile trovare un luogo in cui intraprendere percorsi di formazione di assoluta eccellenza. Qui ogni studente, con la collaborazione delle aziende, può immergersi anche nei settori della Logistica & Supply Chain, Automazione & Meccatronica e Information Technology”.
 
“Il modello del Gi Group Training Hub (nel quale sono già attivi al primo piano 120 ragazzi, ma presto aumenteranno notevolmente aprendo anche le attività al secondo piano) si pone l’obiettivo di diventare un punto di incontro per tutti i soggetti che vedono nella formazione la risposta più adeguata al fabbisogno di competenze delle aziende e delle persone, che è l'unica strada da percorrere per intervenire in modo sostanziale sull’occupabilità degli individui e su fenomeni come lo skill mismatch e lo skill shortage che influiscono sulla sostenibilità del mercato del lavoro”, prosegue Francesco Baroni, Country Manager di Gi Group Italia.
 
“Dopo 2 anni di Covid, immersi nell’utilizzo di tecnologie che ormai ci siamo abituati ad usare per gestire le nostre attività lavorative e quotidiane, noi di Gi Group abbiamo voluto creare uno spazio fisico, in quanto solo attraverso di esso si può creare l’occasione per una formazione esperienziale, in cui fare un laboratorio diventa fondamentale per imparare una professione e dove sia possibile fare vedere ai ragazzi che certi mestieri sono alla loro portata e possono diventare uno strumento per stimolare i talenti di ognuno”, ha spiegato poi Baroni alla conferenza di presentazione del Training Hub.

Gi Group. L'ingresso del Training Hub


“Oggi cominciamo con Milano, ma il nostro sogno è che il Training Hub si possa duplicare in altre città d’Italia e all’estero. Un Hub pensato come luogo in cui si mixano fisico e virtuale e come spazio in cui accogliere tutte quelle realtà che possono fare la differenza nella formazione professionale, insegnando le professioni che il mercato del lavoro richiede”, specifica Francesco Baroni. “L’Hub è aperto a collaborazioni con tutti, da enti formatori, ad associazioni o aziende. Insieme possiamo fare la differenza sul territorio utilizzando positivamente quell’asset imprescindibile che è la formazione professionale”.
 
GI Group ha concepito il suo Hub avendo in mente tre elementi essenziali: 1) la coerenza col mercato. “Per noi è insopportabile pensare che la formazione abbia al centro quello che crediamo sia utile noi insegnanti e non ciò che viene richiesto dal mercato del lavoro. Altrimenti la formazione divcenta fine a sé stessa, illudendo magari i giovani che sulla partecipazione a una formazione bella, piacevole, interessante si possa costruire un percorso professionale serio. La formazione ha senso farla se interpreta un bisogno e aiuta chi la vuole affrontare a comprenderlo, quindi è innanzitutto un fattore di orientamento e conoscenza delle opportunità del mercato”, puntualizza a tale proposito il Country Manager di Gi Group Italia.
 
2) L’eccellenza formativa. “Fare formazione richiede fatica, impegno e costi da entrambe le parti. Fatica che ha senso fare se alla fine del percorso si può fare la differenza. Quotidianamente ci imbattiamo in situazioni in cui rischiamo di diventare un ‘formificio’ autoreferenziale. Noi invece vogliamo fare la differenza. E chi esce dal percorso formativo con noi esce con la capacità di fare un mestiere”, precisa il dirigente.
 
3) Educazione al lavoro. “Sempre di più ci rendiamo conto che il mercato del lavoro ha bisogno che le persone capiscano perché si lavora e cosa voglia dire fare la differenza per sé, per la propria famiglia e per il tessuto sociale in cui si opera”, conclude Francesco Baroni.

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