13 apr 2020
Assocalzaturifici chiede intervento "forte e strutturale" al Governo
13 apr 2020
Come molte altre associazioni di categoria del settore moda, anche Assocalzaturifici ha redatto un “Manifesto” con alcune proposte per reagire il prima possibile alla crisi economica causata dall’emergenza sanitaria in corso.
L’associazione, che rappresenta un comparto composto in Italia da 4.300 aziende e 75.000 addetti, con un fatturato annuo di 14,3 miliardi di euro (l’85% del quale realizzato all’estero), sottolinea come la crisi attuale non abbia solamente compromesso la stagione primavera/estate 2020, ma avrà ripercussioni anche sull’ autunno/inverno 2020-21, a causa del taglio degli ordini da parte della clientela, e di conseguenza renderà impossibile investire nelle collezioni successive.
Assocalzaturifici chiede dunque al Governo “un intervento forte e strutturale”, attraverso un elenco di dieci proposte che riguardano, ad esempio, la riapertura immediata delle attività aziendali strategiche e la ripresa graduale di quelle commerciali, ampi margini di flessibilità nella gestione degli orari di lavoro, per garantire la sicurezza dei dipendenti e, laddove siano applicate le misure di sicurezza essenziali, la deresponsabilizzazione dell’azienda in caso di contagio.
Sul fronte finanziario, l’associazione guidata da Siro Badon chiede l’apertura di linee di finanziamento a fondo perduto per la ripresa delle attività di produzione, la costituzione di un credito d’imposta pari al 60% del valore della perdita di fatturato nel 2020 e l’abbassamento del cuneo fiscale fino a luglio 2021 in proporzione alla perdita di fatturato.
Le proposte di Assocalzaturifici proseguono con la richiesta di estensione a 10 anni dei piani di rientro di tutti i nuovi finanziamenti con garanzia dello Stato previsti dai DPCM “Cura Italia” e “Liquidità e Imprese” e accessibilità ai finanziamenti anche per le imprese in sofferenza economico-finanziaria pregressa; la cancellazione degli oneri fiscali e contributivi per le imprese relativi ai mesi di aprile, maggio e giugno 2020; l’estensione della Cassa Integrazione Covid-19 per almeno 6 mesi mantenendo inalterati i contatori delle aziende e anticipata da INPS, anche tramite sistema bancario; e la defiscalizzazione totale delle spese per la messa in sicurezza delle aziende.
Proposte che vanno nella direzione di garantire alle aziende le risorse finanziarie necessarie per poter ripartire, salvando così un comparto che rappresenta uno dei fiori all’occhiello del made in Italy.
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