4 giu 2012
Assegnato a Vicenza il 1° premio “Andrea Palladio International Jewellery Award”
4 giu 2012
Un premio al debutto, quello assegnato in Fiera a Vicenza, a chi crea e diffonde la bellezza e il valore del gioiello nel mondo. Un riconoscimento, assegnato da un pool di giurati di alto livello (
Il primo riconoscimento dedicato alle eccellenze nel mondo del gioiello contemporaneo è stato assegnato nella categoria “The Best Italian Jewellery Designer” ed è andato a Giampaolo Babetto, designer che ha avuto anche il merito di aver reso di dimensione internazionale la scuola del gioiello di Padova, e che nel 2003 aveva vinto il prestigioso premio alla carriera “RISD New York Athena Award for Excellent Carrier”. Gli altri finalisti erano i milanesi Giancarlo Montebello e Alba Polenghi Lisca, la romana Carla Riccoboni e l'altra padovana Annamaria Zanella.
Nella categoria “The Best International Jewellery Designer” ecco prevalere l'olandese (di Amersfoort) Gijs Bakker, designer antesignano dell'applicazione del disegno industriale al gioiello, docente e curatore di mostre, il quale ha battuto l'inglese Peter Chang, il tedesco Karl-Heinz Reister, l'israeliana Deganit Stern Schocken e la norvegese Tone Vigeland.
La designer di Oslo si è però “rifatta” con il premio alla sua carriera, tutta dedicata alla sperimentazione e alla contaminazione degli stili e dei materiali che l'hanno portata a vedere esposte le proprie opere nelle collezioni del Museum Of Modern Art di NY o al Victoria and Albert Museum di Londra o ancora al National Museum Of Modern Art di Tokyo.
Il premio “The Best Italian Jewellery Brand Collection” è stato assegnato alla Crivelli, azienda fondata a Valenza negli anni Settanta da Bruno Crivelli (che l'ha ritirato di persona), per i suoi investimenti nella ricerca e la sua etica ambientale nel produrre pezzi unici di alta gioielleria affiancati da collezioni di monili prêt-à-porter. Battuti Damiani, Mattia Cielo, Roberto Coin e Vhernier.
Nella categoria “The Best International Jewellery Brand Collection” ha vinto Van Cleef & Arpels. La maison di alta gioielleria fondata da Estelle Arpels e Alfred Van Cleef nel 1906 a Parigi ha vinto per la sua collezione ispirata alle danze del XX secolo, che ha messo in fila avversari del calibro della statunitense Tiffany & Co., delle brasiliane Hans Stern e Brumani e dell'indiana Amrapali.
“The Best Jewellery Flagship Store” era il premio riservato al miglior punto vendita. La giuria presieduta da Gianmaria Buccellati ha insignito lo store di Dodo a Londra, ideato dalla designer Paola Navone. L'esterno del punto vendita è in cristallo, fili d'erba e mosaico veneziano, l'interno è fatto di ciottoli di fiume, prati verdi sul soffitto e sabbia bagnata spianata con le mani sui muri. I suoi interni sono arredati con teche, panche e pouf in ecopelle rosso fuoco. Lasciati alle spalle gli altri quattro negozi finalisti: Damiani di Milano, Pomellato di Beverly Hills, Tiffany & Co. di Melbourne e Van Cleef & Arpels di Hong Kong.
E' stato poi Cartier a conquistare il riconoscimento per “The Best Jewellery Communication Campaign”, grazie a “L'Odyssée de Cartier”. Un cortometraggio sorprendente, che celebra i 165 anni di Cartier raccontando il viaggio epico della pantera-icona del brand. Il film ha richiesto ben 5 anni di lavoro ed è stato diretto da Bruno Aveillan. La campagna di comunicazione sintetizza le immagini più suggestive della versione a lungometraggio. Insieme al marchio-icona del lusso mondiale erano in finale Damiani, Roberto Coin, ancora Tiffany & Co. e Pomellato.
Gianluca Bolelli
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