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Pubblicato il
22 feb 2023
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Artioli lancia l’Academy e il nuovo servizio di rigenerazione delle calzature

Pubblicato il
22 feb 2023

In occasione di Micam 95, il brand di calzature uomo di altissima gamma Artioli, fondato nel 1945, ha anticipato a Fashionnetwork.com un progetto volto al trasferimento del saper fare artigianale alle nuove generazioni e un’iniziativa di rigenerazione e circolarità delle proprie calzature.
 

Andrea Artioli, CEO e terza generazione della famiglia fondatrice della griffe - Photo: Elena Passeri - FNW


“La nostra capacità produttiva è limitata, pari a circa 50 paia al giorno, vale a dire 10.000 all’anno; ma la domanda è molto più alta”, ci ha raccontato il CEO Andrea Artioli, terza generazione della famiglia fondatrice. “La difficoltà principale è però quella di reperire artigiani con le competenze necessarie per realizzare prodotti sofisticati come i nostri. Per questo motivo, abbiamo creato circa tre anni fa all’interno dell’azienda una piccola Academy, richiamando al lavoro, per mezza giornata, degli artigiani in pensione per insegnare la loro arte ai giovani. I più adatti sembrano essere gli studenti diplomati al liceo artistico, che hanno già le basi per diventare degli artisti artigiani. In questo modo, contiamo di aumentare poco alla volta la nostra produzione”.
 
La griffe, che propone una collezione molto vasta in termini di modelli, è celebre nel mondo per le sue creazioni formali da uomo, realizzate con i materiali più pregiati, un’altissima artigianalità e una cura spasmodica dei dettagli. Piccole opere d’arte vendute a un prezzo medio di 2.000 euro, la cui creazione richiede circa 8 ore al paio.

“Tra le particolarità delle nostre calzature, oltre alla morbidezza dei pellami, ci sono le cuciture elastiche che consentono alla scarpa di espandersi quando il piede durante la giornata si gonfia un po’, in modo da non costringerlo; alcuni modelli hanno inoltre un’allacciatura elastica, un’invenzione di mio padre che risale agli anni ‘50”, prosegue l’imprenditore. “Alcuni anni fa abbiamo introdotto le sneaker, che hanno riscosso un grande successo e oggi sono arrivate a rappresentare oltre il 50% del fatturato totale. Sono realizzate con pellami pregiati e sono vendute a circa 1.000 euro. Uno dei miei tre figli, Alberto, dopo il liceo artistico è entrato in azienda e si è specializzato nel disegnare sneaker. Gli altri due, Amedeo e Alessandro, stanno finendo di studiare ma già hanno cominciato a ‘imparare il mestiere’. Hanno tre personalità e attitudini diverse, credo che ognuno di loro troverà la propria strada in azienda”.
 
Una quarta generazione che si prepara, dunque, a portare avanti la tradizione familiare e i suoi capolavori, che, secondo Artioli, è un vero peccato buttare anche dopo anni di utilizzo. “In un’ottica di sostenibilità e circolarità, stiamo lanciando un progetto di rigenerazione delle scarpe per dar loro una nuova vita: il cliente può mandarle in azienda da sistemare; se non le vuole più, gli facciamo uno sconto sull’acquisto di un nuovo paio, ma rigeneriamo comunque le scarpe e le diamo in beneficenza”.
 
Oggi la griffe è distribuita in 75 boutique multimarca nel mondo e 9 store monomarca in franchising, in città come Parigi, Mosca, Kiev, Dubai e Doha. “Vorremmo aprirne altre, sempre con partner locali; in particolare ci interessa il mondo africano e la Cina. Non intendiamo comunque spingere eccessivamente sul retail, sempre per il discorso della produzione limitata”, precisa Artioli. “Per quanto riguarda l’Italia, abbiamo avuto la fortuna di acquistare qualche anno fa un bellissimo spazio a Milano, in via Bigli 15, con una boiserie rinascimentale di fine ‘500 di cui mi sono innamorato. Vi abbiamo installato il nostro showroom, dove lavoriamo su appuntamento sia in ottica b2b che b2c, con alcuni selezionatissimi clienti. Mi piacerebbe aprire anche una boutique, sempre nel Qadrilatero, ma non è così facile trovare spazi da comprare”.
 

La boiserie rinascimentale nello showroom milanese di Artioli


Oltre alle calzature, Artioli produce all’interno dei propri stabilimenti di Tradate (VA) anche cinture, portafogli, borse, valigie e bauli. Per quanto riguarda la proposta di abbigliamento, che si compone principalmente di overcoat, in sede vengono selezionati e tagliati i pellami, mentre la confezione è affidata a piccole realtà artigianali di Bologna, “soprattutto signore che cuciono in casa loro”, precisa il CEO.
 
La società ha chiuso il 2022 con un volume d’affari di circa 30 milioni di euro: “Realizziamo la quasi totalità del nostro fatturato all’estero; il nostro showroom e l’e-commerce diretto stanno crescendo molto, ma sempre con una clientela internazionale”, conclude Artioli.

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