Armani Privé: una collezione di ikat per gli Oscar
Il vantaggio principale del poter assistere agli show dell’alta moda parigina, è che possiamo scoprire in anteprima cosa indosseranno le stelle del cinema alla cerimonia degli Oscar pochi giorni dopo.
Questo è particolarmente vero per Armani Privé, vista l'impressionante lista di vincitori di Oscar vestita da Giorgio Armani, senza contare le centinaia di ospiti della cerimonia che adorano il marchio italiano.
Martedì sera, a Parigi, mentre il termometro avvicinava temperature sotto lo zero, era difficile immaginare il sole della California. Ma la prima fila della sfilata, occupata da Reese Witherspoon, Juliette Binoche e Guillaume Canet, bastava a ricordare la cerimonia di premiazione che si svolgerà tra qualche settimana.
Giorgio Armani ha aperto il proprio défilé con dei tailleur molto sofisticati — giacche ottomane di seta ricamate con cristalli color pietra, o boleri in jacquard di seta declinati nel suo motivo feticcio a zig-zag, indossati con pantaloni in faille o tulle tagliati come lunghi jodhpur. Una dimostrazione magistrale del più grande sarto contemporaneo, che non mancava di fascino grazie ai motivi floreali astratti che decoravano molti pantaloni. Esotico, ma di un’eleganza che determinava rispetto.
In questa stagione, Armani Privé ha articolato gran parte della sua collezione attorno all’ikat, realizzando con sottigliezza tutte le molte varianti di questo motivo, dalla tintura indonesiana alle versioni più geometriche degli ikat uzbechi, passando per gli ikat doppi del subcontinente indiano.
“L'ikat fa parte dell’identità di Armani. Negli anni ‘80, avevo già fatto sfilare alcuni ikat — è un tessuto che ho sempre amato, anche se non l'ho mai usato tanto quanto in questa stagione”, spiega Giorgio Armani, prima di posare dietro le quinte della sfilata con i suoi ospiti di Hollywood.
Tutto aveva un tocco di ispirazione asiatica, che è stato espresso in acconciature da geisha molto corte e mini cappelli malesi "songkok". Una collezione generosa ed opulenta, persino eccessiva — ed è un fatto molto gradito, data l'estrema sobrietà che tradizionalmente associamo ad Armani. Le creazioni erano ricamate con perle, cristalli, frange e diverse altre decorazioni. Qualche volta sembravano addirittura un po’ troppe: era difficile immaginare le modelle che si siedono senza danneggiare i loro abiti.
La colonna sonora è stata coerente con lo spirito della sfilata: si trattava del dramma flamenco Recuerdos de la Alhambra del compositore Francisco Tarrega. In una parola, Armani Privé ha proposto una vera dichiarazione di moda, audace e colorata. Qualcosa per deliziare le stelle del cinema per il red carpet del mese prossimo.
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