25 mag 2023
Armani corre nel 2022, ricavi e profitti in doppia cifra
25 mag 2023
Armani fa il pieno di utili e ricavi nell’esercizio fiscale 2022 e comincia l’anno in positivo, confermando il trend di crescita in doppia cifra. Al 31 dicembre scorso, il gruppo italiano del lusso ha registrato ricavi consolidati pari a 2,35 miliardi di euro (+16,5%) e un utile netto ante imposte di 218 milioni di euro, in aumento del 16,4% sul 2022 (+24,5% sul pre-covid).

Cresce la redditività con un ebitda a 289 milioni di euro (+25%) e un ebit di 202,5 milioni di euro (+30%). Inoltre, il fatturato indotto (vendite di prodotti a marchio Armani realizzate direttamente dal gruppo e dai licenziatari terzi, ndr) ha superato i 4,5 miliardi di euro, mentre il fatturato a valori retail è stimato oltre i 6,5 miliardi di euro.
“Il percorso strategico di medio-lungo termine che ho scelto di intraprendere continua a dimostrarsi efficace e i risultati lo dimostrano. Sono fermamente convinto che operare in un’ottica di continuità, seguendo un approccio concreto e coerente, incentrato sui valori che da sempre sono alla base della mia filosofia creativa e manageriale, sia l’unico modo per affrontare le sfide e gli imprevisti che caratterizzano lo scenario attuale. In un contesto sempre più difficile e competitivo, sono fiero di essere riuscito a mantenere la mia indipendenza e la stabilità del gruppo, grazie anche al lavoro e all’impegno dei miei collaboratori e dei miei dipendenti”, ha commentato Giorgio Armani, presidente e Ceo del Gruppo Armani.
I canali di vendita chiudono tutti in territorio positivo, con una ripartizione molto equilibrata che vede retail diretto in aumento del 17%, il wholesale del 16% e l’e-commerce del 9%, e andamenti spesso superiori rispetto ai mercati di riferimento, soprattutto nella categoria abbigliamento. In particolare, sono aumentate le vendite a prezzo pieno, con un riflesso nell’incremento della marginalità gestionale.
A livello geografico, Europa e America guidano la crescita del business con ricavi in aumento, rispettivamente, del 24% e 19,5%. In flessione l’Asia, complici gli estesi lockdown e la reintroduzione di forti limitazioni alla mobilità che, in Cina, sono state rimosse soltanto all’inizio del 2023.
Nel corso dell’anno, Armani ha aumentato gli investimenti in comunicazione (+22% rispetto al 2021) e nella struttura digitale e informatica del gruppo, oltre che nella ristrutturazione e nello sviluppo dei negozi (+25% sull’anno precedente).
La società ha archiviato il primo trimestre con ricavi netti in aumento del 18%, confermando l’equilibrio tra i vari canali e l’incremento della redditività gestionale. In ripresa l’Asia (+14%), mentre perde terreno l'America (+10%), dove è previsto un rallentamento nei prossimi mesi. Continua, invece, il trend positivo in Europa (+22%).
“Con i soddisfacenti livelli di vendita corroborati da trend di crescita ancora migliori nella profittabilità gestionale, possiamo considerare positivamente concluso il periodo di assestamento conseguente alla decisione di riorganizzare il portafoglio marchi focalizzandoci sui tre brand principali, Giorgio Armani, Emporio Armani e Armani Exchange. Stiamo avanzando con netto anticipo rispetto ai piani, verso gli obiettivi prefissati per il 2025, anno in cui ricorrono i cinquant’anni dalla nascita della Giorgio Armani”, hanno commentato i due dirigenti del gruppo del lusso, Giuseppe Marsocci e Daniele Ballestrazzi.
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