7 giu 2023
Anaii: pronto l’approdo in Benelux e Germania
7 giu 2023
Giunto alla terza stagione di attività, il marchio bergamasco di jeans d’alta gamma rivolti al pubblico femminile si distingue dai suoi ‘colleghi’ per l’approccio sartoriale al denim, con una produzione locale realizzata in una filiera sparsa interamente tra Lombardia e Veneto.

“La mentalità con cui produciamo denim sartoriale, sia nei modelli, che nella ricerca dei materiali e nei lavaggi, si caratterizza per la pulizia. Vogliamo realizzare un prodotto funzionale che sia anche minimale, rivolgendosi a un target di donne professioniste che hanno bisogno di abbigliamento chic indossabile anche in ufficio, a una cena, a un cocktail o in viaggio”, spiega a FashionNetwork.com Francesco Nembrini, co-fondatore di Anaii (insieme al padre Giovanni), che si occupa della parte creativa e commerciale dell’attività, mentre l’altro socio Andrea Bono è l’uomo che si occupa della produzione.
Interessanti i materiali: spiccano un denim-cashmere dall’elevata morbidezza (grazie alla presenza di un 2% di elastan e un 6% di cashmere) o i floccati, così come la ricerca sui lavaggi, praticata nei laboratori del bergamasco. “Cerchiamo sempre di realizzare linee raffinate e discrete, non ‘urlate’, che si scoprono indossandole. L’ultima collezione ha circa 35 capi. Non solo pantaloni, c’è anche una prima serie di giubbotti”, precisa Nembrini.
“Siamo nati proprio durante il Covid, quando c’è stata un’ondata di marchi che cavalcavano l’onda dell’ecologico. Noi però l’ecologia la diamo per scontata. Crediamo non si possa agire con un altro approccio possibile, per un impresa attiva nel 2023”, puntualizza poi il giovane stilista e imprenditore. Anaii ha infatti una filiera sviluppata nel raggio di 80 chilometri dalla propria sede e collabora con lavanderie dotate di certificazioni sia per il riciclo delle acque che per quanto concerne l’indigo.

Il denim Anaii è realizzato con cotone di provenienza responsabile, coltivato riducendo al minimo l'uso di pesticidi, ottimizzando la conservazione dell'acqua e la salute del suolo e seguendo i principi del lavoro equo. “Utilizziamo solo indaco naturale non tossico e lavoriamo il nostro denim in un sistema all'avanguardia che riutilizza i rifiuti e ricicla l'acqua”, conferma il fondatore, tanto che il processo di lavaggio dei jeans Anaii ha una certificazione di gestione ambientale e l'indaco in eccesso viene utilizzato come compost naturale per gli orti locali e le fattorie di cotone biologico.
“Non siamo un marchio che fa total look e non lo saremo in futuro, ma certamente in ogni collezione inseriremo sempre più completamenti del look della donna Anaii”, prosegue Francesco Nembrini. “Attualmente stiamo sviluppando una serie di giacche e camicie sartoriali, lavorando con laboratori piccoli che fanno su misura, non con confezionisti. È quello il nostro futuro”.
Anaii sviluppa 6 fit per i suoi pantaloni di jeans, quelli classici (gamba larga, flair, bootcut, regular, slim e capri) e ha una distribuzione concentrata in negozi di fascia molto alta, attualmente limitata per l’80% all’Italia, e per il resto alla Svizzera, ma dalla stagione Fall-Winter 2023/24 entrerà in Benelux, Germania e Austria. I suoi showroom sono The Place, a Milano, per l’Italia, Flessa Modeagentur, a Buch am Buchrain, nella zona di Monaco di Baviera, per l’area DACH, e Barcatex, ad Anversa, per il Benelux.

Dopo aver registrato crescite di fatturato esponenziali ogni stagione, di almeno il 50%, come fisiologico per una start up di questo tipo, Anaii ha attualmente una quarantina di clienti complessivi, tra i quali Fidelio a Zurigo, Wicky Concept Store a Basilea o Silvia Bini a Viareggio, La Tenda a Milano e Miss Sunshine a Salò.
“Mio padre è stato per 20 anni braccio destro di Maurice Ohayon, del marchio di jeans da donna Notify”, racconta infine Nembrini, riferendosi alle origini del suo progetto. “Dopo il 2018 decidemmo di non buttare via tutto il know-how che ci era rimasto, bensì di sviluppare una collezione nostra di denim, partendo dalle conoscenze che avevamo sul nostro territorio per costruire una struttura nuova, dotata di un produttore e un team totalmente diversi rispetto a prima”.
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