Amazon starebbe cercando di ridurre la sua rete logistica negli Stati Uniti
Il commerciante online statunitense sta cercando di disfarsi di 9,3 milioni di metri quadrati di spazio logistico negli Stati Uniti, secondo la stampa americana. Il gruppo, che aveva fatto della propria espansione logistica una priorità, ora starebbe cercando di adattare la propria flotta a una crescita delle vendite online che è diventata più contenuta. E lo farebbe o rescindendo i suoi contratti di locazione o subaffittando le proprie unità.
Questi passaggi riguarderebbero principalmente le unità logistiche di New York, del New Jersey, della California meridionale e di Atlanta, secondo Bloomberg, che cita fonti vicine alla questione. Lo specialista immobiliare industriale Prologis, di cui Amazon è il maggiore affittuario, sarebbe tra i locatori interessati.
I 10 milioni di piedi quadrati di cui Amazon intende sbarazzarsi sarebbero l'equivalente di 12 dei più grandi “fulfillment centers”, o “centri di adempimento” che Amazon conta negli Stati Uniti. In particolar modo, questa superficie rappresenterebbe solo il 5% delle aree in cui il gruppo ha investito dall'inizio della crisi sanitaria. Percentuale che evidenzia la natura senza precedenti di questa strategia di disimpegno attuata dal gruppo di Jeff Bezos.
Amazon non ha commentato le informazioni di Bloomberg, né lo ha fatto Prologis, ma le rivelazioni della stampa americana fanno eco ad annunci recenti del gruppo Amazon. Nel pubblicare i dati economici del primo trimestre del 2022, l’azienda statunitense aveva spiegato in particolare di aver ottenuto profitti limitati a causa della “sovracostruzione” logistica che ha scandito la vita del gruppo durante la pandemia.
Amazon totalizzerebbe ora 34,4 milioni di metri quadrati di superfici logistiche, il doppio rispetto alla primavera del 2020. Un eccesso di spazio che il gruppo stima gli andrà a costare 9,3 miliardi di euro (10 miliardi di dollari) nel solo primo semestre del 2022.
E questo mentre i magazzini di Amazon tornano a fare notizia sulle questioni sociali. I National Labor Relations Boards hanno ritenuto credibili le accuse mosse dalla Amazon Labour Union. Questo sindacato riferisce che il magazzino di Amazon situato a Staten Island ha tenuto riunioni obbligatorie volte a scoraggiare i suoi lavoratori dal sindacalizzarsi. Con sullo sfondo la minaccia della chiusura di quell’unità. Se la giustizia dovesse scoprire che Amazon ha sfidato le leggi federali, questo giudizio costituirebbe un importante precedente di giurisprudenza.
Nel frattempo, resta da vedere se questa frenata data alla rete logistica riguarderà tutti i Paesi in cui Amazon cerca di sviluppare la propria presenza. Il gruppo dispone attualmente di 110 magazzini in America, a cui si aggiungono circa 85 unità a livello internazionale. Tuttavia, i siti americani abbandonati dal marketplace non dovrebbero tardare a trovare acquirenti: la disponibilità commerciale industriale americana è attualmente inferiore al 4%.
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