Amazon abbandona il suo progetto di consegne tramite robot
Nel gennaio del 2019 Amazon rendeva noti i risultati dei test effettuati a Seattle per la consegna robotica tramite droni rotanti chiamati "Scout" che si presentavano alle porte dei clienti. Ora il progetto è stato accantonato, non tanto per motivi tecnici, ma perché il gruppo intende rispondere al rallentamento nella crescita delle sue vendite. Il colosso americano ha registrato perdite per 3,9 miliardi di dollari nel secondo trimestre del 2022 a fronte dell’utile netto di 7,8 miliardi di dollari ottenuto un anno prima.

L'informazione rivelata da Bloomberg è particolarmente sorprendente visti gli sforzi compiuti da Amazon in questo ambito. Non meno di 400 persone sono state infatti dedicate allo sviluppo delle consegne da parte di Scout e recentemente si sono tenute ancora riunioni strategiche per discuterne lo sviluppo e il futuro dispiegamento. Ai membri di questo team verranno offerti nuovi incarichi all'interno del gruppo, assicura l'azienda.
“Durante il nostro test sul campo per Scout, ci siamo sforzati di creare un'esperienza di consegna unica, ma abbiamo appreso dai feedback che alcuni aspetti del programma non soddisfacevano le esigenze dei clienti”, afferma una portavoce di Amzon, Alisa Carroll. “Pertanto, terminiamo le prove sul campo e rifocalizziamo il programma”.
L’annuncio s’inserisce in una fase di razionalizzazione per Amazon, il quale ha annunciato che ridurrà il perimetro d’attività della propria divisione Amazon Care dedicata alla salute, e che ha interrotto lo sviluppo di Amazon Glow, un sistema di videochiamate pensato per i bambini. Il gruppo ha inoltre annunciato che congelerà le assunzioni all'interno del suo team attivo nel corporate retail. Le consegne dal cielo, attraverso le quali Amazon 10 anni fa ha lanciato la corsa ai droni, sembrano per il momento sfuggire a questa stretta.
Il segnale che Amazon ha disperso troppo il suo business in mille rivoli ed è cresciuto troppo in fretta? Bloomberg aveva già rivelato in primavera che il gruppo statunitense intendeva ridurre il proprio parco logistico americano, che era raddoppiato dalla primavera del 2020 per raggiungere i 34,4 milioni di metri quadrati. Di questa massa, che ha un costo, il gruppo intenderebbe parzialmente disfarsi, nell’ordine dei 9,3 milioni di metri quadrati, l'equivalente dei suoi 12 maggiori centri logistici americani.
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