Di
Reuters
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Pubblicato il
4 mag 2011
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Altagamma: lusso, 2011 altro anno di crescita ma redditività in calo
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Reuters
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4 mag 2011
4 mag 2011
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E' quanto viene sostenuto in uno studio di Bain&CO e dell'associazione Altagamma che ha rivisto al rialzo le stime di crescita del giro d'affari per il 2011 all'8%, a cambi costanti, dal precedente range del 3-5%, per complessivi 185 miliardi di euro anche alla luce dei recenti dati sulle vendite da parte di gruppi come Lvmh, Burberry, Ppr e Tod's migliori delle stime.
A livello di redditività, le proiezioni raccolte nel consensus Altagamma evidenziano invece un taglio delle precedenti stime nonostante la crescita complessiva dei consumi, con un Ebitda che passa al 13% dal 15% stimato in precedenza.
Tra le principali cause della revisione al ribasso delle previsioni di crescita della marginalità delle imprese lo studio cita l'aumentato livello della concorrenza.
"La sorpresa è stata soprattutto negli Stati Uniti e in Europa", dice Claudia D'Arpizio, partner di Bain&CO a Milano e autrice dello studio che ha aggiornato l'analisi dell'andamento dei consumi di alta gamma nel mondo nel 2010 e nei primi mesi del 2011 e fornito le previsioni per l'anno in corso.
Secondo la ricerca i forti flussi turistici in Europa, insieme alla ripresa delle vendite nei grandi magazzini degli Stati Uniti, hanno contribuito al recupero.
Dopo la contrazione del mercato nel 2009, causata dagli effetti dalla crisi finanziaria americana e la ripresa del 2010, nel 2011 il segmento di alta gamma dovrebbe vedere un ritorno dei consumi di beni di lusso in linea con i trend storici. "La vergogna per il lusso è ormai finita", dice d'Arpizio spiegando che i clienti sono sempre meno restii a pagare i prezzi pieni.
Il Monitor Altagamma sui mercati mondiali, aggiornato a maggio, stima un giro d'affari 2010 a 172 miliardi di euro, con una crescita del 12% rispetto al 2009, annus horribilis del mercato di alta gamma.
Gli Stati Uniti si confermano a distanza il primo mercato, con 48,1 miliardi di euro, seguiti dal Giappone (18 mld) incalzato tuttavia dalla Grande Cina (Cina, Hong Kong, Macao e Taiwan) che raggiunge quota 17,6 miliardi.
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