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30 mar 2021
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Allarme concerie: prezzi materie prime troppo alti

Pubblicato il
30 mar 2021

Concerie Italiane lancia l’allarme sui prezzi delle materie prime. Pelle grezza e prodotti chimici, infatti, sono entrati in una fase di pressione estremamente sostenuta. La pelle grezza nelle ultime settimane ha visto i suoi listini aumentare in modo generalizzato e pressoché irragionevole a fronte di concerie con lavoro bloccato e clienti che hanno diminuito in modo sostanziale la domanda. I produttori di prodotti chimici, invece, annunciano per l’inizio del mese di aprile sostanziali rialzi dei listini tutta la gamma di ausiliari conciari, generando una tensione che rischia di rivelarsi un ulteriore boomerang per tutta la filiera.

CNC


In base all’indice dei prezzi elaborato dal Servizio Economico UNIC – Concerie Italiane (associazione di categoria aderente a Confindustria Moda), i prezzi della materia vivono una situazione di estrema tensione. Le pelli bovine medio-grandi (vitellame, vacche e tori) crescono senza sosta da 8 mesi e da inizio 2021 i loro listini, in media, sono aumentati del 13%. Attenzione, però: a confronto con 6 mesi fa la crescita è tripla. Arriva, cioè, a toccare il +36%. Su tutti, spicca negativamente il toro: +23% tra febbraio e marzo 2021, +35% su fine 2020 e, addirittura, +96% rispetto a sei mesi. In altre parole: il doppio. Simile il trend delle vacche i cui listini, nell’ultimo semestre, sono cresciuti del 70%.

Per quanto riguarda il vitellame, gli aumenti sono ugualmente sostenuti, ma meno esplosivi: +23% in media su sei mesi fa, +9% da inizio 2021. Non generalizzabile la tendenza della materia prima ovina. In altre parole: se alcune origini non mostrano particolari oscillazioni (come quelle oceaniche), altre sono cresciute moltissimo. Per esempio, le ovine spagnole (+70% rispetto a sei mesi fa) e in generale le europee. C’è di “peggio”. In un contesto congiunturale così depresso, ci sono pelli che hanno raggiunto picchi di aumenti maggiori, come il wet blue brasiliano: +122% rispetto alle quotazioni risalenti all’estate 2020.

Le dinamiche della domanda, come detto, non giustificano questi aumenti. La pelle italiana ha chiuso il 2020 con un fatturato annuo settoriale in calo del 26% e un export che ha segnato il -26,9%. E, ora, si trova alle prese con una destabilizzante tensione all’aumento che rischia di inibire qualsiasi potenziale ipotesi di strenua ripartenza. Anche perché, dal lato delle possibili giustificazioni di questa allarmante impennata dei listini, quella più citata, il calo delle macellazioni, non sembra sufficiente. Infatti, come dimostra una rilevazione UNIC su dati aggiornati a gennaio 2021, alcune importanti piazze di approvvigionamento stanno affrontando un calo di produzione al macello, ma non così estremo. Per esempio: le macellazioni bovine in Francia a gennaio 2021 hanno perso l’11% sul mese precedente e (solo) il 7% rispetto a gennaio 2020. Ancora meno negli USA: -2% su dicembre 2020 e -6% su base annua.

Secondo le segnalazioni di molte concerie, i fornitori chimici avrebbero annunciato, a partire dal mese di aprile e per tutte le tipologie di prodotto, aumenti compresi tra il +5 e il +40% e che, in media, si aggirerebbero attorno al +15%. Le ragioni di questi aumenti sarebbero da addurre, in gran parte, a difficoltà di approvvigionamento delle materie prime chimiche, le quali, tra l’altro, non starebbero diminuendo di prezzo. Il tutto, aggravato da maggiori difficoltà nei trasporti, che porta al relativo aumento dei costi logistici.

Per l’industria conciaria italiana, che a bilancio mette l’approvvigionamento chimico al terzo posto nelle voci di costo, si tratta di un ostacolo ulteriore e molto complesso da gestire, poiché, inoltre, arriva in un momento dell’anno in cui è già stata avviata la trattativa di vendita con i clienti su campionature e campionari. UNIC – Concerie Italiane, dunque, invita i suoi partner a condividere una necessaria responsabilità di filiera, per cercare di mantenere tutti le proprie posizioni di mercato in attesa che le diffusa implementazione dei piani vaccinali permetta di rimettere in moto tutto il sistema (non solo conciario) a livello globale. 

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