Alibaba: -81% di utili nel secondo trimestre

Alibaba chiude il secondo trimestre con profitti crollati dell'81%, a 5,37 miliardi di yuan (744 milioni di euro), contro i 28,77 miliardi di yuan dello stesso periodo del 2020. I ricavi del gruppo di Hangzhou, generati principalmente dalle operazioni di e-commerce, sono aumentati del 29% a 200,7 miliardi di yuan (27,8 mld di euro), più o meno in linea con i tassi di crescita degli anni precedenti e poco sotto i 204,i miliardi. I conti di Alibaba erano particolamente attesi nel mezzo della stretta di Pechino sui colossi tecnologici del Paese. Alibaba (-5,34% a Hong Kong) cede in preapertura a Wall Street il 7,94%.

Il Partito comunista cinese aveva fatto affidamento sui suoi giganti tecnologici per portare avanti la trasformazione digitale nel Paese. Da fine 2020, tuttavia, il settore è finito sotto la stretta antitrust e regolamentare, quando i timori nella leadership rossa sono aumentati a causa dell'espansione aggressiva, mettendo nel mirino presunte pratiche monopolistiche e sicurezza dati. Alibaba è stata la prima a subire la stretta, insieme al suo fondatore Jack Ma: l'anno scorso il governo ha fatto naufragare quella che sarebbe stata l'Ipo più grande della storia, quella relativa alla fintech e al braccio finanznario Ant Group. Ad aprile, poi, Alibaba si è vista comminare la multa da 2,8 miliardi di dollari per le pratiche anticoncorrenziali. Da allora, il governo ha adottato una serie di altre misure contro i principali attori digitali cinesi, facendo crollare i prezzi delle loro azioni per un totale di oltre 1.000 miliardi di dollari mandati in fumo.

"In questo trimestre, Alibaba ha continuato a investire con decisione sui nostri tre pilastri strategici di consumo interno, globalizzazione e cloud computing per stabilire solide basi per il nostro obiettivo a lungo termine di crescita sostenibile per il futuro", ha commentato il Ceo Daniel Zhang nella nota.

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Alibaba ha visto 1,238 miliardi di clienti attivi annuali nei 12 mesi terminati il 30 settembre (953 milioni in Cina e 285 milioni all'estero), con un aumento di circa 62 milioni rispetto a quanto comunicato nei tre mesi chiusi a giugno.