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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
2 ott 2019
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Alexander McQueen: Sarah Burton va all'essenziale

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
2 ott 2019

Un pavimento di pino grezzo, colonne di legno e alcuni veli tesi fino al soffitto: Sarah Burton ha riportato Alexander McQueen all’essenziale la sera di lunedì 30 settembre, con un arredo minimale e una collezione Primavera-Estate 2020 davvero riuscita.

Alexander McQueen - Primavera-Estate 2020 - Womenswear - Parigi - © PixelFormula


Un ritorno all’identità gotica della casa di moda, alla quitenssenza del sarto britannico, al suo chic cerebrale, alla sua eleganza maestosa e alla sua fantasmagorica femminilità. Durante tutta la sfilata, si poteva percepire l'impegno di un atelier devoto, impegnato a lavorare in modo instancabile per esprimere la visione unica della sua direttrice artistica.
 
Come mostrava il primo look, per esempio: si trattava in realtà una riedizione del vestito "Eshu" dell’Inverno 2000, la prima volta realizzato da Alexander in calicò, e in questa stagione presentato nuovamente all'Orangerie del Giardino del Lussemburgo, ma stavolta tagliato in lino color avorio, con maniche a sbuffo, e indossato con stivaletti dall’allure quasi medievale, come se un cavaliere della Tavola Rotonda si fosse avventurato in un laboratorio tecnologico.

Subito dopo, un tailleur-pantalone che sembrava uscito da un atelier di Savile Row, tagliato in lino irlandese del tessitore William Clark, originario della contea di Derry. Ancora una volta una scelta in perfetta sintonia con le origini celtiche del suo fondatore, in un momento in cui l'Irlanda del Nord teme di essere distrutta dalle possibili conseguenze della Brexit.
 
Quindi un abito di lino con scollo quadrato, cinto da una cintura di cuoio, dall’ondulazione sbalorditiva e indossato da una modella che, come tutte le sue colleghe, aveva i capelli raccolti all’indietro, con una sola ciocca attaccata in diagonale sulla fronte. L'eleganza di una sacerdotessa contemporanea e forse l'acconciatura più memorabile di questa stagione.

Alexander McQueen - Primavera-Estate 2020 - Womenswear - Parigi - © PixelFormula


Il tutto illuminato da collane in oro antico, girocolli intrecciati, enormi anelli arrichiti da grandi perle. In questa collezione, tutto risultava stranamente giusto.
 
Inoltre, nessuno dei 42 look della sfilata era più debole degli altri — dagli spettacolari abiti-bustier in pelle nera tagliati in diagonale da strisce di pizzo fino all’abito asimmetrico in lino irlandese ricamato a mano con ballerine danzanti.
 
Per accentuare l'effetto di trovarsi a un vero e proprio show, la griffe londinese ha chiamato una dozzina di musicisti della London Contemporary Orchestra, vestiti anche loro in Alexander McQueen (abiti in calicò per le donne, completi più stretti e rigorosi per gli uomini) che hanno impostato un ritmo frenetico e drammatico alla loro esecuzione, facendo vibrare i loro archetti con grandi colpi.
 
Verso la fine, tutto ha avuto un’accelerazione, con fantasie ultra romantiche in organza colorata e un abito mozzafiato in tulle, organza e jacquard di seta, che faceva riferimento a una precedente creazione di Sarah Burton.

Alexander McQueen - Primavera-Estate 2020 - Womenswear - Parigi - © PixelFormula


“Ogni look racconta la propria storia. Ciò che collega tutti questi vestiti è il tempo impiegato per confezionarli. Mi interessava la chiarezza del messaggio, la purezza dello stile, l’essenza stessa dei vestiti — come ritorno al bozzetto, alla tela. Mi piace l'idea che le persone abbiano il tempo di fare delle cose insieme, il tempo di incontrarsi e discutere, il tempo di riconnettersi”, ha spiegato Sarah Burton nelle note del programma.
 
Generosa, la designer è venuta a salutare accompagnata dai 60 membri del suo team. Questi hanno ricevuto applausi particolarmente calorosi e prolungati per ringraziarli di questo grande momento di moda.

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