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26 lug 2022
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Alessandro Legnaioli: “Maredamare si conferma prima fiera del beachwear in Europa”

Pubblicato il
26 lug 2022

Il salone internazionale della moda mare ha chiuso in Fortezza da Basso a Firenze la sua quindicesima edizione (diciottesima se consideriamo le precedenti tre organizzate con il nome di Toscana d’Amare) con risultati oltre le attese. In fiera, i circa 200 brand molto qualificati - italiani e non - che hanno presentato le loro collezioni di beachwear per la Primavera-Estate 2023, hanno sperimentato una crescita verticale dei compratori internazionali, grazie anche al supporto dell’Agenzia ICE.

Il vulcanico organizzatore di Maredamare, Alessandro Legnaioli - Foto: Gianluca Bolelli - FashionNetwork.com


“La nostra ormai è una fiera matura, tanto da poterci definire il salone europeo di riferimento per il settore del beachwear”, conferma a FashionNetwork.com l’organizzatore della fiera, con la sua società Underbeach, Alessandro Legnaioli. “Non esiste allo stato attuale una fiera con tante aziende espositrici in Europa. Quest’anno c’è stato un grande lavoro organizzativo volto alla selezione e all’incoming di buyer mondiali, approccio adottato pure dai nostri espositori nei confronti dei loro compratori esteri”.
 
“In questa sessione del 23-25 luglio in Fortezza abbiamo inoltre stretto le maglie sugli accessi in fiera, consentendoli soltanto alle categorie interessanti per i nostri espositori. Ciò nonostante, i flussi registrati ci riportano ai livelli pre-pandemici”, sottolinea ancora Legnaioli. “Grazie alle energie messe in campo (e all’insostituibile supporto di Agenzia ICE) abbiamo ospitato compratori da 32 Paesi, dalla Thailandia al Portogallo, dalla Corea agli Stati Uniti. Un successo veramente notevole”.
 
Maredamare si è sicuramente avvantaggiato negli ultimi anni pandemici dall’aver mantenuto invariate le sue date e la location, ma soprattutto è il salone del comparto che ha saltato meno edizioni, oltre ad avvantaggiarsi dell’appeal di Firenze e della piacevolezza della manifestazione. Quest’anno i suoi concorrenti francesi si sono maggiormente distanziati e parcellizzati. Comexposium ha organizzato dal 18 al 21 giugno scorsi il Salon International de la Lingerie (SIL), che però ha mostrato un’offerta non ben definita, considerata dagli addetti ai lavori troppo di underwear e poco di beachwear, per date troppo anticipate rispetto alle campagne vendite delle collezioni di moda mare, mentre l’altra sua fiera legata al mare, Riviera, tornerà solo a settembre. Il piccolo e ricercato Splash, fondato nel 2016 da Alexandra Lyles e Claire-Spencer Churchill per presentare i marchi di resortwear a buyer premium, ha un po’ sofferto della mancata contemporaneità con il SIL, che le due organizzatrici punteranno a far ricoincidere. Per quest’anno, Splash si è organizzato in contemporanea con la Fashion Week maschile di Parigi, come ha fatto a Milano l’evento di beachwear e resortwear Mediterranea.

Un momento di una sfilata collettiva a Maredamare 2022 - Foto: Giovanni Giannoni


Maredamare organizzerà invece un evento in contemporanea con le sfilate della Fashion Week di moda donna a settembre a Milano. Underbeach, la società che gestisce, oltre a Maredamare, l’altro salone Immagine Italia, ha infatti preso accordi “per entrare nella produzione delle sfilate a Palazzo Turati, che già ospita défilé di abbigliamento da alcuni anni. Ci occuperemo della gestione operativa, non di quella artistica che resta a Stefano Bini e all’entourage della sua società Elevent”, rivela Legnaioli. “Cercheremo nel prossimo futuro di allargare questo evento, se non già da quest’anno, ad aziende di costumi da bagno”.
 
L’organizzatore fiorentino rileva anche la costante mancanza di sinergia fra due segmenti di prodotti affini, il beachwear e il resortwear, ovvero le cruise collection, che rappresentano un po’ il trait d’union tra moda, alta moda e abbigliamento da mare.
 
“Cercare di coinvolgere questi brand con un meccanismo simile a quello di Exposed, sorta di manifestazione nella manifestazione con organizzazione autonoma all’interno del SIL, sarebbe molto interessante”, indica. “Certo, Exposed lo trovo innovativo a livello di prodotti, e solo parzialmente legato alle collezioni resort. Comunque tutto ciò che mescola sempre più fortemente abbigliamento e costumi da bagno è un mercato che le aziende stanno sviluppando”.
 
“In questo momento”, racconta Alessandro Legnaioli, “siamo passati da un ‘odio profondo’ che 15 anni fa gli abbigliamentisti nutrivano per i costumi da bagno (molto più complicati da vendere, oltre a necessitare di tempi più lunghi per l’acquisto) a una maggiore attenzione a proposte di capi esternabili e proprio alle linee di resortwear, utilizzando il costume come ‘scusa’ cui costruire attorno un quadro che va dalla scarpa alla borsa al caftano all’abito da sera. Sempre più negozi d’abbigliamento si avvicinano ad una certa tipologia di beachwear, non legata ai costumi da bagno classici, e cominciano a comprarla per questi motivi. Stanno aumentando anche in Maredamare le presenze di punti vendita di abbigliamento, che lustri fa erano davvero sporadiche”.

I momenti per concludere affari non sono mancati anche in un terzo giorno di fiera, il lunedì, più movimentato del solito - Foto: Giuseppe Martorana


Gli scenari futuri, tra crisi geopolitica russo-ucraina ancora in atto, pesanti rincari dei trasporti e dei costi per la supply chain che penalizzano soprattutto le aziende medio-piccole, si presentano piuttosto nebulosi. A ciò si aggiunge, evidente soprattutto in Italia, la crisi degli agenti di commercio del settore intimo/mare, il cui numero si assottiglia di anno in anno, tanto da rendere difficoltoso per molte aziende coprire alcune aree. “Siamo una specie in riduzione, se non a rischio di estinzione”, sorride amaramente Legnaioli, che viene da quel mestiere.
 
“I rappresentanti in questo mondo sono migliaia, ma presto diventeranno centinaia. Il mercato è cambiato, la distribuzione si è molto ridotta”, prosegue. “Vent’anni fa, quando facevo il rappresentante in Toscana, avevo 150 negozi solo per un’azienda, adesso un’azienda locale distribuita bene ne avrà 30. Inoltre chi comincia di questi tempi a fare il rappresentante di moda sa che parte per riscuotere i primi soldi fra un anno e mezzo, perché i costumi che si vendono oggi vengono consegnati ai negozi un anno dopo e si viene pagati al termine delle vendite. I due anni di Covid hanno bloccato anche il giro di agenti consolidati da anni, spesso saltati per aria. Oggi come oggi, chi vuol fare questo mestiere, tra acquisto e costi per il mantenimento di un’automobile e provvigioni che vengono pagate dopo 18 mesi minimo, occorrono dagli 80.000 ai 130.000 euro, solo per cominciare…”.
 
Per questo, Alessandro Legnaioli ritiene che manifestazioni fieristiche di portata internazionale che raccolgano i migliori clienti mondiali (come sta facendo Maredamare) rimangano fondamentali nei prossimi anni per la crescita delle aziende.

Un altro défilé collettivo a Maredamare 2022 - Foto: Giuseppe Martorana


Oltre al potenziale allargamento futuro al resortwear, all’arrivo di sfilate Maredamare a Milano e al ritorno all’organizzazione degli speed meeting in fiera, tra le iniziative che Legnaioli pensa di adottare per incrementare ancora le presenze di marchi e visitatori a Maredamare, ci sono anche gli accordi strutturali con altri enti italiani ed esteri. Importante in questo senso anche il prossimo ritorno in contemporanea del salone di lingerie Immagine Italia & Co. con la fiera di biancheria per la casa, nautica e spa Firenze Home TexStyle a febbraio 2023, per “creare una realtà non più dispersiva come accade all’estero. Saremo al piano inferiore del padiglione Spadolini in date avanzate. Stiamo aspettando riposte da Firenze Fiera per il 2024”, rivela. “Sugli speed meeting, c’è l’idea di organizzarli anche tra aziende e agenti, visto che oggi fanno fatica a trovarne, per i motivi cui accennavo prima. Cercheremo anche di aumentare gli eventi serali a Firenze coinvolgendo le aziende, e magari affiancandole nell’organizzazione”.
 
Tornando ai giorni di fiera, le collaborazioni con ICEX (l’ente spagnolo delle imprese iberiche) e con ABIT (l’associazione brasiliana del tessile e della confezione) hanno consentito alla fiera toscana non solo di ospitare i migliori marchi dei due Paesi, ma di attivare partnership per la reciproca promozione. Infine è stata “molto apprezzata la nuova formula che ha visto il padiglione Cavaniglia come area deputata a eventi e sfilate, lasciando allo Spadolini l’area esclusivamente dedicata alle collezioni. Qualche spazio verrà comunque modificato l’anno prossimo”, conclude Alessandro Legnaioli.

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