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20 set 2013
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Alessandro Varisco, CEO di Moschino: “La forza di Moschino sta nell’essere differente”

Pubblicato il
20 set 2013

Creato nel 1983 dal designer Franco Moschino, prematuramente scomparso nel 1994, il marchio controllato dal gruppo di moda Aeffe festeggia quest’anno 30 anni. L’anniversario sarà celebrato sabato 21 settembre dopo la sfilata con un party speciale in stile Moschino con uno spirito eccentrico e fuori dalle regole tradizionali. Toccata dalla crisi del 2008, la griffe è di nuovo in crescita grazie al retail e a una forte internazionalizzazione. Alla testa del marchio dal 2009, l’amministratore delegato Alessandro Varisco, che ha accompagnato il rilancio in questi quattro ultimi anni, traccia il bilancio.

Alessandro Varisco


FashionMag.com: Come si riesce a mantenere l’identità e la forza di un marchio per 30 anni?
Alessandro Varisco: La forza di Moschino sta nell’essere differente rispetto alle altre griffe, che tendono spesso ad assomigliarsi. Vogliamo continuare più che mai a comunicare su questa differenza lavorando sui fondamentali: la qualità del prodotto, la cura del dettaglio, la vestibilità e il servizio. Questi elementi sono molto apprezzati dai consumatori, compresi quelli che ci conoscono meno, e suscitano una grande fidelizzazione. È questa la chiave del nostro successo. Rossella Jardini, che è stata l’assistente di Franco Moschino ed è diventata la direttrice creativa nel 1994, ha permesso di garantire questa continuità preservando l’identità del marchio, che ha potuto svilupparsi grazie al sostegno del gruppo Aeffe.

FM: Il marchio ha avuto alti e bassi ed è stato toccato in particolare dalla crisi del 2008. Come sta andando ora?
AV: Dopo la crisi abbiamo molto investito sull’espansione della griffe nel mondo e, grazie al retail e all’internazionalizzazione, Moschino è tornato a crescere. Nel 2013 ci aspettiamo un’ulteriore crescita. Le vendite del marchio rappresentano ormai il 60% del fatturato totale del gruppo Aeffe (ovvero circa 110 milioni di euro) e sono realizzate al 75% all’estero, rispetto al 55% di quattro anni fa. Abbiamo rivisto tutta la nostra strategia rafforzando e aprendo uffici diretti in diversi Paesi per avere un miglior controllo del territorio. Ora abbiamo filiali in Giappone, Corea del Sud, Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna. In Cina abbiamo cambiato partner e aperto 45 boutique in 4 anni. Moschino conta 150 boutique nel mondo e sono programmate 34 nuove aperture nel 2013 prevalentemente in Asia.

FM: Il retail è diventato decisivo nella strategia di Moschino?
AV: Assolutamente. Innanzitutto è il canale che meglio ha resistito alla crisi. Inoltre le boutique permettono di esporre e di far conoscere meglio il prodotto e il mondo Moschino. È anche un modo di fare branding. In quest’ottica ci stiamo riposizionando in location più prestigiose e con un maggiore passaggio. A Roma abbiamo chiuso in gennaio il negozio di 200 m2 che avevamo in Via Borgognona per aprire un grande megastore di 1.200 m2 in Via del Babuino. Il fatturato è già raddoppiato. Nella stessa logica abbiamo lasciato due anni fa la boutique parigina di rue de Grenelle per aprire un nuovo spazio in rue du Faubourg Saint-Honoré. Anche il sito di vendita online, che è un po’ il nostro bando di prova, si è molto sviluppato in questi anni.

FM: Come si organizza l’offerta?
AV: Vorremmo fare della prima linea un prodotto di super lusso portandolo ad alzarsi di gamma. L’offerta è completata dalla seconda linea Cheap&Chic, che sfila da oltre un anno a Londra, e da Love Moschino che si rivolge ad una clientela più giovane. Abbiamo ampliato in particolare l’offerta di accessori della Love. Con dei prezzi più accessibili ci permette di approcciare un altro tipo di clientela. È stato quind rafforzato l’ufficio stile per gli accessori. Si tratratta di un settore molto importante per noi. Proponiamo anche una linea di ombrelli e di guanti.

FM: Quanto pesano le collezioni maschili ?
AV: Le collezioni Uomo di Moschino e di Love Moschino rappresentano solo il 15% sul totale delle vendite del brand, ma è un segmento destinato a crescere. C’è un focus sull’Uomo. Abbiamo fatto un grande lavoro sulla collezione per darle una dimensione più internazionale e abbiamo riportato all’interno la creazione della linea Love Uomo, che era disegnata precedentemente da un consulente esterno.

FM: Quali sono i vostri principali mercati?
AV: L’Italia rimane il nostro primo mercato con una quota del 25% sulle vendite totali, seguita dalla Russia, dal Medio Oriente e dalla Cina.

FM: Come festeggerete i 30 anni di Moschino?
AV: Lanciamo una capsule collection che riprende i capi icona del brand. In programma c’è anche la riedizione del primo profumo Moschino. Concentriamo infine gli sforzi sulla festa del 21 settembre, che promette numerose sorprese. Per focalizzarci su questo evento importante abbiamo deciso di non fare sfilare Cheap&Chic a Londra questa stagione.

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