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4 feb 2023
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Albini verso i 200 milioni di fatturato grazie a cotoni organici e investimenti tecnologici e B2B

Pubblicato il
4 feb 2023

Il maggiore produttore europeo di tessuti per camiceria, che ha per clienti le grandi maison della moda e del lusso, prevede di concludere il 2023 su un fatturato record, che dovrebbe oltrepassare per la prima volta nella storia di questa azienda, fondata nel 1876 ad Albino (BG) e oggi guidata dalla quinta generazione della famiglia Albini, la soglia psicologica dei 200 milioni di euro di fatturato consolidato, dopo un 2022 chiuso sulla cifra già record di 180 milioni di euro (nettamente superiore alle previsioni di 160 milioni di sei mesi fa). La crescita è stata del 37% rispetto all’anno precedente, la quota di export è al 75%, con Francia e Stati Uniti come mercati principali davanti all’Italia, seguiti da Spagna e UK.

Un campo pugliese coltivato con il cotone Biofusion - Albini


Materie prime sostenibili e tracciabili, controllo diretto della supply chain e innovazione si confermano i punti strategici del percorso di Albini Group. “È stato un anno difficile - per il clima geopolitico, la gestione di materie prime, energia e catena di approvvigionamento, che hanno impattato certamente sui risultati - ma alla fine decisamente positivo, anche grazie al controllo diretto su queste tematiche. Siamo infatti l’unica azienda ad oggi ad avere il controllo completo della supply chain, dal seme della materia prima ai filati, fino al tessuto finito, assicurando inoltre la massima trasparenza dei processi produttivi e garantendo attenzione ai consumi idrici ed energetici, il che ci ha consentito di bypassare molti dei problemi suddetti”, spiega a FashionNetwork.com Gabriele Camozzi, Head of Marketing del gruppo Albini. “Anche a livello geografico ci sono stati alcuni rimbalzi particolarmente positivi, USA su tutti, ma pure nell’area EMEA abbiamo avuto risultati ottimi, trainati dal comparto del lusso. Abbiamo acquisito quote di mercato tra i player di quella fascia”, aggiunge Stefano Albini, presidente del gruppo lombardo.
 
Ottima la performance di Cotonificio Albini, che torna ai livelli pre-pandemici e raggiunge un fatturato di 121 milioni di euro. In crescita anche ICA Yarns, la divisione filati, il cui fatturato è passato dai 27 milioni di euro del 2020 ai 62 milioni di euro nel 2022. Un ruolo importante per il raggiungimento della crescita di gruppo è stato svolto anche da Albini Energia, società che si occupa di ingegneria e servizi energetici. Sul fatturato complessivo dell’azienda, “le vendite dal pronto in magazzino rappresentano il 40%, un altro 40%  è costituito dalle esclusive, che derivano da tessuti da collezioni, ma di cui il cliente chiede modifiche personalizzate nei disegni, nei colori o nei tessuti, mentre il 20% restante è generato dalla collezione stagionale”, precisa Stefano Albini. I clienti dell’azienda sono circa 1.200, con oltre 400 clienti per il bespoke, ovvero la vendita di tagli su misura per le camicie. “Nel giro di 1-2 giorni al massimo inviamo il tessuto al sarto che l’ha ordinato, poi in 10-15 giorni circa viene confezionata la camicia su misura. Questo servizio vale circa il 6% del nostro giro d’affari, salito anch’esso di oltre il 30% nel 2022”, dice il presidente.

Gabriele Camozzi, responsabile marketing del gruppo Albini - LinkedIn


“Il risultato è frutto dell’intenso lavoro di riorganizzazione interna e di evoluzione organizzativa degli ultimi anni. Il nostro sforzo (e il mercato ci segue e ci premia, perché i rigorosi controlli che svolgiamo, in aggiunta alla tracciabilità scientifica e alla strategia di certificazioni implementata negli ultimi anni, rappresentano una garanzia assoluta per i nostri clienti) continuerà a concentrarsi soprattutto in ambito di sostenibilità  e risparmio energetico, ricerca applicata e digitale, che crediamo siano le strade giuste da seguire”, ha aggiunto Camozzi.

“Il controllo diretto della filiera inizia con un’attenta ricerca delle migliori materie prime, selezionando i più pregiati cotoni extra-long staple, che rappresentano lo 0,3% della produzione globale di cotone. Di questo esclusivo segmento, Albini Group ne possiede circa il 70/80%, con il controllo dei pregiati Giza 45, Giza 87 e Sea Island (del quale compriamo il 95% dell’intera produzione, limitata nella quantità, ma d’altissimo pregio)”, ha precisato ancora Stefano Albini.
 
Completa il panorama delle materie prime il nuovo Biofusion - Italian Selectionil primo cotone organico coltivato in Italia completamente tracciabile dal Paese d’origine fino al tessuto, utilizzando un metodo della scienza forense che analizza 24 elementi chimici differenti. “Un nuovo capitolo nella storia del cotone perché, dopo circa 70 anni, la sua coltura torna in Italia, a San Giovanni Rotondo in provincia di Foggia, grazie alla nostra collaborazione con l’azienda locale Gest, già esperta di coltivazioni organiche di frutta e verdura, guidata da Michele Steduto e Pietro Gentile”, racconta il presidente. “Dunque ne deriva un cotone organico che non proviene dalle nostre piantagioni di cotone negli Stati Uniti (Arizona, Texas, California), in Egitto o alle Barbados per il ‘Sea Island’, ma dalla Puglia. È un cotone quasi a chilometro zero!”.

Un tessuto di Albiate 1830, PE 2024 - Albini


I coltivatori locali dell’azienda agricola Posta Faugno, partner del progetto, utilizzano l’armonicoltura, “una sorta di ‘musicoterapia’ per le piante, con una playlist realizzata ad hoc, perché si è scoperto che le frequenze musicali a 432 Hertz influiscono sulla crescita del cotone, armonizzando al meglio la struttura dell’acqua che nutre le piante, facendole crescere più rigogliose, con conseguente aumento della produzione e della qualità di questa materia prima”, rivela Gabriele Camozzi. 
 
Sono 47 gli ettari del campo in questione, interamente coltivati a cotone biologico; 200 le balle di cotone raccolte, ovvero 44.000 kg di cotone che danno vita a 30.000 kg di filato che una volta tessuti si trasformeranno in 120.000 metri di tessuto in cotone di altissima qualità. Per il progetto sono stati accuratamente selezionati e utilizzati semi OGM free. Inoltre, tutto il processo agricolo non prevede l’utilizzo di pesticidi e di prodotti chimici, per un cotone biologico che rispetta i più alti standard qualitativi e di sostenibilità.
 
La vendita di filati organici realizzati dal gruppo Albini è aumentata del 14% rispetto al 2021, così come la vendita di tessuti biologici, che rappresenta ora il 19% del totale annuo, ma che raggiunge ben il 30% nell’ultima collezione per la Primavera-Estate 2024. 
 
In ambito innovazione digitale, Albini Group si è rafforzato grazie ad una strategia omnichannel. In occasione di Milano Unica, l’azienda ha presentato il nuovo e-commerce B2B dedicato al mondo delle collezioni, servizio aggiuntivo per tutti i suoi clienti. Si tratta di una piattaforma totalmente integrata, dotata anche di 3D render e fruibile da tutti i device, sulla quale sarà possibile ordinare gli oltre 6.000 tessuti dei brand del gruppo, Albini 1876, Thomas Mason, Albiate 1830 e Albini, Donna.

Albini 1876, PE 2024 - Albini


Prosegue inoltre il lavoro di Albini_next, l’innovation hub nato nel 2019 al Kilometro Rosso di Bergamo. Lavorando in ottica di Open Innovation, Albini_next si pone l’obiettivo di generare nuovo valore realizzando progetti, prodotti e processi innovativi. Tre sono gli ambiti di ricerca sui cui si sta focalizzando il suo lavoro eco-sostenibile: fibre e filati innovativi, colorazioni sostenibili e chimica green.
 
Nei suoi primi tre anni di lavoro Albini_next ha prodotto risultati concreti che sono già entrati nelle collezioni del gruppo: sei sono i progetti già industrializzati. Per esempio Viroformula, il tessuto a prova di batteri e virus realizzato in piena pandemia, oppure i tessuti “Off The Grain” nati dalla collaborazione con Riso Gallo, tinti grazie ad un sottoprodotto della lavorazione (l’acqua di cottura che verrebbe gettata) di una varietà di riso nero. Un altro traguardo è “Futura”, la carta che proviene dal tessuto, nata dalla collaborazione tra Albini_next e Fedrigoni. Ma anche Retwist+, progetto circolare che porta a creare nuovo filato dagli scarti di denim della label Albiate 1830. Nei prossimi anni la ricerca di Albini_next si concentrerà inoltre nell’area Biotech, ambito nel quale sono già attivi diversi progetti pilota. “Stiamo lavorando sulle tinture naturali che derivano da batteri, che si ‘coltivano’ e poi rilasciano il colorante o vengono usati loro stessi per colorare i tessuti”, spiega Stefano Albini.
 
L’eccellenza bergamasca del tessile si avvale da alcuni anni della professionalità di Fabio Tamburini, primo Amministratore Delegato ‘esterno’ alla famiglia Albini, con la quale il manager aveva già collaborato in passato, che ha svolto un ruolo essenziale nella riorganizzazione che ha portato a questi risultati, riconosce Stefano Albini. Quest’ultimo è ormai da 5 anni alla guida della società, un ruolo assunto dopo la morte del fratello maggiore Silvio, che aveva portato il gruppo dal fatturare l’equivalente di 20 milioni di euro negli anni Ottanta a 170 milioni. L’altro fratello Andrea si occupa della direzione tecnica e del coordinamento degli stabilimenti. Il cugino Fabio dirige i dipartimenti stile e sviluppo prodotto.

Da sinistra: Fabio, Andrea e Stefano Albini - Albini


Sette stabilimenti, quattro dei quali in Italia, il gruppo Albini sta cercando acquirenti per la Tessitura Albini di Mottola, in Puglia, a seguito della razionalizzazione delle attività industriali intrapresa durante la fase acuta del Covid, che ha portato il gruppo a doversi concentrare sulle aree più strategiche e a maggior valore aggiunto. Albini sta cercando, di concerto con sindacati, autorità locali e l’advisor Vertus, una soluzione per reindustrializzare il sito, si legge sul Corriere della Sera.
 
Da segnalare anche la nuova collaborazione di Albini con Pantamolle, marchio di camicie su misura fondato nel 2016 a Dello (BS) dai fratelli Sigalini. Le loro camicie sono sartoriali, sostenibili ed eccentriche. Vengono ideate come pezzi unici per ogni cliente perché rispecchino la personalità di chi le indossa.

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