Ansa
6 set 2013
Al via la NY Fashion Week, ma c'è chi si chiede: "Le passerelle sono superate?"
Ansa
6 set 2013
Con la passerella di Nicholas K ha preso via a Manhattan il circo della moda: New York, Londra, Milano, Parigi, un calendario affollatissimo dal 5 settembre al 3 ottobre per presentare a giornalisti e buyer le tendenze della prossima primavera-estate.
Ma sul sipario appena alzato sono fioccate le polemiche. "Tutti questi fashion show tra breve saranno obsoleti", ha aperto il fuoco il "New York Times", mentre il "Washington Post" ha spalancato una finestra sul "lato oscuro della moda".
La strage delle operaie della fabbrica di Dacca, le modelle-bambine innaturalmente sottili, l'assenza di diversità etnica nel pool delle ragazze prescelte dai designer che ha fatto parlare di "implicito razzismo".
Secondo la fashion editor del quotidiano di Washington Robin Givhan, l'industria della moda è a "un crocevia sociale". C'è "qualcosa nell'aria", ha detto Susan Scafidi, pioniera negli studi sul diritto della moda, che fornisce consulenze agli stilisti su questioni che vanno dai contratti e le condizioni di lavoro alla protezione del marchio.
C'è poi chi si chiede a cosa serva l'intera kermesse: il "New York Times" ipotizza che la Fashion Week sia arrivata "alla fine della passerella". Paradossalmente, proprio quando la moda è entrata nella cultura pop attirando una nuova generazione di designer o aspiranti tali, la settimana delle sfilate newyorchesi ha perso quella rilevanza che aveva in passato.
Troppi show (oltre 350 in nove giorni), il doppio di dieci anni fa, nell'epoca dell'accessibilità istantanea hanno fatto perdere lo scopo di promuovere le collezioni ai giornalisti e buyer invitati.
Calvin Klein, che presenterà la sua linea primavera/estate 2014 dai minimalisti Spring Studio di Tribeca per celebrare i 10 anni di Francisco Costa come direttore creativo, trasmetterà la sfilata in streaming e così molti altri colleghi.
Intanto polemiche infuriano sulle date: gli stilisti italiani sono arrabbiati con Londra che ruba loro il primato creativo, gli americani sono furiosi con Milano che non ha fatto concessioni sul calendario, costringendo New York a sfilare nei giorni della festa ebraica di Rosh Hashanah. Lo ha scritto Vanessa Friedman, la fashion editor del "Financial Times": "Quale stilista italiano oserebbe sfilare per Pasqua?".
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