Al Salone del Mobile tre eventi particolari da scoprire
Dopo tre giorni di sole, giovedì la pioggia ha un po’ rovinato l’atmosfera della Design Week di Milano, senza però rallentare il suo ritmo caotico. Con la pletora di eventi dispiegati in maniera tentacolare in tutto il capoluogo lombardo, la manifestazione ha perso un po' in qualità e anche in fascino poetico. Per i settori della moda e del lusso è diventato principalmente un momento di comunicazione. A patto di scegliere la nicchia giusta e l'idea originale per distinguersi dalla massa.

A parte i grandi nomi del lusso, i cui appuntamenti nel corso degli anni sono diventati imprescindibili, i marchi più piccoli o meno conosciuti hanno dovuto raddoppiare gli sforzi. Tra le innumerevoli proposte, è sempre possibile individuare alcune interessanti iniziative. Come in questa edizione il progetto “Continuum”, promosso dalla designer-architetto ucraina Victoria Yakusha, che ha riunito nello stesso spazio cinque creativi-artigiani del suo Paese, ognuno un visionario nel proprio campo, tra cui la stilista Irina Dzhus, che ha conquistato il pubblico con le sue performance di moda trasformista.
La trentenne ha fondato Dzhus, il suo marchio di abbigliamento multifunzionale, nel 2010 a Kiev, dove continua a mantenere la produzione nonostante la guerra. In seguito all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, ha dovuto andare in esilio lavorando tra Parigi, Berlino e Varsavia. Sostiene una moda etica che privilegia un guardaroba utilitaristico, ma comunque all'avanguardia, con abiti confezionati con materiali naturali. Le sue costruzioni innovative permettono di trasformare il capo in base ai desideri e alle esigenze.

Un'altra trentenne, la designer di gioielli Cynthia Vilchez, ha emozionato con la sua installazione poetica. Per presentare la nuova collezione del proprio brand Aliita nel suo atelier, la stilista di origini venezuelane e olandesi ha immaginato una caccia al tesoro in un mondo incantato, attraverso un percorso sparso di ceste di vimini o sotto forma di pane e piccole porte segrete dietro le quali si nascondono le sue delicate creazioni in oro decorate con silhouette in miniatura.
Vilchez è venuta a Milano per studiare marketing della moda. Dopo aver lavorato per Vionnet, ha intrapreso la creazione di gioielli, sua passione, e ha fondato il marchio nel 2015. Discreta, è riuscita a farsi un nome, distribuendo Aliita attraverso una selezione di rivenditori in Giappone, Germania, Stati Uniti, Italia e anche da La Samaritaine in Francia, mentre il 50% delle vendite lo realizza tramite l’e-shop diretto. I suoi gioielli, venduti tra i 300 e i 400 euro, sono tutti Made in Italy.
Altro settore, diverso approccio. In occasione del Salone del Mobile 2023, lo storico produttore di tappezzeria e biancheria Lanerossi ha riproposto uno dei suoi famosi motivi geometrici d'archivio degli anni '30 nella sua primissima boutique, aperta a Milano lo scorso ottobre, sotto forma di plaid. All'interno del punto vendita vengono proposte altre riedizioni storiche, sempre declinate su dei plaid.

Fondata nel 1817 a Schio, vicino a Vicenza, l'azienda ha ancora lì il suo stabilimento, e si avvale anche di una filanda in Lituania. Acquisita nel 1987 dal gruppo tessile Marzotto, è entrata a far parte della divisione Marzotto Lab, specializzata in fibre naturali (cotone, lino, velluto) e tessuti per arredamento.
Nel 2019 ha nuovamente ripreso in mano il proprio marchio, che ha rilanciato proponendo una gamma di accessori tessili per la casa, dalle coperte di lana alle lenzuola di lino o cotone, al tempo stesso promuovendo e valorizzando i suoi archivi, davvero ingenti e importanti, visto che l’azienda durante tutta la propria storia ha collaborato con i grandi nomi del design. Una strategia che ha permesso a Lanerossi di passare da 9 milioni a 15 milioni di euro di fatturato tra il 2019 e il 2022.
Copyright © 2023 FashionNetwork.com Tutti i diritti riservati.