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2 nov 2021
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Al G20 di Roma il principe Carlo lancia il passaporto digitale per la moda green

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Ansa
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2 nov 2021

Un certificato digitale che racconta la storia di ogni capo di abbigliamento, ne permette la tracciabilità, ma soprattutto risponde al "diritto delle persone di sapere se ciò che comprano è creato in modo sostenibile". Ne è convinto il principe Carlo che, a margine del G20, a Villa Wolkonski - la residenza dell'ambasciatore britannico a Roma - ha lanciato un'iniziativa nell'ambito della 'Fashion Taskforce' voluta dallo stesso erede al trono britannico per esplorare, studiare, proporre, un percorso più sostenibile per la moda, che è tra i settori industriali più inquinanti.

Il principe Carlo a Roma


L'evento si è tenuto nei giardini della villa che conta 11 ettari di verde, orto compreso, con i responsabili delle maggiori aziende coinvolte, per presentare il Digital ID, un vero e proprio passaporto digitale che accompagna ogni capo, portando con sé tutte le informazioni necessarie ad allungarne il ciclo vitale. 

"Le persone hanno il diritto di sapere se ciò che comprano è creato in modo sostenibile e abbiamo la responsabilità di dirglielo, perché crediamo veramente nei principi condivisi di trasparenza, responsabilità e applicazione", ha detto il principe Carlo parlando prima dell'evento. "La moda è uno dei settori più inquinanti del mondo, ma questo nuovo Digital Id mostra come il business sia impegnato in un cambiamento significativo e misurabile: fornire ai clienti le informazioni di cui hanno bisogno per fare scelte più pulite, sane e sostenibili. Dimostra che il business non si limita a parlare di questi problemi, ma che è passato all'azione". 

Nel giardino di villa Wolkonsky, la residenza dell'ambasciatore britannico a Roma, c'è anche un orto. Il principe Carlo non ha apprezzato, chiedendo informazioni e osservando le piante. Alla Nuvola, su invito del presidente del Consiglio Mario Draghi è intervenuto nella seconda e conclusiva giornata del G20, portando la testimonianza di decenni di impegno per l'ambiente e contro i cambiamenti climatici, forte dei quali davanti ai grandi della Terra ha lanciato il suo accorato appello: "Abbiamo una responsabilità enorme nei confronti di chi non è ancora nato". Ha parlato della sua esperienza l'erede al trono britannico come di una strada percorsa con determinazione e dalla quale, è convinto, non si può tornare indietro. Così adesso vuole anche guidare una svolta industriale, quella del settore della moda - che è tra i più inquinanti - lanciando un'iniziativa che mette insieme richieste ormai mature di mercato con la necessità di cambiare la cultura del consumo. Per questo ha fondato la Fashion Taskforce (nell'ambito della sua Smi, Sustainable Markets Initiative), ha chiamato l'olimpo della moda, si è affidato a chi l'innovazione ce l'ha nel Dna e, nella consapevolezza, che i cambiamenti si fanno un passo alla volta, ha chiesto di portare idee e realizzarle. L'ultima, in ordine di tempo, è il Passaporto Digitale (Digital Id), una rivoluzionaria tecnologia che utilizza i dati per informare i clienti delle credenziali di sostenibilità dei loro acquisti e per facilitarne il processo di circolarità, con l'obiettivo di fornire informazioni su come i prodotti sono progettati, fabbricati e distribuiti. E quindi metterli in grado di fare scelte di acquisto più sostenibili. Allo stesso tempo, grazie alla tracciabilità, si mira ad estendere la longevità dei prodotti e consentire ai marchi di scalare modelli di business circolari.

La Fashion Taskforce è presieduta da Federico Marchetti, che ha già lasciato il segno fondando Yoox e Net-a-porter, ovvero dando vita vent'anni fa all'e-commerce del lusso. Adesso Marchetti torna ad aprire un'altra strada dalla quale non si torna indietro ed è convinto che i tempi siano maturi. "Io sono un imprenditore della tecnologia e ho sempre pensato che la tecnologia potesse aiutare la sostenibilità", ha detto a margine dell'evento. "Brand da una parte e clienti dall'altra, entrambi stanno prendendo questo percorso di sostenibilità, i clienti lo chiederanno sempre di più e i brand daranno sempre di più, portando un grande cambiamento nel settore della moda", ha spiegato. E gli ostacoli? Secondo Marchetti non ce ne sono, perché i tempi sono maturi. E allora a villa Wolkonsky la Taskforce - cui partecipa l'olimpo della moda, da Armani a Cucinelli, da Mulberry e Chloè e Stella McCartney - ha portato al principe Carlo il frutto di sei mesi di lavoro, con un tour nel giardino della villa fra i capi realizzati con il loro passaporto.

"Le persone hanno il diritto di sapere se ciò che comprano è creato in modo sostenibile e abbiamo la responsabilità di dirglielo, perché crediamo veramente nei principi condivisi di trasparenza, responsabilità e applicazione", ha detto il principe parlando prima dello Smi Fashion Event. "La moda”, ha spiegato Carlo, “è uno dei settori più inquinanti del mondo, ma questo nuovo Digital Id mostra come il business sia impegnato in un cambiamento significativo e misurabile: fornire ai clienti le informazioni di cui hanno bisogno per fare scelte più pulite, sane e sostenibili. Dimostra che il business non si limita a parlare di questi problemi, ma che è passato all'azione".

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