AGL, le scarpe italiane che piacciono all’estero
AGL sta investendo per ampliare la propria visibilità e prepararsi ad entrare nel canale della vendita diretta. Distribuita principalmente attraverso una rete di clienti multimarca, questa storica marca di scarpe da donna 100% Made in Italy ad oggi possiede solo due corner: uno a Parigi, nel nuovo spazio calzature delle Galeries Lafayette Haussmann, l'altro nel centro commerciale di SKP di Pechino. Dopo un’espansione a livello internazionale, AGL mette ora nel mirino il proprio mercato nazionale, l'Italia, dove prevede di aprire il suo primo flagship store, preferibilmente a Milano.

“Gli Stati Uniti, dove abbiamo un team di sei persone, sono il nostro mercato principale, con il 35-40% delle vendite, seguiti dal Nord Europa, inclusa la Germania, con il 30% delle vendite, e dalla Russia (15%). A parte Rinascente, dove il marchio è distribuito da cinque anni, è solo da quest'anno che abbiamo iniziato ad affrontare l'Italia, con una struttura commerciale dedicata. Abbiamo aspettato fino alla mezza età”, sorride Vera Giusti, che da 15 anni gestisce l'azienda di famiglia con le sue due sorelle, Sara e Mari.
A tal fine, il trio ha ampliato e completamente ristrutturato lo showroom milanese di 300 metri quadrati con l'aiuto dell'architetto belga Glenn Sestig, che ha sviluppato in loco quello che dovrebbe diventare il concept delle future boutique del marchio. Lo spazio chic e minimal, con le sue colonne in travertino grigio e beige e i ripiani rimovibili in metallo e vetro, è arricchito da mobili in pelle realizzati da Giobagnara con tessuti della collezione Kvadrat/Raf Simons, declinati in rosa antico, colore iconico di AGL.
L’azienda, rinomata per la grande comodità delle sue scarpe, è stata fondata nel 1958 dal nonno delle tre attuali proprietarie Piero Giusti, e poi rilevata dal padre Attilio Giusti Leombruni, che ha dato al marchio il proprio nome, di cui hanno conservato solo le iniziali.
Dopo aver trasformato AGL in un brand desiderabile e fashion oriented, le tre sorelle Giusti sembrano sulla buona strada per riposizionare verso l'alto questa label di “premium luxury”. Tutte e tre al timone dello stile, occupano ciascuna un ruolo specifico, Vera (41) nella comunicazione e marketing, Sara (43) nelle vendite e Mari (39) nella produzione.
“Siamo cresciute nel laboratorio di famiglia. Siamo entrate in azienda in punta di piedi, ma avevamo già le idee chiare. Volevamo rivoluzionare lo stile. Il passaggio di consegne è stato fatto in modo progressivo e rispettoso. Lavoriamo ancora con le stesse concerie toscane di nostro nonno. Abbiamo cercato di preservare la tradizione e mantenere il know-how sul comfort proiettando però il marchio nel futuro con un'estetica che ci rispecchia”, afferma Vera Giusti.

I mocassini, ad esempio, sono tutti realizzati con il procedimento artigianale a “sacchetto” per garantire una flessibilità totale. All'interno delle scarpe AGL, la fodera è quella solitamente utilizzata nelle scarpe da bambino, che è più morbida. Altro esempio, la suola dei sandali con plateau è in gomma espansa con aria, quindi è molto leggera.
“Sono calzature realizzate dalle donne per le esigenze delle donne, dalla mattina alla sera. La collezione completa conta 350 modelli, dalle sneakers agli stivali, passando per mocassini, sandali, décolleté, zoccoli, ecc. Il prezzo medio si aggira intorno ai 400 euro”, dice Vera Giusti. Sono quattro le collezioni prodotte ogni anno, al ritmo di 1.000 paia al giorno, nello stabilimento marchigiano di Montegranaro, in provincia di Fermo (non lontano dallo stabilimento Tod's), che impiega 120 persone.
AGL, che propone anche borse e accessori in pelle, può vantare uno showroom a New York, uno a Düsseldorf e uno temporaneo a Parigi. Vuole espandersi in Cina, dove ha trovato un partner per aprire negozi e sviluppare il proprio e-commerce. Ha lanciato il suo shop online sette anni fa, ma da marzo tutta la gestione è stata internalizzata all'interno dell'azienda. La società ha visto calare le entrate dai 30 milioni di euro del 2019 ai 24 milioni di euro attesi nel 2021, ma prevede di tornare ai livelli pre-pandemia il prossimo anno.
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