Il brand tedesco, che ha vinto la Coppa del Mondo di calcio con la Spagna di cui era lo sponsor, ha visto le sue vendite totali progredire del 9% fino a quasi 12 miliardi di euro. Il guadagno, tasse escluse, è più che duplicato e supera gli 800 milioni.

Il più grande negozio del mondo a Pechino. (Photo Adidas)

Tutte le nazioni, fatta eccezione per la China, sono in crescita. Adidas ha registrato dei buoni risultati soprattutto negli Stati Uniti dove, in precedenza, aveva incontrato delle difficoltà. Cosi’ anche in America del Nord, dove le vendite sono aumentate del 12% sempre senza tener conto dell’evoluzione del tasso di cambio. In Europa Occidentale, le vendite sono aumentate del 7% fino a più di 3,5 miliardi.

Sul vecchio continente, i mercati tedesco, spagnolo e britannico hanno registrato crescite a due cifre. La squadra spagnola e tedesca sono arrivate prima e terza, all’ultima Coppa del mondo di calcio in Sudafrica. Ed anche in Russia la ripresa si è fatta sentire, permettendo di registrare una crescita del 16% nell’Europa Orientale. In China, che pesa l’8% dell’attività, le vendite sono in ribasso del 2%, intorno al miliardo.

Il gruppo Adidas, che realizza il 45% delle sue vendite nell’abbigliamento e l’altro 45% nelle calzature, ha ugualmente messo il turbo nel retail. Le vendite realizzate nelle boutiques o sul web hanno fatto un balzo del 18% fino a più di 2,3 miliardi.

Nel 2010, Adidas, a causa di eventi sportivi come i Giochi Olimpici di Vancouver e la Coppa del Mondo, ha visto esplodere il suo budget marketing. Le sue spese di sponsorizzazione, pubblicità, e altro, hanno fatto un balzo del 25% nella misura di 1,3 miliardi contro i 102 milioni destinati alla ricerca e allo sviluppo. Alla fine dunque, lo sponsor è comunque riuscito a duplicare il suo guadagno, tasse escluse, a 806 milioni. Herbert Hainer, il proprietario del gruppo, è convinto che il 2011 sarà un anno eccellente e che costituirà una ulteriore tappa verso il raggiungimento degli obiettivi 2015. Ad oggi, prevede un volume d’affari di 17 miliardi di euro, cioè una crescita del 50% circa in quattro anni.