Adidas migliora ancora i margini nel primo trimestre
Adidas inizia l’anno ancora meglio che nel 2016. Un anno fa, il gruppo tedesco mostrava una crescita del giro d’affari del 17%. Nei primi tre mesi dell’esercizio 2017, il gigante dello sport e dello streetwear ha visto crescere le vendite del 19% (dopo i cambi), a 5,671 miliardi di euro. Ma soprattutto, Kasper Rorsted, il CEO della casa madre dei marchi Adidas e Reebok dall’ottobre 2016, ha visto passare il margine operativo dal 10,3% all’11,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno passato. Il suo utile operativo è così passato da 490 a 632 milioni di euro nel primo trimestre.
Per ottenere queste progressioni, il gruppo ha potuto fare affidamento sulle sue attività in Nord America e in Cina. Il fatturato del gruppo ha raggiunto i 988 milioni di euro in America del Nord, per una crescita pari al 36% (31% prima dei cambi), con crescite a due cifre nel running, nel training, e nell’outdoor, ma anche per Adidas Originals e Neo. Su questo mercato, da molti anni problematico per il gruppo, Adidas ha visto migliorare i margini. Il margine operativo cresce infatti dal 2,7% al 9,8%, grazie a un migliore margine lordo e alla diminuzione dei costi operativi.
Nella regione della Grande Cina, il gruppo registra un aumento delle vendite del 30%, a 990 milioni di euro, con crescite in doppia cifra nelle stesse categorie del Nord America. Tale mercato è il maggior generatore di utili per il gruppo, con un margine operativo impressionante che cresce ancora dal 39,1% dell’anno scorso al 39,9% di quest’anno.
Nel suo mercato principale dell’Europa Occidentale, il gruppo registra un aumento delle vendite dell’8% (10% prima dei cambi), a 1,523 miliardi di euro, con incrementi a due cifre per l’outdoor, Adidas Originals e Neo, e un +25% per Reebok. Adidas puntualizza che i Paesi più dinamici sono stati la Gran Bretagna, la Spagna, l’Italia e la Polonia. In compenso, il margine lordo si riduce, nonostante un incremento dei prezzi, e il margine operativo diminuisce dal 22,2% al 21,6%.
In Giappone la crescita delle vendite è stata del 27% (+21% prima dei cambi), a 301 milioni di euro, con un netto miglioramento del margine operativo dovuto alla forte riduzione delle spese per l’operatività, che raggiunge il 26,8%. Nell’America Latina, il gruppo cresce del 15% (+9% prima dei cambi), a 454 milioni di euro, benché l’anno precedente si sia potuto avvantaggiare delle dinamiche positive legate alla Coppa America. Invece, il netto calo del margine lorodo legato all’evolzuione dei tassi di cambio provoca un calo della redditività, con un margine operativo che passa dal 14,1% al 10,9%. In Medio Oriente, Africa e nel resto dell’Asia, Adidas ottiene un +19% (+15% prima dei cambi), a 833 milioni, con incrementi in doppia cifra in Australia, Thailandia, India e Sudafrica. Il margine operativo raggiunge il 30,1% su questi mercati.
La Russia resta un mercato complicato. Il fatturato vi cresce del 16% (a 160 milioni) grazie agli effetti di cambio, ma in valuta locale l’attività è calata del 10%. Il margine operativo diminuisce dal 9,9% all’8,2%. Infine, nelle sue altre attività, Adidas mostra una progressione di fatturato del 6% (+4% prima dei cambi), a 421 milioni di euro, in particolare con un aumento del 7% del business nel golf e una contrazione del 7% dell’hockey. In negativo lo scorso anno, il segmento registra un margine operativo del 7,9%.
Sulla totalità dell’anno, il gruppo ha dunque confermato l’ambizione di veder crescere le vendite dall’11% al 13% escludendo gli effetti dei cambi, godendo della complessiva crescita del mercato dello sport attorno al 5% prevista per il 2017. Adidas punta anche a un miglioramento dei margini per raggiungere un utile netto derivante dalle sue attività operative in crescita dal 18% al 20%, vale a dire al di là degli 1,2 miliardi di euro.
“I nostri marchi principali Adidas e Reebok (così come tutti i nostri mercati più importanti) hanno registrato aumenti di fatturato in double digit”, ha tenuto a sottolineare il boss del gruppo tedesco, Kasper Rorsted, citato in un comunicato. "Abbiamo sperimentato una forte richiesta per i nostri prodotti in tutto il mondo e siamo stati in grado di aumentare la nostra redditività nonostante la presenza di sviluppi valutari ancora negativi”, ha concluso.
Versione italiana di Gianluca Bolelli
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