Adidas: il CEO Kasper Rorsted passerà il testimone nel 2023
Nel 2023 Adidas avrà un nuovo CEO. Il 22 agosto il produttore tedesco di abbigliamento sportivo, numero 2 al mondo del settore dietro al gruppo americano Nike con un fatturato di 21,23 miliardi di euro nel 2021, ha annunciato che Kasper Rorsted, nominato CEO a fine 2016, cederà le redini del gruppo l'anno prossimo. La ricerca del successore è iniziata, precisa la società in un comunicato.

"Ci teniamo a ringraziare Kasper per i suoi importanti risultati. Durante il suo mandato, dal 2016, ha riposizionato strategicamente l'azienda e accelerato la sua trasformazione digitale. Sotto la guida di Kasper, Adidas ha notevolmente migliorato le sue capacità digitali e moltiplicato per più di cinque volte le vendite online. In Nord America, il più grande mercato di articoli sportivi del mondo, Adidas ha raddoppiato le sue vendite. Inoltre, Adidas ha rafforzato la sua posizione di leadership in ambito sostenibilità e ha aumentato la diversità, l'equità e l'inclusione in tutta l'azienda. Ad esempio, la percentuale di donne in posizioni di leadership è aumentata in modo significativo durante il suo incarico”, ha precisato Thomas Rabe, Presidente del Consiglio di sorveglianza di Adidas. “Dopo la cessione, avvenuta con successo, di TaylorMade, CCM Hockey e Reebok, l'azienda è ora in grado di concentrare i suoi sforzi sul suo marchio principale, Adidas".
Il manager, che ha lavorato in precedenza per Henkel, ha infatti portato a termine una delle sue missioni chiave: ottimizzare il portafoglio marchi del gruppo. E in particolare vendere Reebok, che lo scorso anno è stata ceduta al gruppo americano Authentic Brands. Ma il board di Adidas non ha certo mancato di notare che mentre Kasper Rorsted guidava Adidas e le permetteva di crescere nel mercato statunitense, il gruppo ha visto crescere il suo fatturato totale da 21,22 miliardi con un margine operativo del 9,8% nel 2017, il primo esercizio fiscale con Rorsted allla guida, a 22,23 miliardi con un margine operativo del 9,4% nel 2021. Ovviamente il fatturato dello scorso anno non comprende più i marchi venduti e la crisi legata alla pandemia di Covid-19 ha giocato un ruolo di primo piano in questa stagnazione, come sottolinea Thomas Rabe: “Dopo tre anni difficili, segnati dalle conseguenze economiche della pandemia di Covid-19 e dalle tensioni geopolitiche, è giunto il momento di avviare una transizione di CEO e di preparare il terreno per un nuovo inizio. Siamo felici che Kasper stia assicurando una transizione graduale al timone dell'azienda nei prossimi mesi, insieme al consiglio di sorveglianza e al comitato esecutivo di adidas AG".
Eppure, nella piccola città bavarese di Herzogenaurach, sede del quartier generale di Adidas, la tentazione di guardare oltre il fiume Aurach al “nemico/amico” Puma è forte... Nello stesso periodo, il “felino”, che partiva da molto più lontano, ha visto le sue vendite passare da 4,14 miliardi con un margine operativo del 5,9% nel 2017 a 6,8 miliardi di euro e un margine dell'8,2% nel 2021. Un miglioramento delle prestazioni di questo competitor che potrebbe aver accelerato la partenza del manager danese, prima, così sembra, della scadenza del suo contratto.
"Come azienda, abbiamo fatto grandi passi avanti nelle aree strategiche della nostra attività. Sono orgoglioso dei risultati conseguiti come squadra. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da diversi fattori esterni che hanno avuto un impatto significativo sul nostro business. Ci sono voluti enormi sforzi per superare queste sfide, motivo per cui consentire una ripartenza nel 2023 è la cosa giusta da fare, sia per l'azienda che per me personalmente”, ha dichiarato Kasper Rorsted nel comunicato stampa del gruppo. “La società sta andando nella giusta direzione. Registriamo una progressione a due cifre nell'85% delle nostre attività. Nei prossimi mesi, l’obiettivo sarà di accelerare la nostra crescita non appena tutti i mercati torneranno funzionare senza grandi interruzioni. Con il team di Adidas, non vedo l'ora di concretizzare questa crescita e, insieme al Consiglio di Sorveglianza, garantire una transizione graduale alla guida della società”.
L'annuncio è arrivato pochi giorni dopo che il gruppo tedesco ha rivisto al ribasso le sue previsioni annuali, sottolineando le difficoltà registrate in Cina ad inizio anno. La società prevede ora una crescita tra il 5% e il 10% delle vendite complessive, in particolare grazie alla sua attività negli Stati Uniti e in Europa. In precedenza l’aumento previsto era tra l'11% e il 13%.
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