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Ansa
Pubblicato il
6 apr 2020
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Addio a Leïla Menchari, la 'regina' delle vetrine di Hermès

Di
Ansa
Pubblicato il
6 apr 2020

Addio all'artista franco-tunisina Leïla Menchari, personaggio unico nel mondo dell'alta moda, che è diventata un'icona di stile disegnando i suoi immaginifici tableaux tridimensionali per le vetrine della boutique di Hermès di Parigi, in Faubourg Saint-Honoré. Aveva 93 anni e, secondo la stampa parigina, è morta ieri per le complicazioni del coronavirus.

Leïla Menchari


Menchari era entrata nello staff di Hermès nel 1961, dove divenne assistente di Annie Beaumel, all'epoca responsabile delle vetrine, di cui in seguito prese il posto. Dal 1978 al 2013 ha immaginato, disegnato e realizzato i decori delle vetrine del negozio di Parigi e allo stesso tempo ha diretto il comitato colori della seta della maison. A ogni nuova stagione e collezione, Menchari interpretava lo spirito di Hermès con la sua fantasia barocca, creando scenografie strabilianti e fantastiche per le vetrine. Per questo stile esuberante era stata soprannominata "la regina mago".

Nel 2017, in occasione dei 90 anni dell'artista, Hermès organizzò la mostra "Hermès à tire-d'aile - Les mondes de Leïla Menchari", che si tenne al Grand Palais di Parigi, che illustrava il décor incantatore dell'artista. "Ho sempre voluto che tutto fosse autentico, sincero”, raccontò Leïla Menchari in un'intervista. “Mi è capitato di essere surrealista, lo adoro, ma sempre con cose vere, con oggetti che la gente poteva riconoscere. Bisognava che il risultato fosse inaspettato, insolito e sorprendente, e che allo stesso tempo parlasse ai passanti". Sempre per i suoi 90 anni uscì il volume La Reine Mage.

Nata a Tunisi nel 1927, Leïla Menchari era figlia dell'avvocato Abderrahman Menchari e di Habiba Ben Djellab, considerata la prima femminista tunisina. Menchari è stata la prima donna a frequentare la Scuola d'arte di Tunisi e alla fine degli anni '50 si trasferì a Parigi per studiare all'Accademia di Belle Arti, iniziando a incontrare gli intellettuali di Saint-Germain des-Prés. Per guadagnare da vivere a quel tempo faceva la modella per Guy Laroche e divideva i pasti con un connazionale, l'amico Azzedine Alaïa, destinato a grande fortuna come stilista.

Poi nel 1961 l'arrivò da Hermès per caso: "Volevo vendere i miei schizzi, nell'attesa di diventare scenografa teatrale". Invece fino al 2013 non ha mai più lasciato la maison di Faubourg Saint-Honoré, creando, a ogni nuova stagione, installazioni da favola racchiuse in pochi metri: "Nel lavoro, come nella vita, ho sempre cercato lo straordinario, sennò mi annoio", disse nell'ultima intervista per i suoi 90 anni.

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