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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
1 giu 2020
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Abercrombie & Fitch accusa perdite maggiori del previsto

Di
Reuters API
Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
1 giu 2020

Le perdite trimestrali di Abercrombie & Fitch Co si ampliano. La società ha reso noti giovedì risultati gravemente influenzati dal crollo della domanda dei consumatori, perché la maggior parte dei suoi negozi ha dovuto chiudere durante la pandemia di coronavirus. Le azioni del marchio sono scese di quasi il 10%.

Twitter @Abercrombie


Le chiusure temporanee di negozi, alcuni di essi appena rinnovati, hanno ostacolato gli sforzi di Abercrombie, che da tempo cerca di rilanciare il suo marchio principale in piena crisi di popolarità. Ma la pandemia ha anche disturbato la crescita di Hollister. Tanti marchi già indeboliti dalla concorrenza dell’e-commerce hanno subito duramente le conseguenze finanziarie della pandemia di Covid-19. Alcuni sono stati costretti a dichiarare bancarotta.
 
“[Tentiamo] di comprendere quale sia la nuova normalità, perché non ha davvero nulla a che vedere con la vecchia. Le presenze nei nostri store sono largamente diminuite, a causa della contrazione della domanda, ma anche delle misure di distanziamento da applicare nei negozi”, puntualizza il direttore finanziario Scott Lipesky in una conferenza stampa seguita alla pubblicazione dei risultati.

Abercrombie non ha voluto rendere note previsioni dettagliate per il secondo trimestre o l'intero anno, ma ha già avvertito che le vendite nei negozi che hanno potuto riaprire i battenti negli Stati Uniti e nella regione EMEA registrano rispettivamente l’80% e il 60% degli incassi dello stesso periodo dello scorso anno. Unica buona notizia del trimestre: le vendite online di Abercrombie sono salite del 25%, perché i clienti online si sono precipitati a comprare capi di loungewear, felpe e tute sportive, ma anche la nuova linea di activewear Gilly Hicks, durante il lockdown.

Instagram @abercrombie


Le vendite nette del gruppo sono scese del 34%, a 485,4 milioni di dollari (436,93 milioni di euro) nel primo trimestre chiusosi il 2 maggio. Si tratta del calo più grande in 10 anni, ancora più importante di quanto si attendevano gli esperti, che avevano puntato su 497,3 milioni di dollari (447,64 milioni di euro), secondo Refinitiv Eikon.
 
Le perdite nette attribuibili all'attività aziendale si sono ampliate raggiungendo i 244,2 milioni di dollari (219,82 milioni di euro) contro i 19,2 milioni di dollari (17,28 milioni di euro) di un anno fa, a causa di inadempienze nei pagamenti e oneri fiscali. Esclusi eventi eccezionali, l’azienda ha registrato perdite per 3,29 dollari (2,96 euro) per azione, ampiamente superiori agli 1,39 dollari (1,25 euro) per azione che si aspettavano gli analisti.

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