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21 mag 2018
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AIMPES cambia in Assopellettieri e lancia il “Mipel Tailor Made”

Pubblicato il
21 mag 2018

AIMPES inaugura un nuovo corso sotto il nome di Assopellettieri: in occasione dell’assemblea annuale, che si è tenuta il 19 maggio nella nuova sede di Confindustria Moda, a Milano, l'associazione ha modificato la propria denominazione, lanciando nuovi progetti a sostegno dell’internazionalizzazione delle imprese del comparto.

La sezione “Scenario” di Mipel - Facebook/MIPEL


Tra gli obiettivi c'è il riposizionamento nel panorama fieristico globale della rassegna dedicata alla pelletteria Mipel attraverso il nuovo progetto “Mipel Tailor Made”: è previsto, infatti, un roadshow di 3 tappe che interesserà le città di Tokyo (il prossimo 2 luglio), Milano (16-19 settembre) e Seul (16 al 18 ottobr). L'iniziativa punta a favorire “il matching tra giovani designer e aziende produttrici, generando la creazione di capsule esclusive che saranno presentate in anteprima nei nostri spazi”, ha spiegato il Presidente di Assopellettieri, Riccardo Braccialini.

L'assemblea è stata anche l'occasione per stilare il bilancio del terzo anno di mandato della Presidenza Braccialini e per presentare lo stato di saluto del settore: nel 2017, la pelletteria italiana, con all’attivo 4.656 aziende che danno lavoro a 33.593 addetti, ha registrato un giro d’affari di oltre 7 miliardi di euro (+5,7%), grazie al trend positivo dell’export che ha fatto segnare un +13,2% sul periodo precedente, e un saldo positivo della bilancia commerciale di quasi 4,7 miliardi (+17%).

Tra i principali mercati di sbocco, spicca la performance della Svizzera (+35,2% in valore), per il crescente ruolo di hub distributivo delle griffe del lusso internazionali. Gli USA, +3,1% in valore (+7,3% in volume), vengono scavalcati da Hong Kong (+8,8% in valore), che diventa il principale cliente non europeo in valore. Bene le vendite in Corea del Sud (+20%) e in Cina (+36,2%), con l'Estremo Oriente che ha registrato un incremento del 12,4% in valore.

Riccardo Braccialini

 
Meno brillanti le performance di Francia e Germania: nel complesso, i Paesi membri dell’Unione Europea hanno evidenziato un trend ben al di sotto della media internazionale (+7,1% in valore). La Russia, infine, tredicesima piazza di destinazione di beni esportati, prosegue la fase di recupero, attestandosi a +6,9%, con livelli attuali (112,7 milioni di euro) ancora al di sotto di circa il 4% rispetto ai valori “pre-crisi” del 2014 (117,5 milioni di euro).
 
Tutte le categorie merceologiche hanno registrato incrementi a doppia cifra in valore: le borse (+11,8%) si confermano la tipologia le più venduta, seguita dalla piccola pelletteria (portafogli, borsellini, portachiavi, astucci per oggetti) in aumento del 13,6%. Gli articoli in pelle (+16,3%) rappresentano il 45% delle quantità esportate e detengono una quota superiore all’80% in valore.
 
Crescono anche le importazioni del 7,6% in valore (+7,5% in volume): nel 2017, nella Penisola, sono entrati prodotti per 2,8 miliardi di euro; per la maggior parte (68,55%) provenienti dal Far East, nonostante la quota in valore sia molto più contenuta (37%), a causa del prezzo medio (10,91 euro al Kg) quasi quattro volte inferiore a quello delle altre aree mondiali di provenienza. Primo fornitore si conferma la Cina; seguita a grande distanza nella graduatoria in valore da Francia, Svizzera, Paesi Bassi e Romania.

Una borsa di Cromia - Facebook/MIPEL

 
Ancora nessuna ripresa, invece, da parte del mercato interno: Secondo il “Fashion Consumer Panel” di Sita Ricerca, il 2017 si è chiuso con una lieve flessione in spesa (-1,1%) accompagnata da un +1% in volume. Sul risultato incide fortemente il crescente fenomeno degli acquisti in saldo o in svendita, che hanno superato quelli a prezzo pieno.

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