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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
21 gen 2021
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A Milano, riflettori puntati sulla nuova generazione del Made in Italy

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
21 gen 2021

Dall'abbigliamento sportivo alla creatività contemporanea passando per la sartoria, la bontà della prossima generazione del Made in Italy sembra assicurata. Lo testimoniano i nuovi talenti italiani che hanno raggiunto le passerelle milanesi durante la settimana virtuale della moda maschile, che si è chiusa martedì, durante la quale hanno presentato collezioni creative e di qualità, con un occhio di riguardo all'etica e alla sostenibilità. Una panoramica di questa effervescenza creativa è rappresentata da quattro delle etichette più seducenti di questa stagione: Vaderetro, Federico Cina, Gall e Dalpaos.

Omaggio al mondo tzigano per il marchio - Vaderetro


Vaderetro, una moda calorosa con un tocco di nostalgia
 
Vaderetro è una delle belle sorprese di questa Milano Digital Week dedicata al menswear. Creato nel 2019, questo giovane marchio eco-responsabile di prêt-à-porter uomo/donna mostra già grande maturità e amore per un prodotto di qualità, con abiti tagliati con materiali naturali come seta e cotone e confezionati da sarti napoletani. Vestiti ricchi di storia e curati nei minimi dettagli.

Infatti, i creatori del marchio, la coppia formata dalla francese dell’isola della Réunion Hanna Boyer e dall'italiano Antonio D'Andrea, vantano un’ampia esperienza presso molte firme del lusso, per le quali hanno lavorato per un decennio da Londra, dove si sono conosciuti. In seguito hanno lasciato la capitale inglese e si sono stabiliti a Marrakesh per un anno per preparare il loro progetto, prima di volare in Italia, dove sono andati a vivere a Milano.
 
La loro terza collezione per l'Autunno-Inverno 2021/22 è ispirata alla cultura rom. Svelata in rete tramite un cortometraggio intitolato “La bonne aventure”, presenta un accampamento di zingari in mezzo alla campagna, con roulotte, cavalli e auto di grossa cilindrata. Personaggi di tutte le età vi si muovono con disinvolta eleganza.
 
Gli uomini indossano abiti con giacche larghe e pantaloni da gangster, con camicie bianche ricamate o di maglia fine che portano su un maglione a collo alto. Un lungo spacco sul retro rivela la fodera rossa di una giacca color bottiglia. Le donne indossano abiti e gonne da gitane che arrivano fino ai piedi, tagliate in drappi di lana grigia o in gessati da banchiere. Giacche in tweed, shearling, pull-over jacquard e camicie a fiori completano il quadretto. Per l’occasione, il marchio lancia “Vade-recycle”, una capsule collection permanente realizzata con tessuti di rimanenze inutilizzate.

Lo stilista gioca sui dettagli - Federico Cina


Federico Cina, l’arte del bello e ben fatto
 
Lo stilista italiano, che ha debuttto nel calendario milanese nel luglio scorso, conferma il suo talento attraverso una collezione di capi essenziali dal design ricercato, tagliati in bellissimi tessuti. Nel menù anche: giacche svasate, pantaloni fluidi, eleganti trench lunghi, comodi giacconi senza maniche. La tavolozza riprende i toni della natura nei verdi, ruggine e bordeaux intensi, così come delle tonalità più delicate.
 
Il guardaroba, che si rivolge sia all’uomo che alla donna, mette al centro la maglieria. Un poncho-tunica con spacco sui lati mescola brillantemente diverse tecniche di lavorazione a maglia, colletti di lana spessi e a coste vengono intarsiati su giacche o cappotti. Da segnalare anche una serie di superbi maglioni lavorati a mano in cui si distendono grandi grappoli d'uva, simbolo del marchio che affonda le sue radici nel territorio dell'Emilia-Romagna.
 
Federico Cina, che per questa linea si è ispirato alle immagini del fotografo Guido Guidi, celebra ancora una volta la propria regione natale e i semplici piaceri della vita di campagna con i suoi pasti domenicali e le passeggiate nei vigneti. In particolare, riprende il percorso della Via Emilia, l'antica strada romana che collegava Rimini a Piacenza, che stampa in nero su camicie, giacche e impermeabili bianchi.

Uno dei modelli ultra-performanti del brand - Gall


Gall, un outerwear futurista
 
Il marchio romano fondato nel 2014, che ha debuttato a Milano nel corso della prima Fashion Week digitale di luglio, prosegue la propria esplorazione del registro dell’outerwear con il suo impressionante equipaggiamento da combattimento multifunzionale per affrontare un mondo esterno sempre più ostile... ma anche i propri demoni interiori, come suggeriscono in una nota i fondatori di Gall, lo stilista americano Justin Gall e Chiara Nardelli, coppia sulla scena come nella vita.
 
Come nel precedente video del brand, l’uomo si trova immerso nella natura. Stavolta non più tra le montagne, ma dimenticato in mezzo a un prato che si estende a perdita d'occhio. In una vista dal cielo, il modello sdraiato sull'erba sembra essere un minuscolo punto perso nella vastità di un paesaggio quasi travolgente. Sensazione accentuata dalla corsa frenetica dell'uomo, inghiottito di volta in volta da un soffocante campo di grano, poi da una selva oscura senza via d'uscita.
 
Con la faccia nascosta da un passamontagna o dal cappuccio a collo alto della sua giacca, quello che sembra l'ultimo sopravvissuto del pianeta è avvolto da ingombranti capispalla costuiti in materiali super performanti (cotone elasticizzato rivestito, lana vergine, nylon, ecc.).
 
Il guardaroba è composto da giacche e pantaloni tecnici color bronzo, giacche multitasche in tela kaki idrorepellente abbinati, in uno spirito camouflage, a dei pantaloni completi di tasche, regolabili alle articolazioni con dei cordini. Un piumino nero si prolunga in un impermeabile, mentre una giacca pullover si allunga per mezzo di estensioni staccabili.

La moda ludica e responsabile della label - Dalpaos


Dalpaos, rilassato e vicino alla natura
 
Per il suo debutto alla Milano Fashion Week, il marchio unisex eco-responsabile Dalpaos ha presentato un film horror in stile italiano ispirato al lungometraggio americano The Blair Witch Project, di Daniel Myrick ed Eduardo Sanchez, dove tre giovani esplorano un bosco per girare un documentario sulle leggende locali.
 
Il film, girato da dilettanti, è un po' lungo e lento, ma offre al designer Nicola D’Alpaos l’opportunità di presentare le proprie creazioni, per lo più outerwear, in una situazione. Si tratta di un guardaroba robusto, realizzato con fibre naturali e materiali riciclati, per affrontare le intemperie. La pelle riciclata, in particolare, è onnipresente, attraverso dei pantaloni, un maxi cappotto decorato con cuciture diagonali, e camicie e gilet dotati di tasche tridimensionali.
 
Denim, completi di velluto, cappotto di lana, giacche di shearling, maglioni lavorati a mano completano questo guardaroba attento ai dettagli, come nei jeans bordati di pelliccia o nei pantaloni scozzesi con una tasca in pelle nella parte inferiore della gamba. C'è un certo relax tinto di umorismo che emerge su tutto, con quegli stivali di gomma dai colori vivaci e quei funghi (allucinogeni) dipinti, stampati, applicati o ricamati qua e là.
 
Dopo alcuni anni a Londra, Nicola D’Alpaos è arrivato nella moda prima collaborando con vari artisti, poi creando una collezione di borse e in seguito di prêt-à-porter col suo brand Dalpaos, nato nel 2014, affermando fin dall'inizio il proprio impegno per una moda sostenibile.

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