A Milano, Gucci chiude l'era Michele optando per il minimal chic
Da Gucci, il capitolo Alessandro Michele sembra definitivamente chiuso. Nella nuova collezione uomo per l'Autunno-Inverno 2023/24, svelata venerdì in apertura della settimana della moda milanese, non è rimasto praticamente nulla dell'universo dell'ex direttore artistico, licenziato lo scorso novembre dopo che aveva portato la griffe italiana di moda e lusso a raggiungere vette inedite in soli sette anni. Via gli stampati e la stravaganza. Largo a una silhouette più lineare e semplice in uno spirito maggiormente rock.

Tutto è incentrato su questo lusso artigianale, che piace tanto ai nuovi consumatori dell’alto di gamma, ampiamente promosso anche da Bottega Veneta, altro brand della galassia Kering. La maison rivisita in chiave contemporanea i classici del guardaroba maschile, grazie a volumi oversize, che danno subito un tocco desiderabile all'insieme. Con i loro cappelli di lana avvitati in testa, indossando una semplice T-shirt bianca o una canotta morbida infilata in pantaloni ampi e fluidi con le pieghe, e portando una grande borsa a tracolla in stile marinaio, il nuovo look degli uomini Gucci è definito. Disinvolto e cool.
Un atteggiamento rafforzato dal set della sfilata, con al centro del palco il trio Ceramic Dog di Marc Ribot, che sembra improvvisare una sessione jazz-rock per accompagnare dal vivo i modelli mentre sfilano per la passerella appena illuminata da aureole in colori cangianti. Che si tratti di completi in maglia, maxi cappotti o giacche e jeans baggy, i ragazzi Gucci attraversano lo spazio con un'eleganza rilassata, avvolti in enormi cappotti con bottoni metallici, superbe cappe di tweed o ampie giacche doppiopetto di flanella, dal taglio impeccabile, tinte in una palette delicata (lavanda, mandarino, salvia).
Il guardaroba di Monsieur si ravviva poi con modelli inaspettati, come le gonne lunghe a quadri con spacchi davanti e dietro o i pantaloni che si aprono al ginocchio, con il fondo che si può staccare trasformandoli così in bermuda (stessa logica per la giacca, i cui avambracci sono removibili). Senza dimenticare gli enormi completi da lavoro in finta tela cerata gialla o in pelle nera effetto 3D. Il registro sportivo si intromette nel guardaroba anche attraverso outfit da biker o da danzatori in fuseaux e scaldamuscoli di lana, stile anni '80, o in tute e altri gilet imbottiti.
Particolare enfasi è posta sugli accessori. A partire dalle borse piuttosto capienti, dal design un po' vintage. Ma anche in questo caso tutto è molto pulito, e gioca sul colore. Nel reparto calzature, sono proposti nuovi modelli di ciabatte con tacco e morbidi stivali da moto imbottiti, in uno stile un po' da moschettiere, disponibili in tutti i colori.

La volontà di mostrare un cambiamento netto è evidente. Ma siamo lontani dal terremoto provocato da Alessandro Michele durante la sua primissima sfilata per Gucci nel gennaio 2015, esattamente otto anni fa. Questa collezione sembra soprattutto far parte di una fase di transizione, in attesa che venga nominato un nuovo direttore creativo e che venga ulteriormente definita la nuova direzione da dare allo stile e alla strategia della griffe.
Secondo indiscrezioni, il potenziale successore di Michele potrebbe essere trovato all'interno di Gucci. Remo Macco, che ha una lunga esperienza nella maison ed è stato recentemente nominato nella nuova carica di direttore dello studio, è uno dei nomi che circolano, insieme a quelli di Davide Renne o di Marco Maria Lombardi, Design Director per il ready-to-wear femminile. Il nome esterno maggiormente citato è quello di Daniel Roseberry, l'attuale direttore artistico di Schiaparelli.
Sono molto diffuse anche voci che riguardano la possibile partenza del CEO di Gucci, Marco Bizzarri. Molto chic nel suo completo della casa color malva, il manager ha sfoggiato il suo sorriso più grande al momento della sfilata accanto al boss di Kering, François-Henri Pinault, altrettanto radioso, non lontani da una sfilza di celebrità, da Nick Cave a Idris Elba. Poco prima del défilé, Marco Bizzarri ha solo detto: “Sono sereno, felice, ottimista”.
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