A Firenze splendori barocchi per il 75° anniversario di Brioni
Martedì, Brioni ha festeggiato a Firenze i suoi tre quarti di secolo facendo un omaggio barocco alla Dolce Vita, tra gli accordi di un quartetto d’archi, i cui componenti indossavano l'ultima collezione della casa di moda italiana.
Ecco un ottimo modo per celebrare i 75 anni di esistenza del marchio romano, che oggi sta vivendo alcune difficoltà, il quale in questa maniera ha presentato la propria collezione Autunno-Inverno 2020.
Sotto le decorazioni dorate della magnifica sala da pranzo (“Sala Gialla”), due violoncellisti danesi hanno suonato diverse melodie: un tema rococò di Čajkovskije una superba sonata di Joseph Bodin de Boismortier. Da un lato, Andreas Brantelid, vestito con una giacca corta formale con collo a scialle, realizzata in lana grain de poudre, e con un pantalone in lana e seta intrecciate. Dall’altro lato suo padre, Ingemar Brantelid, che suonava con gusto e brio, sfoggiando una superba giacca da sera a doppio petto in seta color caramello. Ognuno impeccabile a modo suo.
Gli ospiti hanno potuto visitare una serie di grandiose sale di Palazzo Gerini, un edificio rinascimentale con pareti ricoperte di antichi affreschi. Il palazzo appartiene ancora alla famiglia Gerini, il cui antenato, il marchese Carlo Gerini, segretario del cardinale Carlo de Medici, se l’è fatto costruire nel 1650.
L'evento si è aperto con un quartetto di fiati che proponeva opere di Lorenzo da Firenze, e i cui membri indossavano ora un cappotto a doppio petto in lana color grigio acciaio (tagliato in modo perfetto), ora un magnifico blazer di pelle abbinato a un dolcevita in cashmere.
Per la sera, il pianista greco Alexandros Kapelis ha suonato splendide composizioni di Debussy su un imponente pianoforte Steinway, vestito con una cravatta bianca e un frac. Fedele alla sua reputazione, Brioni, noto per le sete sgargianti, ha vestito un trio di violinisti con giacche a grandi risvolti a punta, tagliate in jacquard grafici tessuti partendo da fili di seta su antichi telai veneziani.
Ma il punto centrale era la “Sala Bianca”, da non confondere con la Sala Bianca dove è nata la moda italiana, nel 1951, in una sfilata messa in scena da Giovanni Battista Giorgini a Palazzo Pitti. Nel mentre, un quartetto barocco suonava arie di Haendel o Henry Purcell indossando abiti a spalle larghe, in lane gessate e sete color blu scuro.
Poi, 120 invitati hanno potuto degustare una cena cucinata dallo chef italiano del momento, Enrico Bartolini — otto stelle Michelin. Ravioli ai frutti di mare, bistecca alla fiorentina. Un evento dall’eleganza rara per l’apertura del Pitti, il più grande salone di moda del pianeta, che si svolge fino a venerdì a Firenze.
Negli ultimi cinque anni, Brioni ha avuto quattro direttori crativi diversi e quattro CEO. Il contrasto tra questo momento affascinante e le attuali difficoltà attraversate dal marchio era dunque sorprendente.
Sotto la guida del nuovo CEO Mehdi Benabadji e del direttore creativo Norbert Stumpfl, Brioni potrebbe finalmente vivere la rinascita tanto attesa.
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